Milano, referendum per incentivare la rottamazione degli edifici
03/06/2011 - Il 12 e 13 giugno, contestualmente ai referendum nazionali, i cittadini di Milano saranno chiamati ad esprimersi su altri cinque temi.
L’iniziativa - promossa dal comitato “Milanosimuove” che ha raccolto circa 24.000 firme per ciascun quesito - propone l’introduzione a livello comunale di norme finalizzate ad una trasformazione urbana complessiva che interessa i sistemi della mobilità, dell’energia, del verde, delle acque e dell’uso dello spazio urbano.
I cinque “referendum consultivi d’indirizzo” propongono di potenziare i mezzi pubblici, estendere l’ecopass e pedonalizzare il centro; raddoppiare il verde pubblico e ridurre il consumo di suolo; conservare il futuro parco dell’area EXPO; aumentare l’efficienza energetica degli edifici; riaprire il sistema dei navigli.
In particolare il quarto quesito propone un Piano per l’energia sostenibile ed il clima che impegni il Comune a ridurre le emissioni di gas serra connesse al riscaldamento degli edifici. Il Piano prevedrebbe:
1. la conversione entro il 2012 di tutti gli impianti di riscaldamento alimentati a gasolio degli edifici comunali;
2. la conversione degli impianti di riscaldamento domestico alimentati a gasolio fino alla loro completa eliminazione entro il 2015;
3. la previsione della classe energetica di massima efficienza come standard per tutti i nuovi edifici e l’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili;
4. la promozione e la diffusione del teleriscaldamento, utilizzando fonti rinnovabili e tecnologie ad alta efficienza, al fine di raggiungere almeno 750.000 abitanti equivalenti entro il 2015;
5. la concessione di incentivi per la demolizione e ricostruzione (“rottamazione”) degli edifici più inefficienti e privi di valore storico e architettonico attraverso premi volumetrici.
Gli interventi costerebbero di 10 milioni di euro all’anno per 3 anni e sarebbero finanziati con la parziale dismissione del patrimonio immobiliare comunale tramite lo strumento dei fondi immobiliari già avviato, escludendo gli immobili di pregio storico-monumentale, o mediante il coinvolgimento di società che realizzano interventi di efficienza energetica (Esco) e l’attivazione di strumenti di finanziamento in conto terzi.
Affinchè le proposte referendarie costituisca un indirizzo vincolante per l’amministrazione comunale, è necessario raggiungere il quorum del 30% di partecipazione al voto degli iscritti alle liste elettorali, oltre che avere una maggioranza di sì.