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Rigenerazione urbana, Architetti: ‘è una sfida che va reinventata’

Rigenerazione urbana, Architetti: ‘è una sfida che va reinventata’

Dal Cnappc un modello fondato sul concetto di prossimità, ottimale per migliorare gli spostamenti e l’economia e trasformare lo spazio urbano

Vedi Aggiornamento del 23/10/2024
Rigenerazione urbana, Architetti e concetto di prossimità - Foto: hypnocreative 123rf.com
Rigenerazione urbana, Architetti e concetto di prossimità - Foto: hypnocreative 123rf.com
di Rossella Calabrese
Vedi Aggiornamento del 23/10/2024
18/04/2024 - La rigenerazione urbana delle città e dei territori è una sfida da reinventare e da affrontare con paradigmi innovativi di governo del territorio, immaginando altri modi di abitare, di lavorare e di spostarsi.
 
La pensa così il Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori (Cnappc) che offre nuovamente il proprio contributo al Legislatore, alle pubbliche amministrazioni e all’opinione pubblica.
 
Il Cnappc prefigura un modello che abbia al suo centro il concetto di prossimità, al quale la pandemia Covid-19 ha dato un impulso del tutto nuovo ed inaspettato, che in tutto il mondo si sta dimostrando come ottimale per migliorare gli spostamenti, ridurre l’inquinamento, migliorare l’economia e trasformare lo spazio urbano, con particolare attenzione al ruolo determinante svolto dal paesaggio nella qualità della vita urbana.
 
Questo tema è l’oggetto del percorso che il Consiglio Nazionale ha avviato con l’iniziativa  “Progetto di futuro - In quali città e territori vogliamo vivere?” che si avvale dei contributi di un apposito gruppo operativo di esperti e di un autorevole comitato scientifico internazionale multidisciplinare presieduto da Carlos Moreno, accademico di fama internazionale, Professore presso l’Università IAE Paris 1 Sorbonne, ideatore delle “città di 15 minuti”.
 
“L’auspicio è che il percorso avviato possa contribuire, traguardando al futuro, a rendere attuali -  sottolinea Massimo Crusi, Presidente del CNAPPC - i numerosi disegni di legge, sia della passata che della presente legislatura, che affrontano il tema della rigenerazione urbana con una visione più attenta a promuovere deroghe e premialità per la demolizione e ricostruzione di singoli edifici anziché favorire e incentivare azioni in cui la prossimità e lo sviluppo policentrico siano incorporati nel DNA delle città e territori italiani per creare le basi per un innovativo paesaggio urbano più sostenibile, vivibile e interconnesso”.
 

Se ne parlerà il 22 aprile nel Convegno internazionale “Il futuro delle Città - Ripartire dai quartieri”, realizzato in collaborazione con il Comune di Verona e in programma all’Auditorium Verdi del Centro Congressi Verona Fiere.
 
Giuseppe Cappochin, Responsabile del Dipartimento “Legislazione Urbanistica e Futuro della Città” illustra le modalità dell’iniziativa del CNAPPC: discuteremo le strategie per sviluppare la prossimità urbana, affinché diventi una leva di trasformazione, secondo i principi guida dell’ecologia, della prossimità, della accessibilità, della solidarietà e della partecipazione. Verona è stata scelta proprio perché su questi principi e obiettivi ha da poco avviato il progetto di riscrittura del nuovo Piano di Assetto del Territorio della Città”.
 
“Dopo Verona, nel corso del 2024 - spiega Cappochin -, sono previsti altri due eventi internazionali per presentare e promuovere, anche attraverso esempi concreti di esperienze nazionali e internazionali, le proposte del CNAPPC sui principi legislativi relativi alla “Città e Territori della prossimità”. La seconda tappa si svolgerà nei prossimi mesi a Roma, mentre la terza è prevista entro l’anno al Sud.
 
“Tenuto conto che il futuro del mondo è innegabilmente urbano - conclude Cappochin -, rendere le città e i territori vivibili per tutti rappresenta una delle più grandi sfide del XXI secolo poiché le città di domani dovranno trovare nuovi modi di tessere relazioni tra tempo e spazio, le due componenti essenziali della vita cittadina. Tutto ciò per garantire che la città, nel suo valore di bene comune, rappresenti concretamente il luogo dove si realizzano i diritti di cittadinanza”.
 
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