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Concorso beni culturali, Architetti: ‘requisiti penalizzanti e restrittivi’

Concorso beni culturali, Architetti: ‘requisiti penalizzanti e restrittivi’

Il Cnappc chiede al Mibact di ammettere alla selezione anche i professionisti senza master o diplomi di specializzazione biennale

Vedi Aggiornamento del 06/07/2016
Concorso beni culturali, Architetti: ‘requisiti penalizzanti e restrittivi’
di Alessandra Marra
Vedi Aggiornamento del 06/07/2016
22/06/2016 - I requisiti per l'accesso degli architetti al concorso per i beni culturali sono “eccessivamente restrittivi” in riferimento ai diplomi di specializzazione che “dovrebbero essere ritenuti soltanto titoli valutabili e non obbligatori per la partecipazione”.
 
Lo sostiene il Consiglio Nazionale degli Architetti (Cnappc) in una lettera scritta al Ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini e al capo di Gabinetto del Mibact Paolo D'Andrea in relazione ai contenuti del recente Bando per l'assunzione di 500 funzionari, che prevede anche 130 posti di funzionario architetto.
 

Concorso Mibact: i requisiti penalizzanti per gli architetti

Gli Architetti hanno fatto notare al Ministro Franceschini che “scuola di specializzazione, dottorato di ricerca e master universitario dovrebbero essere ritenuti soltanto titoli valutabili ai fini della stesura della graduatoria finale di merito, e non requisiti obbligatori per la partecipazione”.
 
Infatti il Cnappc ricorda al Mibact che l’art. 3 del DM 270/2004 stabilisce e individua la laurea magistrale come titolo per l’inserimento nel mondo del lavoro mentre i master di secondo livello biennali come titoli di specializzazione veri e propri, e quindi non obbligatori per l’accesso ai concorsi pubblici.
 
Il Cnappc ritiene che "venga notevolmente ristretta la possibilità di partecipazione alla procedura concorsuale, vengono inseriti requisiti di accesso 'personalizzati', e siano assenti ogni sorta di motivazione, anche generiche, circa la sussistenza dei presupposti necessari per richiedere Scuola di Specializzazione o Dottorato di ricerca o Master universitario tra i requisiti obbligatori”.
 
Tale scelta impedirebbe "la partecipazione ad un concorso a causa di valutazioni che, in concreto, riducono il numero dei partecipanti”.
 

Concorso beni culturali: le richieste del Cnappc

Gli Architetti chiedono quindi al ministro Franceschini di "voler riesaminare, anche in autotutela", quanto scritto sul bando per funzionari architetti, "al fine di richiedere, quale titolo per l'accesso alla procedura concorsuale, solo l'abilitazione all'esercizio della professione e l'iscrizione all'albo professionale”.
 
Secondo il Cnappc la modifica dei criteri avrà l’effetto di ampliare il numero dei partecipanti al concorso, permettendo una maggiore e adeguata selezione di risorse umane. 
 
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