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Il nuovo Forum des Halles di Parigi

Il nuovo Forum des Halles di Parigi

Pronta nel 2016 la maestosa opera di Berger e Anziutti

di Cecilia Di Marzo
08/09/2009 - Il Consiglio di Parigi ha approvato la realizzazione del progetto di rinnovamento del Forum des Halles degli architetti Patrick Berger e Jacques Anziutti .
 
I lavori dovrebbero iniziare nel 2013 e terminare nell’arco di tre anni per un costo di 760 milioni di euro, di cui circa 500 a spese del Comune. Si tratta di un'operazione complessa, una vera ricostruzione del cuore di Parigi. Al di sopra della RER e del metrò e al di sotto tutto sarà demolito e ricostruito.
 
Come centro di gravità di Parigi e dei suoi sobborghi, il quartiere di Les Halles è sempre stato un luogo di incontro e di interscambio. Nato nel XII secolo come mercato in continua espansione, divenne sede di una stazione della metropolitana nel 1977 e del Forum des Halles nel 1986 con negozi e servizi su 5 livelli. Un hub di trasporto multimodale, un grande centro commerciale e strutture culturali convergono nei piani sotterranei. In superficie vi corrisponde una vasta area a verde di oltre 4 ettari.
 
Con la sua posizione centrale, tra la Chiesa di Saint Eustache e il Beaubourg, il sito si trova a dialogare strettamente con la storia. Come parte dell'operazione di ristrutturazione del quartiere di Les Halles, nell’ottobre 2006 è stato lanciato un concorso internazionale per costruire un nuovo spazio per il Forum des Halles, il cui obiettivo era quello di garantire la continuità con il parco, gli spazi pubblici e i monumenti. Patrick Berger e Jacques Anziutti sono stati i vincitori e la progettazione definitiva è stata avviata nel novembre 2007.
 
La morfologia dell’architettura da loro proposta è il risultato dell’attento esame di tutte le dinamiche del luogo: aree pubbliche circostanti, traffico pedonale, la dinamica del Forum, e, elemento non meno importante, l'impressione lasciata da Les Halles nella memoria di questo quartiere. La complessità di queste diverse geometrie è organizzata e bilanciata nel progetto secondo un modello unico. Sebbene possa ricordare motivi vegetali, a parere dei progettisti non possiede un aspetto veramente rappresentativo.
 
Per il nuovo Forum, da qualcuno paragonato ad una sorta di sandwich di 37 m di spessore (di cui 23 di metropolitana), è stata progettata una copertura, la cui forma e i cui colori l’hanno fatta battezzare come "canopée", il nome della calotta arborea delle foreste tropicali. Il tetto ha una forma organica, verde o gialla a seconda dei modelli che sono stati presentati dai progettisti. Alcuni l’hanno paragonato ad un “lenzuolo timidamente posato sul disordine del sottosuolo”, altri ad una manta, una piovra, e addirittura a uno squalo.
 
La copertura proposta si estende fino al limite del Parco. Il progetto prende forma con questa sorta di “calotta architettonica” a continuazione di quella degli alberi, amplificando il loro valore agli occhi del pubblico. Il Parco è così visivamente esteso fino a rue Lescot. La sua natura penetra nel patio e lo abbraccia fino in fondo. Il progetto architettonico consente così la continuità tra i due «attuali spazi di vita» della città, uno sopra e uno sotto terra.
 
Al di là del patio il concetto di spazio è accentuato: la luce è tranquillizzante, vi si trova riparo dalle intemperie e i suoni sono attenuati. La sensazione resta, comunque, di uno spazio all'aria aperta che alterna fasce di protezione ad altre ventilate. Il concetto semplice alla base è lo stesso dalla vecchia copertura di Les Halles. La sensazione è quella di guardare attraverso la chioma di un albero. Il cielo si distingue bene da sotto, la vita urbana è chiara al di sopra e le prospettive urbane di delineano davanti allo spettatore. Ogni attività viene percepita come tremolante, qualunque sia la prospettiva da cui vi si assista. L'aspetto materico complessivo è di un vetro composito sfumato dalla semplice varietà dei suoi elementi trasparenti, traslucidi o opachi, che si ampliano in base alle attività al di sotto. Non si tratta di un tetto di vetro. C'è una profondità visiva nella vibrazione della materia che consente di percepire ogni giorno il tempo come risorsa e come spettacolo: la pioggia che scorre lungo il tetto prima di essere raccolta, i riflessi del sole risultano ammorbiditi. Di notte, la fotosintesi restituisce luce al patio. Acqua, luce, aria danno corpo alle nervature curvilinee del tetto.
 
Il lavori di realizzazione sono stati organizzati in modo da non interrompere la vita del sito e del forum. Il cuore di Parigi non cesserà di battere e si arricchirà giorno dopo giorno fino alla metamorfosi finale.
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