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Rigenerazione urbana, Delrio: ‘incentivi per condomini e quartieri’

Rigenerazione urbana, Delrio: ‘incentivi per condomini e quartieri’

Il Ministro: ‘bonus secondo la classe energetica, non possiamo restare all'infisso’. E sulle case popolari: ‘vogliamo recuperarne 25 mila in tre anni’

Vedi Aggiornamento del 07/07/2016
Rigenerazione urbana, Delrio: ‘incentivi per condomini e quartieri’
di Rossella Calabrese
Vedi Aggiornamento del 07/07/2016
20/04/2016 - Orientare gli incentivi per la riqualificazione energetica degli edifici verso la classe energetica, e allargarne il campo d’azione dalla riqualificazione dei singoli appartamenti ai condomini o addirittura ad interi quartieri. 

Sono queste le intenzioni del Governo, secondo il Ministro delle infrastrutture e trasporti Graziano Delrio, intervenuto ieri al convegno “Nuovi strumenti e opportunità per la rigenerazione urbana e la valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico” organizzato dal gruppo PD della Camera.

“Bisogna andare sempre di più sugli incentivi sulla classe energetica degli edifici, non possiamo restare all'infisso” - ha sintetizzato il Ministro, ricordando “l’importanza dell’efficientamento energetico dei condomini, su cui è stata appena emanata una circolare dell’Agenzia delle Entrate”.
 

Rigenerazione degli edifici e rigenerazione urbana

“L’Italia è un Paese meraviglioso, ma anche un Paese che soffre, con un patrimonio abitativo in pessime condizioni e con delle periferie complicate” - ha detto Delrio. “Quando parliamo di rigenerazione urbana non parliamo solo di rigenerazione degli edifici, ma di una sfida molto superiore”. È necessario “far maturare” questa “fruttuosa” stagione degli incentivi, incentivando anche la riqualificazione urbana e i programmi integrati: “bisogna vincere la sfida della riqualificazione non tanto degli appartamenti, ma dei condomini o addirittura di interi quartieri” - ha concluso il Ministro.
 
Secondo Giuseppe Cappochin, presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori (Cnappc) ,“l’Italia ha bisogno di un coordinamento strategico di ampio respiro che delinei politiche urbane di lungo periodo in grado di realizzare, attraverso nuove norme urbanistiche, la rigenerazione urbana sostenibile congiuntamente allo stop al consumo di suolo, all’efficientamento energetico, a misure per favorire l’inclusione sociale”.
 
“Perché se prende il via una vera e propria rigenerazione delle nostre città - ha aggiunto Cappochin -, riparte l’edilizia e di conseguenza l’intera economia del Paese. Farlo significa costruire una nuova visione del futuro delle aree urbane che metta al centro i cittadini e che renda le nostre città protagoniste della competizione internazionale sul terreno della capacità di attrazione degli investimenti”.
 
“È innegabile - ha concluso il presidente del Cnappc - che non siamo al punto zero. Iniziative che riguardano singoli settori sono state già avviate. Serve, però, metterle a sistema per dar vita ad una visione complessiva e di lungo termine sul futuro delle nostre città che includa, sulla scia di quanto avviene nelle ‘capitali verdi’ europee, la cultura quale driver del rinnovamento economico, sociale e ambientale. Così come serve la definizione di nuovi strumenti finanziari in grado di attirare investimenti privati e un chiaro indirizzo nell’impiego dei fondi strutturali europei verso politiche di riqualificazione urbana”.
 
Sulla stessa lunghezza d’onda Silvia Viviani, Presidente dell’Istituto Nazionale di Urbanistica (INU) che ha detto: “la rigenerazione urbana non sia confinata nel settore tecnico, divenga piuttosto un patto sociale”. E ha dato degli input per una possibile Agenda urbana nazionale: linguaggio universale, rideclinazione degli standard, abbandono di un’ottica meramente edilizia, sicurezza dal rischio sismico e idrogeologico. “I piani siano esiti, non costi inutili per la collettività” ha concluso Viviani.
 

Edilizia residenziale pubblica: recuperare 25 mila alloggi in 3-4 anni

“È sul tema dell’edilizia residenziale popolare che forse dovremmo fare la vera sperimentazione” - ha detto il Ministro Delrio, ricordando che “lì stiamo mettendo una notevole quantità di denaro e vogliamo recuperare 25 mila alloggi pubblici non in 15-20 ma in 3-4 anni. Per quest’anno l’obiettivo è di recuperare almeno 7.500 dei 25 mila alloggi”.
 
Delrio ha suggerito la necessità di mettere “le migliori intelligenze nella riqualificazione dei quartieri Erp. Questa è la sfida. Questa - ha aggiunto - è una strada molto interessante, speriamo di poterla percorrere con poche leggi e un forte dibattito culturale”.
 
Tornando sul tema ‘Piano per le città’, il Ministro ha affermato che “abbiamo una grandissima carenza di progettazione. Nel nuovo Codice degli Appalti abbiamo dato molta importanza al progetto, ma abbiamo anche istituito un Fondo per la progettazione. Se ci mettiamo 15-20 anni per fare un progetto - ha osservato Delrio - è ovvio che i progetti nascono vecchi, già rottamati. Bisogna invece semplificare molto le procedure che aiutano questo tipo di approccio”.

Anche il Presidente CNGeGL Maurizio Savoncelli è intervenuto ponendo l’accento sugli appartamenti vuoti. “I proprietari non hanno più interesse a intervenire in questa situazione, gli oneri sono elevati e gli strumenti burocratici con i quali doversi confrontare complicati. Questa è dura la realtà che oggi sconta l’investimento immobiliare, con una penalizzazione senza precedenti e che, soprattutto, non hanno altre forme di investimento. Alla organizzazione, gestione e manutenzione degli edifici - ha spiegato Maurizio Savoncelli - si può ovviare solo con una giusta politica di incentivi fiscali e una nuova regolamentazione sui contratti in deroga, la cedolare secca, ecc.. In questo modo si richiamerebbe di nuovo l’attenzione degli investitori che, ultimamente, non hanno più ritenuto vantaggioso il settore”.

Sul censimento e la regolarizzazione Savoncelli ha messo in evidenza l’opportunità di “conoscere bene il territorio e investire in tal senso, al fine di evitare problemi di antropizzazione e creare i presupposti di un dissesto anche dove non ci sono stati interventi. Per la stessa ragione, è necessario ‘mappare’ le aree abbandonate, che provocano ugualmente dissesto e, infine, porre la massima attenzione sulle periferie, in cui spesso non si è tenuto conto delle esigenze elementari della vita quotidiana, creando un forte disorientamento sociale”.
 

Semplificare la demolizione del patrimonio immobiliare obsoleto

“Stiamo provando a mettere in piedi un Piano di rinascimento urbano. Questa è la vera sfida che abbiamo davanti ed è una sfida molto complicata” - ha detto il Ministro delle infrastrutture e trasporti Graziano Delrio. “Il prossimo obiettivo, speriamo non troppo lontano, è di fare in modo che la demolizione in Italia sia più semplice, perché attualmente ri-pagare pagare gli oneri di urbanizzazione sulla demolizione e ricostruzione scoraggia molto. Governo e Parlamento ci stanno lavorando. Questo può comportare davvero un cambio di passo”.

 
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