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Professioni: abolizione delle tariffe minime e sì alla pubblicità

Professioni: abolizione delle tariffe minime e sì alla pubblicità

Il Decreto Bersani rivoluziona la libera professione. Apertura anche alle società multidisciplinari. E il Viceministro Visco annuncia l'obbligo di conto corrente dedicato e il no ai compensi in contanti

Vedi Aggiornamento del 11/01/2012
di Rossella Calabrese
Vedi Aggiornamento del 11/01/2012
03/07/2006 - Abolizione delle tariffe minime e via libera alla pubblicità e alle società multidisciplinari di professionisti. Così il decreto legge sulle liberalizzazioni (DL 223/2006) messo a punto dal Ministro dello Sviluppo Economico Pierluigi Bersani ha introdotto quello che appare come un deciso passo in avanti in tema di concorrenza nel nostro Paese.

Per quanto riguarda i servizi professionali, sono tre le novità di grande rilievo:

ABOLIZIONE DEI MINIMI TARIFFARI
Arrivano le parcelle “negoziabili” tra le parti e legate al risultato della prestazione. Una norma del decreto legge abroga le disposizioni normative e regolamentari che prevedono la fissazione di tariffe obbligatorie fisse o di tariffe minime e il divieto di pattuire compensi parametrati al raggiungimento degli obiettivi perseguiti.

Su questo punto le categorie professionali sono sul piede di guerra per difendere quelle che ritengono irrinunciabili garanzie di qualità per i clienti.
Architetti e ingegneri, in particolare, hanno paventato il rischio che l’abolizione dei minimi tariffari complichi la valutazione delle offerte economiche nelle gare d’appalto e nelle gare di progettazione. Secondo gli ingegneri, inoltre, una corsa al ribasso dei compensi potrebbe mettere a rischio quelle opere in cui sono in gioco interessi pubblici come la sicurezza degli edifici e degli impianti. Leggi le prime reazioni.

Le norme deontologiche e i codici di autodisciplina che stabiliscono le tariffe, dovranno essere adeguate entro il 1° gennaio 2007, pena la nullità. Con la nuova normativa ormai vigente, nulla sembra escludere che i professionisti possano già applicare tariffe più basse.

PUBBLICITÀ
Possibilità di far conoscere agli utenti i servizi offerti attraverso la pubblicità. Sarà abolito il divieto, anche parziale, di pubblicizzare i titoli e le specializzazioni professionali, le caratteristiche del servizio offerto e il prezzo delle prestazioni.

SOCIETÀ PROFESSIONALI MULTIDISCIPLINARI
Possibilità di creare società professionali composta da professionisti di diverse discipline (ad esempio studi associati di architetti, avvocati, notai, commercialisti). Scomparirà quindi il divieto di fornire all’utenza servizi professionali di tipo interdisciplinare da parte di società di persone o associazioni tra professionisti.

Per i professionisti scatteranno anche alcuni obblighi:

CONTI CORRENTI DEDICATI
I professionisti dovranno tenere conti correnti, separati da quelli personali, per la gestione dell’attività professionale (cui far confluire i pagamenti dei clienti e da cui prelevare le somme occorrenti per le spese professionali);

COMPENSI MEDIANTE BONIFICO
I compensi non potranno più essere incassati in contanti, ma soltanto mediante bonifico, POS, carte credito, bollettini di pagamento postale tracciabile (attualmente per pagamenti inferiori a 1.500 euro non è rilevato il codice fiscale di chi effettua l’operazione). Viene infine eliminata la marca da bollo per le operazioni esenti IVA.

Ricordiamo che la fissazione di tariffe minime aveva fatto scattare, contro l’Italia, l’apertura di procedure di infrazione Ue, che saranno probabilmente archiviate.

FISCALITÀ IMMOBILIARE
Rilevanti sono anche le modifiche alla fiscalità immobiliare e, in particolare, alla disciplina delle compravendite immobiliari.

Dopo le prime proteste a caldo, le Associazioni dei professionisti si organizzano per valutare i contenuti del provvedimento e definire le proprie posizioni: il CUP, Comitato unitario delle professioni, lamenta la mancata concertazione con gli Ordini da parte del Governo e mostra la sua apertura verso una riforma delle libere professioni, a patto che se ne discuta insieme e si elabori un disegno di legge da sottoporre al Parlamento. Leggi il comunicato stampa.

Dal canto suo il Colap, Coordinamento Libere Associazioni Professionali, ritiene che la concertazione ci sia stata eccome: “è dal 1996, con il primo governo Prodi, - si legge in un comunicato stampa - che tavoli di concertazione su questa materia sono stati aperti dal ministero di giustizia, dalla Presidenza del consiglio ed in altre sedi istituzionali”.

Tra qualche settimana il decreto legge dovrà essere convertito dal Parlamento nel quale siedono ben 274 liberi professionisti iscritti agli Ordini, un vero e proprio “partito trasversale” che potrebbe decidere di votare contro.

Scarica il testo del Decreto legge
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