10/12/2015 - “Apprendiamo con rammarico che a causa di interpretazioni errate si corre il rischio di creare frizioni che non hanno motivo di essere all’interno delle professioni italiane”.
Così Armando Zambrano, Presidente del Consiglio Nazionale degli Ingegneri, è intervenuto “in merito ai possibili malintesi” sulla questione dell’
ammissibilità dei laureati in architettura col vecchio ordinamento a sostenere l’esame di Stato per l’abilitazione alla professione di ingegnere, discussa in occasione di un
incontro col Ministro dell’Istruzione Stefania Giannini.
“Desideriamo precisare - ha affermato il Presidente del CNI - che noi ingegneri abbiamo chiesto un incontro al Ministro Giannini perché siamo alle prese con una serie di problematiche specifiche che abbiamo la necessità di risolvere. Una di queste è quella del
ciclo di studi quinquennale che noi abbiamo soltanto per l’indirizzo di
ingegneria edile-architettura”.
“Poiché nell’85% dei casi i laureati in ingegneria di primo livello decidono di conseguire la laurea magistrale, ci troviamo più di ogni altra professione a scontare gli effetti negativi del sistema universitario del 3+2. Per questo
abbiamo chiesto anche per gli ingegneri la creazione di un ciclo di studi quinquennale” - ha spiegato Zambrano.
Accesso degli architetti all’Albo degli ingegneri
“Quanto alla questione dell’accesso alla professione - ha precisato - non esiste
alcuna interferenza con gli architetti. Nel corso del nostro incontro, infatti, abbiamo illustrato al Ministro Giannini la problematica originata dal
pronunciamento del Miur del 2012, in forza della quale alcune università ammettono i laureati in architettura all’esame di abilitazione per la professione di ingegneri”.
“La nostra posizione è chiara. I nostri ordini provinciali stanno ricevendo numerose richieste di iscrizione all’Albo da parte di laureati in architettura col vecchio ordinamento e regolarmente le rifiutano. Al Ministro Giannini abbiamo chiesto proprio un intervento finalizzato alla
revoca di una circolare sbagliata che consente l’accesso agli esami di Stato di ingegnere agli architetti, mettendo fine a queste richieste di accesso all’Albo degli ingegneri da parte di laureati in architettura. Ripeto, dunque, che non c’è alcuna interferenza nei confronti degli architetti con i quali abbiamo ottimi rapporti e condividiamo battaglie ed iniziative” - ha sottolineato Zambrano.
Le altre richieste del CNI
“Più in generale - ha proseguito il presidente del CNI - abbiamo chiesto al Ministro un intervento globale sulla formazione universitaria degli ingegneri, attraverso una
riorganizzazione dei corsi, anche al fine di evitare la loro proliferazione”.
“Oltre a questo, tra le altre cose abbiamo chiesto l’accelerazione della stipula della
convenzione tra Anvur e Quacing per il riconoscimento delle certificazioni della qualità degli accreditamenti Eur-Ace. Su tutti questi punti il Ministro Giannini ha manifestato grande attenzione e la ringraziamo per la disponibilità con la quale si è impegnata a risolvere le problematiche che abbiamo posto” - ha concluso.