01/02/2016 - Sorpassare la ‘sterile logica di accumulo casuale di crediti’, garantendo sia un’offerta formativa uniforme e gratuita, soprattutto per i neo laureati e per i professionisti a basso reddito, che uniformità di giudizio tra consigli di disciplina sul territorio nazionale.
Queste le
richieste avanzate dai senatori del Movimento 5 Stelle in un’interrogazione depositata il 26 gennaio 2016 e indirizzata al Ministro della Giustizia.
Formazione continua: le criticità per il conseguimento dei CFP
Secondo i senatori del M5S la norma che introduce
l’obbligo di formazione continua non tiene conto della condizione economica in cui versano i professionisti (secondo
l’Adepp con redditi sempre più bassi) in quanto non è prevista un’equa suddivisione tra corsi gratuiti e a pagamento.
Per gli interroganti sarebbe opportuno prevedere un
bilanciamento tra seminari e corsi gratuiti a fronte della quasi esclusiva offerta formativa privata, per garantire una
maggiore accessibilità a neo laureati e professionisti a basso reddito.
I senatori fanno anche notare al Ministro della Giustizia che la norma vigente non preveda nulla sul piano didattico: non sono ipotizzati eventuali "piani di studio" annuali o pluriennali, o qualsiasi altro strumento che possa valorizzare l'esperienza formativa sotto il profilo della coerenza e sensatezza del percorso didattico vero e proprio, conseguendo i CFP in “una
sterile logica di accumulo casuale di crediti”.
Perciò chiedono al Ministro di integrare la normativa sulla formazione obbligatoria per gli ingegneri, obbligando gli ordini territoriali a
garantire l'apprendimento "non formale" gratuito in misura proporzionale all'offerta formativa di natura privata autorizzata nel medesimo territorio.
E più in generale chiedono di migliorare il sistema formativo vigente per renderlo
un'opportunità che i professionisti in difficoltà economica, neolaureati e laureandi possano cogliere, e non un complicato obbligo da ottemperare.
Formazione continua ingegneri: la discrezionalità delle norme
Analizzando il
regolamento relativo alla formazione continua degli ingegneri i senatori hanno segnalato la
discrezionalità dei consigli di disciplina territoriali nel
valutare gli iscritti all'albo che non abbiano maturato la soglia minima dei 30 CFP annuali, senza alcuna certezza circa la formulazione delle relative sanzioni.
Inoltre hanno messo in evidenza
l'arbitrarietà con la quale vengono
attribuiti i CFP a corsi o seminari formativi. Manca infatti una norma chiara e uniforme a cui gli ordini territoriali devono attenersi per il riconoscimento di crediti associati a corsi o seminari formativi, affinché sia garantita omogeneità della qualità dell'offerta formativa sull'intero territorio nazionale e non vi sia alcuna
disparità di trattamento nei confronti di alcuna società o ente richiedenti certificazione.
Per supportare le proprie tesi i senatori fanno riferimento alla
sentenza della causa C-1/12 emanata dalla Corte di giustizia Europea, la quale ha stabilito che
un ordine professionale non può imporre ai propri membri un sistema di formazione obbligatoria che elimina parzialmente la concorrenza e stabilisce
condizioni discriminatorie a danno dei suoi concorrenti, poiché la restrizione della concorrenza è vietata dal diritto dell'Unione.
Per questo i senatori hanno chiesto di adottare delle misure per
garantire maggiore uniformità sul territorio nazionale per quanto riguarda la certificazione a scopo formativo di enti e società a cui devono attenersi gli ordini territoriali nazionali nell'ambito dei crediti formativi professionali.
In più hanno chiesto
uniformità di giudizio tra consigli di disciplina facenti capo ad ordini territoriali differenti nel caso in cui un iscritto compia un atto professionale senza essere in possesso del numero previsto di 30 CFP.
Formazione e lavoro: un nuovo ruolo per ordini territoriali
Secondo i 5 Stelle sarebbe auspicabile un
ruolo diverso degli ordini e dei consigli nazionali,
verso un'integrazione tra formazione e occupazione, in particolare dei giovani iscritti, attraverso opportunità di tirocini formativi tra mondo del lavoro e professioni, inclusi rapporti con pubblica amministrazione (genio civile, uffici tecnici, eccetera) e imprese private locali, con l’attivazione di protocolli di intesa.
Secondo i senatori infatti l’ordine professionale dovrebbe essere
incline alla "formazione per il lavoro" e non al "lavoro di formazione".
Gli interroganti infatti chiedono una revisione del regolamento degli ingegneri che, nell'art. 13 recita: "Il presente regolamento
può essere soggetto a revisione trascorso un periodo di tre anni dalla sua entrata in vigore", evidenziando che ci sono gli adeguati margini temporali per un migliore aggiornamento della normativa.