08/10/2010 - “A causa della perdurante crisi economica che si riflette pesantemente nel settore della progettazione, il Consiglio Nazionale Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori chiede al Governo di aprire in tempi brevissimi un tavolo tecnico-politico finalizzato ad identificare le strategie necessarie per il rilancio del settore dell’edilizia”.
È quanto si legge in un comunicato stampa diffuso dal CNAPPC, che aggiunge: “È ormai improcrastinabile attuare norme e provvedimenti, strutturati in modo organico, che diano respiro al settore, per dare certezze agli operatori e a tutti i soggetti coinvolti nella filiera dell’edilizia”.
Il CNAPPC ricorda che da tempo sottolinea l’urgenza di attuare un coordinato piano di tutela, riqualificazione, consolidamento e ricostruzione di una parte consistente del patrimonio edilizio nazionale, che quotidianamente dimostra, anche in modo drammatico, tutta la propria inadeguatezza architettonica, urbanistica e strutturale. Tale piano - prosegue il Consiglio Nazionale - favorirebbe anche il contenimento dei consumi energetici, la soluzione dell’emergenza sismica e geologica, anche al fine di dare un nuovo senso civile e dignitoso alle periferie e ai molti brani delle nostre città, privi di qualità urbana e ambientale.
Tutto ciò, secondo gli Architetti, è realizzabile senza prevedere uno straordinario sforzo economico del comparto pubblico, ma attraverso incentivi che agevolino e promuovano l’intervento privato. A questa iniziativa, che rappresenterebbe una grande occasione per l’industria e per l’economia del nostro Paese, così come per la ricerca scientifica ed accademica, gli architetti italiani sono pronti a dare il loro costruttivo contributo, impegnandosi per lo sviluppo della categoria, delle professioni e del Paese - conclude il comunicato.
Questo è solo l’ultimo, in ordine di tempo, degli appelli lanciati dal CNAPPC: nell’aprile scorso, in occasione della Conferenza dei Presidenti degli Ordini, gli architetti formularono una proposta per la rigenerazione delle periferie, da attuare mediante interventi organici di conservazione, ristrutturazione, demolizione e ricostruzione di porzioni di insediamenti degradati. Al centro di quell’incontro anche la riforma del Codice Appalti, per la quale il CNAPPC chiedeva la semplificazione delle procedure di affidamento degli incarichi, l’eliminazione del criterio del massimo ribasso o la reintroduzione dei minimi tariffari, la revisione dei requisiti per la partecipazione dei giovani progettisti alle gare e ai concorsi (
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Ricordiamo, inoltre, che qualche giorno fa, anche l’ANCE ha annunciato una manifestazione pubblica per chiedere al Governo di intervenire sui numerosi problemi che stanno determinando una profonda crisi del settore delle costruzioni: il blocco del mercato delle opere pubbliche, la perdita di posti di lavoro, i ritardi con cui le pubbliche amministrazioni pagano le imprese, la mancata semplificazione delle procedure (
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