04/06/2012 - Un piano della durata di 15 anni per la messa in sicurezza del territorio, da sostenere con investimenti privati agevolati e finanziamenti pubblici per 41 miliardi di euro. È la proposta lanciata dal Ministro dell’Ambiente Corrado Clini dopo gli effetti devastanti del sisma in Emilia Romagna.
A detta del Ministro Clini, intervenuto al primo 'Greening camp' italiano alla Luiss Guido Carli di Roma, gli interventi di messa in sicurezza rappresentano una priorità per il Paese, che potrebbero coinvolgere anche giovani progettisti, creando circa 60 mila nuovi posti di lavoro.
Nell’idea prospettata dal Ministro, infatti, giovani laureati con meno di trent’anni potrebbero essere impiegati nei settori delle tecnologie ambientali e nelle imprese che operano nel settore della manutenzione e delle gestione in sicurezza del territorio, delle tecnologie energetiche pulite, dell'auto elettrica, della gestione sostenibile della risorsa idrica.
I progetti potranno essere finanziati con misure fiscali ordinarie, che per il Ministro Clini esisterebbero già in parte. Il primo passo consisterebbe quindi nell’individuare gli obiettivi prioritari e nel canalizzare le risorse già disponibili.
L’obiettivo del Ministero rientra nelle attività per la prevenzione dei rischi, mentre per la gestione dell’emergenza dell'Emilia il Consiglio dei Ministri ha attivato 500 milioni derivanti dall’aumento delle accise sulla benzina e dalla riduzione dei finanziamenti pubblici ai partiti politici (
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I primi apprezzamenti nei confronti dell’iniziativa sono arrivati dal Cnappc, Consiglio nazionale degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori, che hanno sottolineato come già da tempo avessero manifestato la necessità di mettere in sicurezza le città e il territorio.
Dato che il primo obiettivo dovrebbe consistere nella tutela della sicurezza dei cittadini, il Cnappc è ternato a proporre l’obbligatorietà del libretto del fabbricato, inteso come strumento attraverso il quale acquisire consapevolezza dello stato dei luoghi in cui si vive e si lavora.
Secondo il Consiglio degli Architetti, inoltre, i libretti di fabbricato dovrebbero essere integrati in un database nazionale, in modo da censire lo stato del patrimonio edilizio. Diventerebbero così un primo tassello a partire dal quale avviare un programma nazionale di rigenerazione degli abitati.
Giudizio positivo anche da Ance, Associazione nazionale costruttori edili, che ha ribadito l’importanza della prevenzione e la necessità di abbandonare un approccio basato sulla logica dell’emergenza.
Secondo il presidente Paolo Buzzetti, la manutenzione del territorio è indispensabile dato che il 62% delle abitazioni esistenti è stato costruito prima del 1972 ed è quindi privo degli accorgimenti antisismici ora obbligatori.