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Condono edilizio del 2003, in Centro Italia potrebbe riaprirsi

Le richieste di sanatoria pendenti potrebbero essere accolte per accelerare la ricostruzione. Legambiente: ‘scelta sbagliata’

Vedi Aggiornamento del 24/10/2018
03/07/2018 - Sarà discussa nei prossimi giorni alla Camera la legge di conversione del DL 55/2018, approvata la scorsa settimana dal Senato.
 
Oltre alla proroga al 31 dicembre 2018 dello stato di emergenza, alla sanatoria provvisoria per le casette fai da te e alle nuove linee guida per la ricostruzione, il testo contiene una misura per accelerare la ricostruzione o la riparazione de­gli edifici privati ubicati nei territori delle Regioni Abruzzo, Lazio, Mar­che e Umbria danneggiati dagli eventi sismici verificatisi dal 24 agosto 2016.
 
Al comma 6 dell’art. 1-sexies, si prospetta la possibilità di ottenere il condono edilizio per chi ha presentato domanda ai sensi della legge 47/1985, dell’articolo 39 della legge 724/1994 o dell’articolo 32 del DL 269/2003 convertito dalla legge 326/2003, ma non ha (ancora) avuto risposta.
 
L’escamotage è quello di consentire la sostituzione della certificazione di idoneità sismica - ove richiesta per l’adozione del provvedimento di concessione o di autorizza­zione in sanatoria e dell’agibilità - con una perizia del tecnico in­caricato del progetto di adeguamento e miglioramento sismico, che redige il certificato di idoneità statica, ex DM 15 maggio 1985, effettuando le verifiche previste, con particolare riferimento a quelle opportune relative ai materiali.
 
Nel caso in cui non risulti possibile la redazione del certificato di idoneità statica, il tecnico incaricato indica gli inter­venti necessari che avrebbero consentito la redazione del certificato di idoneità statica valutandone i costi.
 
Ai fini del rilascio dell’autorizzazione in sanatoria, qua­lora il progetto di riparazione o ricostruzione dell’edificio danneggiato conduca ad un risultato architettonico e strutturale diverso da quello oggetto della domanda di sanatoria, il progetto deve essere corredato di una relazione asseverata del professionista incaricato attestante che le caratte­ristiche costruttive degli interventi relativi agli abusi sanati non siano state causa esclusiva del danno.
 

Condono edilizio del 2003, Legambiente: ‘scelta sbagliata’

“Il primo provvedimento del ‘Governo del cambiamento’ prevede il vecchio e abusato condono edilizio”. “In questo modo si riaprono i termini di quello che speravamo fosse l’ultimo sciagurato condono edilizio del 2003” - dichiara Edoardo Zanchini, vicepresidente nazionale di Legambiente.
 
“Questa sanatoria, giustificata come necessaria per far partire la ricostruzione nelle zone del centro Italia a ben 22 mesi dal sisma del 2016, crea un pericoloso precedente per ogni intervento ricostruttivo a seguito di calamità naturali che purtroppo in Italia sono sempre frequenti. E soprattutto apre un varco per sanare anche i ben più gravi e pericolosi abusi edilizi compiuti ad Ischia, colpita dal sisma nel 2017. Si tratta di una soluzione illusoria e sbagliata per un Paese bello e soprattutto fragile come l’Italia”.
 
In attesa che il decreto terremoto arrivi a metà luglio in discussione a Montecitorio, Legambiente chiede ai deputati un’assunzione di responsabilità affinché si modifichi il provvedimento cancellando l’emendamento che riapre i termini del condono edilizio del 2003. “Se è vero che gli abusi che si vogliono sanare sono stati ereditati, vecchi di decenni, la data del 2003 copre abbondantemente i lavori di ristrutturazione fatti precedentemente” - conclude la nota.