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Autostrade – Abertis: stop alla fusione

Autostrade – Abertis: stop alla fusione

I motivi: mancanza di un’autorizzazione e nuove norme sulle concessioni

di Rossella Calabrese
14/12/2006 - È stata deliberata dal CdA di Autostrade la decisione di bloccare la fusione con la società spagnola Abertis per “impossibilità di procedere”. Con un comunicato diffuso ieri, le due società illustrano i motivi che hanno portato a decidere di interrompere il processo di fusione; “circostanze ostative” – si legge nel documento – sono “sopravvenute nel periodo intercorrente fra la decisione di procedere alla fusione, assunta il 23 aprile 2006 e confermata dalle deliberazioni assembleari del 30 giugno 2006, e la data odierna”. Si tratta, in primo luogo, della mancanza di un’autorizzazione che il TAR Lazio ha considerato applicabile alla fusione. Questa autorizzazione – precisano le Società - non era prevista dalla legge all’inizio del procedimento di fusione, ma è stata introdotta dopo un parere del Consiglio di Stato del 21 giugno 2006. Il secondo motivo è costituito dall’entrata in vigore di una nuova normativa, inesistente al momento dell’approvazione del progetto di fusione, che prevede nuovi requisiti per l’impresa concessionaria. Si tratta, ricordiamo, del decreto fiscale 262/2006, entrato in vigore all’inizio di ottobre, il cui articolo 12 introduce alcune novità in tema di concessioni: prevede, in particolare, che sia stipulata una convezione unica accessiva alle concessioni autostradali, con clausole più restrittive in relazione alle tariffe applicate e ai profitti dei concessionari. È previsto, inoltre, un tetto del 5% ai diritti di voto per le società di costruzioni presenti nell’azionariato. Autostrade e Abertis – conclude il comunicato -, nonostante la comune constatazione della necessaria interruzione del progetto di fusione, sono convinte della validità per se stesse, per i propri azionisti, per i mercati coinvolti e per i sistemi dei due Paesi cui appartengono, del progetto industriale di aggregazione fra le stesse e della dimensione europea di tale progetto. Le società auspicano che in futuro si possano ricreare le condizioni per riconsiderare il progetto, e a tal fine intendono proseguire congiuntamente nell’azione e nel dialogo a livello istituzionale. Le fasi della vicenda 23 aprile 2006 Via libera al progetto di fusione tra Autostrade e Abertis. Si sarebbe trattato del maggiore operatore del settore autostradale a livello europeo, quotato in borsa sia a Milano che a Madrid. 29 maggio Il Ministro delle Infrastrutture, Antonio Di Pietro, esprime dubbi sull'operazione; inizia così un confronto con la società del gruppo Benetton per concordare correttivi e garanzie da inserire nella convenzione di concessione. 30 giugno Le assemblee dei soci di Autostrade e di Abertis approvano il progetto di fusione. 4 agosto I Ministri Di Pietro e Padoa-Schioppa negano l'autorizzazione al trasferimento della concessione di Autostrade al costituendo gruppo, a causa del rischio di conflitti di interesse per la presenza nell'azionariato di una società di costruzioni, la spagnola Acs. 22 settembre L’Antitrust europeo approva il progetto di fusione. Bruxelles apre due procedure di infrazione sullo stop del governo italiano, per verificarne la conformità alla normativa comunitaria. 30 settembre Il governo, con il decreto fiscale, modifica le regole per le concessionarie autostradali introducendo la convezione unica. Stabilisce anche che nessun operatore del settore delle costruzioni presente nell’azionariato possa esercitare i propri diritti di voto per la nomina degli amministratori per una quota superiore al 5% del capitale sociale. 18 ottobre L’Antitrust Ue apre una procedura formale a carico dell'Italia per violazione dell'articolo 21 del regolamento comunitario sulle fusioni. 3 novembre Abertis ricorre al Tar contro l’alt del Governo. 7 novembre Secondo Abertis la fusione potrà avvenire solo dopo la modifica dell'articolo 12 del decreto fiscale. 14 novembre Nuova procedura di infrazione Ue contro l'Italia per la violazione delle norme del Trattato sulla libera circolazione dei capitali e la libertà di stabilimento. 5 dicembre Di Pietro dichiara che l'emendamento alla Finanziaria su Autostrade non è modificabile perchè “è l'ultima frontiera oltre la quale il Governo non può andare per soddisfare le esigenze dei singoli”.
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