
Ritardo pagamenti, la UE apre una procedura di infrazione
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NORMATIVA
Ritardo pagamenti, la UE apre una procedura di infrazione
Secondo richiamo di Bruxelles all’Italia che con attese fino a 210 giorni si classifica ‘peggior pagatore d'Europa’
Vedi Aggiornamento
del 19/04/2019
Vedi Aggiornamento del 19/04/2019
20/06/2014 - L’Italia continua a violare le norme europee sui pagamenti della Pubblica Amministrazione alle imprese. Con questa motivazione l’Unione Europea ha inviato la lettera di messa in mora che apre definitivamente la procedura di infrazione.
A fronte di una norma comunitaria (Direttiva 2011/7/Ue) e di quella nazionale di recepimento (D.lgs. 192/2012) che prevedono tempi di pagamento non superiori a 30 giorni, prorogabili a 60 in casi particolari, come per gli enti del servizio sanitario nazionale, l’Italia si classifica come peggior pagatore l’Europa.
Ad affermarlo è stato il vicepresidente della Commissione europea, Antonio Tajani, sulla base dei dati relativi ai tempi di pagamento della PA, che oscillano attorno ad una media di 180 giorni, per toccare punte di 210 giorni nel settore dei lavori pubblici.
La lettera di messa in mora segue il primo richiamo, inviato a febbraio, dopo i ripetuti ritardi segnalati da professionisti e imprese. All’epoca era stato contestato all’Italia non solo il ritardo nei pagamenti, ma anche la presenza di prassi inique e l’inserimento di clausole vessatorie, come la postdatazione delle fatture.
Dopo l’invio della seconda lettera, l’Italia avrà a disposizione due mesi di tempo per rispondere a Bruxelles inviando le proprie motivazioni.
Duro il commento dell’Associazione nazionale costruttori edili (ANCE), secondo cui la messa in mora è la conseguenza delle numerose denunce. Secondo il presidente dell’Ance, Paolo Buzzetti, nonostante qualche passo avanti, il problema dei ritardi nei pagamenti continua ad essere “un macigno per le imprese di costruzione”. “Il nostro settore - ha commentato Buzzetti - è il più penalizzato perché i pagamenti in conto capitale, cioè delle opere pubbliche, risentono negativamente del patto di stabilità interno”. Per questi motivi, propone l’Ance, “è necessario allentare il patto di stabilità interno per gli investimenti, da questa decisione dipende il futuro del settore edile”.
Già l’anno scorso l’associazione degli edili aveva lamentato che, nonostante il decreto per lo sblocco dei pagamenti stesse funzionando, continuavano a registrarsi tempi troppo lunghi, con punte fino a 235 giorni, a causa del patto di stabilità, che creava agli enti pubblici una mancanza di liquidità.
Per alcuni esponenti del Governo, invece, la procedura di infrazione assume una connotazione politica. Il Ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, si è detto sorpreso dall’avvio della procedura visto che l’attuale Governo ha intrapreso iniziative per lo sblocco dei pagamenti.
Sulla stessa lunghezza d’onda il sottosegretario alle politiche europee, Sandro Gozi, che nell’invio della lettera vede una strumentalizzazione politica, e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri, Graziano Delrio, che dal proprio profilo Twitter ha reso noto che "siamo pronti a pagare subito e non ci saranno ritardi".
Pronta la replica di Antonio Tajani, che abbandonerà a breve il suo ruolo di vicepresidente della Commissione europea per diventare europarlamentare nelle fila di Forza Italia. “Ho avuto sempre lo stesso problema con tutti i governi, la mia posizione era la stessa anche con Berlusconi" ha affermato il vicepresidente uscente, che ha specificato come la procedura di infrazione non costituisca un intervento contro il governo Renzi, ma contro l’Italia, che per far archiviare il fascicolo dovrebbe intervenire in modo strutturale con la revisione del patto di stabilità e "la divisione del Ministero dell'Economia in due ministeri, uno per le entrate e un altro per le uscite".
A fronte di una norma comunitaria (Direttiva 2011/7/Ue) e di quella nazionale di recepimento (D.lgs. 192/2012) che prevedono tempi di pagamento non superiori a 30 giorni, prorogabili a 60 in casi particolari, come per gli enti del servizio sanitario nazionale, l’Italia si classifica come peggior pagatore l’Europa.
Ad affermarlo è stato il vicepresidente della Commissione europea, Antonio Tajani, sulla base dei dati relativi ai tempi di pagamento della PA, che oscillano attorno ad una media di 180 giorni, per toccare punte di 210 giorni nel settore dei lavori pubblici.
La lettera di messa in mora segue il primo richiamo, inviato a febbraio, dopo i ripetuti ritardi segnalati da professionisti e imprese. All’epoca era stato contestato all’Italia non solo il ritardo nei pagamenti, ma anche la presenza di prassi inique e l’inserimento di clausole vessatorie, come la postdatazione delle fatture.
Dopo l’invio della seconda lettera, l’Italia avrà a disposizione due mesi di tempo per rispondere a Bruxelles inviando le proprie motivazioni.
Duro il commento dell’Associazione nazionale costruttori edili (ANCE), secondo cui la messa in mora è la conseguenza delle numerose denunce. Secondo il presidente dell’Ance, Paolo Buzzetti, nonostante qualche passo avanti, il problema dei ritardi nei pagamenti continua ad essere “un macigno per le imprese di costruzione”. “Il nostro settore - ha commentato Buzzetti - è il più penalizzato perché i pagamenti in conto capitale, cioè delle opere pubbliche, risentono negativamente del patto di stabilità interno”. Per questi motivi, propone l’Ance, “è necessario allentare il patto di stabilità interno per gli investimenti, da questa decisione dipende il futuro del settore edile”.
Già l’anno scorso l’associazione degli edili aveva lamentato che, nonostante il decreto per lo sblocco dei pagamenti stesse funzionando, continuavano a registrarsi tempi troppo lunghi, con punte fino a 235 giorni, a causa del patto di stabilità, che creava agli enti pubblici una mancanza di liquidità.
Per alcuni esponenti del Governo, invece, la procedura di infrazione assume una connotazione politica. Il Ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, si è detto sorpreso dall’avvio della procedura visto che l’attuale Governo ha intrapreso iniziative per lo sblocco dei pagamenti.
Sulla stessa lunghezza d’onda il sottosegretario alle politiche europee, Sandro Gozi, che nell’invio della lettera vede una strumentalizzazione politica, e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri, Graziano Delrio, che dal proprio profilo Twitter ha reso noto che "siamo pronti a pagare subito e non ci saranno ritardi".
Pronta la replica di Antonio Tajani, che abbandonerà a breve il suo ruolo di vicepresidente della Commissione europea per diventare europarlamentare nelle fila di Forza Italia. “Ho avuto sempre lo stesso problema con tutti i governi, la mia posizione era la stessa anche con Berlusconi" ha affermato il vicepresidente uscente, che ha specificato come la procedura di infrazione non costituisca un intervento contro il governo Renzi, ma contro l’Italia, che per far archiviare il fascicolo dovrebbe intervenire in modo strutturale con la revisione del patto di stabilità e "la divisione del Ministero dell'Economia in due ministeri, uno per le entrate e un altro per le uscite".
Norme correlate
Decreto Legislativo 09/11/2012 n.192
Modifiche al dlgs 9 ottobre 2002, n. 231, per l'integrale recepimento della direttiva 2011/7/UE relativa alla lotta contro i ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali, a norma dell'articolo 10, comma 1, della legge 11 novembre 2011, n. 180
Direttiva CEE 16/02/2011 n.2011/7/UE
Parlamento e Consiglio Europeo - Direttiva relativa alla lotta contro i ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali
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