
Consumo di suolo, via libera del Governo al ddl Catania
AMBIENTE
Consumo di suolo, via libera del Governo al ddl Catania
Obiettivi del provvedimento: favorire il recupero dei nuclei abitati rurali e valorizzare il territorio agricolo anche per ridurre il rischio idrogeologico
Vedi Aggiornamento
del 07/04/2014
19/11/2012 - È stato approvato in via definitiva dal Consiglio dei Ministri di venerdì scorso il disegno di legge per la valorizzazione delle aree agricole e il contenimento del consumo del suolo, presentato dal Ministro delle Politiche agricole Mario Catania.
L’opportunità dell’intervento - si legge nella nota di Palazzo Chigi - è quanto mai attuale alla luce dei gravissimi fenomeni alluvionali degli ultimi giorni.
Sul provvedimento si erano già espresse le Regioni con un parere favorevole ma condizionato all’accoglimento di alcune osservazioni, tra cui una moratoria di tre anni che impedisca il consumo di superficie agricola (leggi tutto).
Il testo approvato dal Consiglio dei Ministri non è ancora stato diffuso ma nel comunicato diramato al termine della riunione il Governo spiega che l’obiettivo del disegno di legge è quello di favorire il recupero dei nuclei abitati rurali, attraverso la manutenzione, ristrutturazione e restauro degli edifici, e di valorizzare il territorio agricolo, promuovendo le attività agricole che su di esso si svolgono o potrebbero svolgersi, per impedire che il suolo venga eccessivamente “consumato” dall’urbanizzazione.
A tal fine è previsto anche il divieto di mutamento di destinazione per almeno 5 anni per le superfici agricole che hanno ricevuto aiuti di Stato o comunitari. Inoltre, il mantenimento delle attività agricole - spiega la nota - riduce il rischio di dissesti idrogeologici e contribuisce alla tutela del paesaggio.
La salvaguardia della destinazione agricola dei suoli e la conservazione della relativa vocazione naturalistica - spiega il Governo - rappresentano un obiettivo di primaria importanza, soprattutto alla luce dei dati statistici acquisiti, dai quali risulta la progressiva “cementificazione” della superficie agricola nazionale.
Per garantire l’equilibrio tra i terreni agricoli e le zone edificate o edificabili, il disegno di legge fissa, a livello nazionale, l’estensione massima di superficie agricola consumabile e stimola il riutilizzo delle zone già urbanizzate, in un Paese che ha visto aumentare il territorio edificato del 166% tra il 1956 e il 2012.
Il provvedimento prevede, inoltre, che i proventi derivanti dai titoli abilitativi edilizi e dalle sanzioni riscosse siano destinati alla realizzazione delle opere di urbanizzazione, primaria e secondaria, nonché alla qualificazione dell’ambiente e del paesaggio, anche ai fini della messa in sicurezza delle aree esposte a rischio idrogeologico.
L’opportunità dell’intervento - si legge nella nota di Palazzo Chigi - è quanto mai attuale alla luce dei gravissimi fenomeni alluvionali degli ultimi giorni.
Sul provvedimento si erano già espresse le Regioni con un parere favorevole ma condizionato all’accoglimento di alcune osservazioni, tra cui una moratoria di tre anni che impedisca il consumo di superficie agricola (leggi tutto).
Il testo approvato dal Consiglio dei Ministri non è ancora stato diffuso ma nel comunicato diramato al termine della riunione il Governo spiega che l’obiettivo del disegno di legge è quello di favorire il recupero dei nuclei abitati rurali, attraverso la manutenzione, ristrutturazione e restauro degli edifici, e di valorizzare il territorio agricolo, promuovendo le attività agricole che su di esso si svolgono o potrebbero svolgersi, per impedire che il suolo venga eccessivamente “consumato” dall’urbanizzazione.
A tal fine è previsto anche il divieto di mutamento di destinazione per almeno 5 anni per le superfici agricole che hanno ricevuto aiuti di Stato o comunitari. Inoltre, il mantenimento delle attività agricole - spiega la nota - riduce il rischio di dissesti idrogeologici e contribuisce alla tutela del paesaggio.
La salvaguardia della destinazione agricola dei suoli e la conservazione della relativa vocazione naturalistica - spiega il Governo - rappresentano un obiettivo di primaria importanza, soprattutto alla luce dei dati statistici acquisiti, dai quali risulta la progressiva “cementificazione” della superficie agricola nazionale.
Per garantire l’equilibrio tra i terreni agricoli e le zone edificate o edificabili, il disegno di legge fissa, a livello nazionale, l’estensione massima di superficie agricola consumabile e stimola il riutilizzo delle zone già urbanizzate, in un Paese che ha visto aumentare il territorio edificato del 166% tra il 1956 e il 2012.
Il provvedimento prevede, inoltre, che i proventi derivanti dai titoli abilitativi edilizi e dalle sanzioni riscosse siano destinati alla realizzazione delle opere di urbanizzazione, primaria e secondaria, nonché alla qualificazione dell’ambiente e del paesaggio, anche ai fini della messa in sicurezza delle aree esposte a rischio idrogeologico.