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Risparmio di suolo, focus sul disegno di legge del Governo

Risparmio di suolo, focus sul disegno di legge del Governo

Ministro De Girolamo: ‘ogni giorno impermeabilizziamo l’equivalente di 150 campi da calcio’

Vedi Aggiornamento del 13/12/2013
di Rossella Calabrese
Vedi Aggiornamento del 13/12/2013
19/06/2013 - Fissare l’estensione massima di superficie consumabile, attraverso il forte coinvolgimento anche delle Regioni e degli enti locali, per frenare la cementificazione del territorio, sviluppare l’agricoltura e salvaguardare la bellezza e la sicurezza del paesaggio.
 
Così il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Nunzia De Girolamo, sintetizza i contenuti del disegno di legge in materia di contenimento del consumo del suolo e riuso del suolo edificato approvato sabato scorso dal Consiglio dei Ministri.
 
Questi i punti principali del provvedimento, nella sintesi del Ministero delle politiche agricole:
 
Si definiscono i concetti di ‘superficie agricola’, ossia tutti i terreni che, sulla base degli strumenti urbanistici in vigore, hanno destinazione agricola, indipendentemente dal loro utilizzo, e di ‘consumo del suolo’, inteso come riduzione di superficie agricola per effetto di interventi di impermeabilizzazione, urbanizzazione ed edificazione non connessi all’attività agricola.
 
Si individua il procedimento volto alla determinazione del limite di superficie consumabile, che vede il coinvolgimento delle Regioni e Province autonome e che culmina con il decreto del Ministro delle politiche agricole d’intesa con il Ministro dell’Ambiente, con il Ministro per i beni e le attività culturali e con il Ministro delle infrastrutture, che fissa l’estensione massima di terreni agricoli consumabili. Tale decreto viene sottoposto a verifica ogni 10 anni.

Si prevede l’istituzione di un Comitato interministeriale, con rappresentanti anche dell’Istat e della Conferenza unificata, con compiti di controllo e monitoraggio del consumo di superficie agricola nazionale. Il Comitato deve realizzare ogni anno un rapporto sul consumo di suolo in ambito nazionale, che verrà poi presentato dal Ministro delle politiche agricole al Parlamento.

Per la concreta attuazione del principio del riuso del suolo, entro un anno dalla entrata in vigore della legge, i Comuni dovranno provvedere:
- al censimento delle aree del territorio comunale già interessate da processi di edificazione, ma inutilizzate o suscettibili di rigenerazione, recupero, riqualificazione;
- alla costituzione ed alla tenuta - all’interno delle aree censite - di un elenco delle aree suscettibili di prioritaria utilizzazione a fini edificatori di rigenerazione urbana e di localizzazione di nuovi investimenti produttivi e infrastrutturali.

Decorso il termine senza che il censimento sia stato concluso o senza che l’elenco sia stato redatto, è vietata la realizzazione, nel territorio del Comune inadempiente, di interventi edificatori, sia pubblici che privati, sia residenziali, sia di servizi che di attività produttive, comportanti, anche solo parzialmente, consumo di suolo inedificato.

È posto il divieto di utilizzo per uno scopo diverso da quello agricolo, per almeno cinque anni dall’ultima erogazione, dei terreni agricoli che hanno usufruito di aiuti di Stato o comunitari.

Viene incentivato il recupero del patrimonio edilizio rurale per favorire l’attività di manutenzione, ristrutturazione e restauro degli edifici esistenti, anziché l’attività di edificazione e costruzione di nuove linee urbane. Le misure si sostanziano nella priorità nella concessione di finanziamenti statali e regionali previsti in materia edilizia.
 
Si istituisce un registro presso il Ministero delle politiche agricole in cui i Comuni "virtuosi" interessati, i cui strumenti urbanistici non prevedono l’aumento di aree edificabili o un aumento inferiore al limite fissato, possono chiedere di essere inseriti.

Si prevede che i proventi dei titoli abilitativi edilizi siano destinati esclusivamente alla realizzazione delle opere di urbanizzazione primaria e secondaria, al risanamento di complessi edilizi compresi nei centri storici, a interventi di qualificazione dell’ambiente e del paesaggio, anche ai fini della messa in sicurezza delle aree esposte a rischio idrogeologico, avuto riguardo alla particolare situazione di rischio che caratterizza larghe parte del territorio nazionale in occasione di eventi calamitosi.

Dalla entrata in vigore della legge e fino alla adozione del DM di determinazione dell’estensione massima di superficie agricola consumabile e, comunque, non oltre il termine di tre anni, non è consentito il consumo di superficie agricola ad eccezione della realizzazione di interventi già autorizzati e previsti dagli strumenti urbanistici vigenti e di lavori già inseriti negli strumenti di programmazione delle stazioni appaltanti.
 
“Ogni giorno impermeabilizziamo più o meno l’equivalente di 150 campi da calcio” - spiega il Ministro De Girolamo - e ciò ha portato ad un aumento del 166% del territorio edificato in Italia negli ultimi 50 anni”. “Con questo provvedimento colmiamo una lacuna legislativa che ha prodotto effetti drammatici”.
 
“La via giusta per uno sviluppo urbano intelligente che eviti il collasso di un territorio come quello italiano già fortemente compromesso - aggiunge il Ministro dell’Ambiente, Andrea Orlando - una normativa molto importante, che ho fortemente voluto e con cui si rende prioritario il riutilizzo del patrimonio edilizio esistente.
 
Secondo i dati Ispra - continua Orlando - in Italia ogni secondo otto metri quadrati di territorio vengono inghiottiti dal cemento, e ogni cinque mesi viene cementificata una superficie pari a quella del comune di Napoli. Un problema - conclude - al quale il disegno di legge vuole porre rimedio definendo ‘un principio fondamentale’: che non si può costruire il nuovo senza aver prima verificato di non poter riutilizzare quello che già esiste”.
 
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