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Ingegneri: dedurre le spese per la formazione obbligatoria al 100%

Ingegneri: dedurre le spese per la formazione obbligatoria al 100%

Le altre richieste del Congresso Nazionale: chiarire l’assoggettabilità degli studi all’IRAP e applicare il Decreto Parametri

Vedi Aggiornamento del 11/02/2015
di Rossella Calabrese
Vedi Aggiornamento del 11/02/2015
19/09/2014 - Rendere deducibili al 100% le spese sostenute per l’aggiornamento professionale e rivedere il concetto di ‘autonoma organizzazione’ degli studi professionali ai fini dell’assoggettabilità all’IRAP.
 
Sono solo alcune delle proposte contenute nella Mozione approvata al termine del Congresso nazionale degli Ingegneri che si è tenuto a Caserta la scorsa settimana.
 
Con l’introduzione dell’obbligo di aggiornamento professionale, gli ingegneri sono tenuti a frequentare corsi e seminari per acquisire 30 crediti formativi all’anno, con un esborso che ad oggi è deducibile al 50%. Per ridurre i costi, gli ingegneri chiedono che tali spese siano interamente deducibili.
 
Quello dell’assoggettabilità dei professionisti all’IRAP è un tema controverso, spesso oggetto di sentenze che hanno valutato i singoli elementi (presenza di segretaria o di praticanti, livello di reddito), ma che richiede un chiarimento definitivo.
 
Tra i 29 punti che compongono la Mozione, c’è l’impegno per la piena applicazione del Decreto Parametri (DM 143/2013) per la determinazione dei corrispettivi da porre a base d’asta per l’affidamento dei servizi di ingegneria ed architettura, privilegiando i sistemi di aggiudicazione non riferiti al solo criterio del prezzo più basso.
 
Il CNI sta monitorando da diversi mesi l’applicazione del Decreto Parametri nei bandi di progettazione, rilevando spesso delle irregolarità. Qualche settimana fa i Consigli Nazionali di Ingegneri e Architetti hanno pubblicato una guida al calcolo dei compensi.
 
Gli ingegneri chiedono di consentire ai professionisti di intervenire in funzione sussidiaria della Pubblica Amministrazione nell’ambito del rilascio di pareri e attestazioni, sulla scia di una proposta avanzata tempo fa da Confprofessioni.
 
Ribadendo ancora una volta la centralità del progetto e il valore dell’idea progettuale, gli Ingegneri chiedono un maggiore ricorso ai concorsi di progettazione e il giusto riconoscimento alla progettazione quale specifica e rilevante attività intellettuale.
 
Chiedono anche di valorizzare i giovani professionisti, correggendo le storture normative che ancora oggi consentono rendite di posizione, situazioni di vantaggio per la parte pubblica a danno del sistema della libera professione.
 
Il riferimento è indubbiamente norme che riservano l’accesso alle gare alle strutture professionali di notevoli dimensioni, con un certo numero di dipendenti e con rilevanti fatturati, norme che, come rilevato dall’Agenzia delle Entrate, tagliano fuori più del 97% dei progettisti.
 
Un alleggerimento dei requisiti - previsti dall’articolo 263 del Regolamento Attuativo del Codice Appalti - stava per essere attuato con il DL Pubblica amministrazione e con il Decreto Sblocca Italia (leggi tutto), ma poi la modifica è saltata e potrebbe essere riproposta nella riforma della normativa sugli appalti pubblici.
 
Il Consiglio Nazionale degli Ingegneri si impegnerà ulteriormente per la revisione della disciplina delle Società tra Professionisti (STP), modello societario di recente istituzione, che non ha avuto successo (dal 2012 ad oggi se ne sono costituite solo 54) a causa di una normativa ancora incerta.
 
Infine, il CNI, per supportare la prevenzione e la programmazione di interventi di mitigazione dei rischi, propone di realizzare una mappatura aggiornata del territorio nazionale, sotto il profilo del rischio sismico ed idrogeologico, attraverso l’uso di strumenti informatici innovativi per le segnalazioni in tempo reale dei dissesti e delle situazioni di rischio verificabili sul territorio.
 
 

 
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