28/03/2003 - Gli studenti del vecchio ordinamento di ingegneria, che aderiscono al movimento naziiìonale Dpr 328, il 18 marzo 2003 a Firenze si sono confrontati con il sottosegretario Maria Grazia Siliquini durante un incontro dal titolo "Università quale futuro". Un incontro che definiscono interessante.
E’ noto a tutti, spiegano, come con il D.L. n°107 del 10/06/2002, convertito dalla legge 173/02, sia stato sancito, sia nelle premesse che nell'articolato, il diritto per i laureati in Ingegneria secondo l'ordinamento previgente alla riforma dell'Università, di sostenere l'esame di abilitazione professionale secondo le modalità dell’ordinamento vigente prima dell’entrata in vigore del decreto del Presidente della Repubblica 5 giugno 2001, n. 328; nello stesso, è stato riconosciuto al secondo comma dell'articolo 1 che: "Coloro i quali conseguono l'abilitazione professionale all'esito di esami di Stato svolti secondo l'ordinamento previgente al decreto del Presidente della Repubblica 5 giugno 2001 n. 328, possano iscriversi nel settore, o nei settori, della sezione A dell'albo, per il quale dichiarano di optare".
In Commissione Parlamentare II e VII riunite in prima seduta per la conversione del decreto, è stato riconosciuto che gli interventi di modifica apportati all'articolo 1 del D.L. 107/02 hanno accolto le istanze provenienti dal mondo studentesco e l’opportunità delle modifiche è stata giustificata dalla maggiore coerenza delle disposizioni rispetto al percorso formativo seguito dagli interessati. Il nostro malcontento è seguito invece, alle indicazioni della terza seduta, dove è stata affermata l'impossibilità di prevedere disposizioni "sine die" con un decreto e in particolare con il D.L. 107/02 in via di conversione. E difatti secondo queste indicazioni, il decreto è stato convertito in legge dal Parlamento, limitando solo fino al 2003 il transitorio.
In occasione dell’incontro, sono state poste alla Senatrice alcune domande da parte dei rappresentanti del Movimento Nazionale Dpr 328 :
1) Il D.L.107/02 convertito in legge nello scorso Agosto garantisce ai laureati secondo l’ordinamento previgente il diritto di sostenere l’esame di abilitazione professionale secondo le norme in vigore prima del D.P.R.328/01 solo fino alla fine del 2003. Il Governo intende, come si leggeva nelle premesse del D.L.107/02 e nella discussione parlamentare della sua conversione, estendere questo diritto, insieme al diritto di opzione su uno o più settori dell’albo professionale, oltre il 2003 a tutti i futuri laureati secondo il previgente ordinamento? E nel caso, con che tipo di provvedimenti? In che tempi?
In risposta a questa prima domanda, la Sen. Siliquini ha riferito di avere ottenuto, da circa due settimane, la delega per regolamentare l’accesso alle professioni e alla pubblica amministrazione lasciando supporre quindi che la partita fosse appena iniziata.
Questo non può che significare da parte nostra una maggiore spinta all’unità e alla compattezza, sempre secondo quei principi di democrazia e civiltà che ci hanno consentito di raggiungere i nostri piccoli e grandi traguardi.
Nessuno crede che accoglieranno a braccia aperte le nostre richieste, ma noi dobbiamo convincerli continuamente dell’opportunità e della correttezza di queste nostre proposte e dovremo farlo ora con ancor più efficacia ed efficienza di prima.
All’incontro erano inoltre presenti il Presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Firenze e il Presidente dell’ALSI per gli Informatici. La proposta che viene dall’Ordine degli ingegneri di Firenze, nel caso in cui per motivi logistico-economici fosse impossibile condurre in parallelo i tre tipi di esame di stato (per la sezione B, per la sezione A N.O. e sempre per la sezione A ma V.O.), è che si lasci l’esame di stato come previsto dal DPR328, consentendo però ai laureati secondo il V.O. l’iscrizione simultanea a tutti i settori dell’albo.
Noi speriamo vivamente che questa circostanza non si verifichi! Se passasse questa logica, sarebbe come se da un lato si riconoscesse in maniera incondizionata il diritto al pari trattamento in termini di iscrizione all’albo rispetto ai nostri colleghi già laureati e questo ci fa piacere e ci rincuora, ma si fingerebbe di non vedere un altro sostanziale aspetto, e cioè che certamente l’esame di stato sarà tarato per i corsi di studio riformati e non per noi del vecchio ordinamento; di conseguenza, l’esame certamente richiederà maggiore impegno e quindi maggiore tempo. Non è una novità che i tempi di laurea per noi del V.O. siano di 8-10 anni; forse non sono sufficienti e si vogliono ancora aumentare? …risulta veramente così complesso fare due tipi di esami differenti?
2) Molti ordini professionali richiedono da tempo l’introduzione di tirocini propedeutici all’abilitazione. Se nella prospettata revisione del D.P.R.328/01, o nei regolamenti che saranno emanati a seguito della futura riforma della professioni, sarà data loro via libera, il Governo intende considerare la posizione degli studenti del previgente ordinamento che hanno seguito e seguiranno percorsi formativi identici a quasi tutti i professionisti abilitati senza l’obbligo di tale tirocinio?
In merito a questa seconda domanda, non si è lasciato intendere né se si voglia introdurre il tirocinio per gli studenti del nuovo ordinamento, nè tanto meno se lo si voglia prevedere anche per noi del V.O.!!!
Il motivo di questa risposta è legato al fatto che è allo studio un Regolamento per definire la questione Esami di Stato e un Disegno di Legge che rivedrà in parte il DPR328; anche perché da quel decreto erano rimasti fuori oltre agli informatici anche statistici, consulenti del lavoro e giornalisti. L’inizio dell’iter “pubblico” di questi provvedimenti pare sia previsto per il periodo di Pasqua.
3) Come intende il Governo tutelare il cittadino che richieda prestazioni ad un professionista, dal rischio di confondere competenze e formazione di laureati di livello diverso, confluiti in un unico albo dove vengono distinti solo per l’appellativo di “junior” dato al laureato non specialista?
Per quanto al titolo di ingegnere junior pare ci sia tutta l’intenzione di modificarlo, per esempio in tecnico dell’ingegneria o simili (tutto da definire!).
Nel frattempo non si ferma la presa di posizione del CNI, che a fronte della sentenza del TAR, che, ricordiamo, ha respinto la richiesta di abrogazione del Dpr328/01, fa sapere, tramite il Presidente Sergio Polese, di non ritenere la decisione del tribunale una sconfitta.
Secondo Polese, il TAR confermerebbe almeno nella prima parte della sentenza ciò che il CNI ha sempre sostenuto, ovvero la scarsa chiarezza del Dpr328/01 e il principio in base al quale le competenze degli Ingegneri non sarebbero cambiate.
Riguardo al problema degli informatici, sarà prevista invece una non meglio precisata area informatica dove avranno diritto di esistere sia gli informatici sia gli ingegneri informatici.
Movimento Nazionale Dpr328 – www.dpr328.too.it