24/03/2016 - Aprire il rubinetto della propria casa e poter usufruire di acqua potabile, all’occorrenza anche calda, è possibile grazie ad un impianto indispensabile per le abitazioni moderne, ovvero l’impianto idrico-sanitario.
Gli impianti idrici permettono un rifornimento costante di acqua potabile, quindi è fondamentale porre la dovuta attenzione alla
qualità dell’acqua destinata al consumo umano, considerando che può essere alterata da agenti esterni come fattori chimici e fattori microbiologici.
Preservare una buona qualità dell'acqua deve essere
l'obiettivo principale di coloro che progettano, installano, gestiscono il funzionamento e fanno manutenzione alle reti di distribuzione idrica. Alcune semplici misure di prevenzione possono essere la selezione dei materiali delle tubazioni, un corretto dimensionamento dell'impianto (calcolo effettivo delle reali perdite di carico) e il mantenimento di temperature di acqua calda superiori a 50°C.
Impianti idrici: aspetti normativi
Come prescrive il
DM 37/2008 gli impianti idrici e sanitari, indipendentemente dalla propria destinazione d’uso e dalle proprie dimensioni, sottostanno
all’obbligo di progetto realizzato da un progettista abilitato o da schema redatto dal responsabile tecnico della ditta installatrice. Tali elaborati devono essere tassativamente allegati alla Dichiarazione di Conformità degli impianti.
La
Direttiva Europea 98/83/CE, recepita in Italia con il
DL 31/2001, definisce la qualità minima dell’acqua da garantire agli utenti. Qualità di cui sono responsabili il progettista, l’installatore e il manutentore dal punto di consegna dell’acqua nell’impianto domestico, sino al rubinetto.
Il
DM 174/2004, ulteriore recepimento della Direttiva 98/83/CE, indica la
lista positiva dei materiali utilizzabili nel contesto di impianti di acqua sanitaria.
La
norma UNI 9182 specifica i criteri tecnici ed i parametri da considerare per il dimensionamento delle reti di distribuzione dell’acqua destinato al consumo umano, i criteri di dimensionamento per gli impianti di produzione, distribuzione e ricircolo dell’acqua calda, i criteri da adottare per la messa in esercizio degli impianti e gli impieghi dell’acqua non potabile e le limitazioni per il suo impiego.
Le normative
UNI EN 806, invece, integrano le informazioni fornite dalla norma nazionale per quanto riguarda l’avviamento e la gestione degli impianti sanitari.
Il rapporto tecnico
UNI CEN/TR 16355 costituisce un utile strumento per affrontare gli aspetti pratici installativi degli impianti sanitari, risultando quindi un valido strumento anche per gli idraulici ed i manutentori.
Le
Linee Guida per la prevenzione della legionellosi, oltre a illustrare gli aspetti teorici del batterio, specifica i principali accorgimenti da mantenere per la salvaguardia degli impianti sanitari. Tra questi argomenti spicca l’indicazione relativa alla gestione della corretta temperatura dell’acqua, che secondo le Linee Guida, deve essere mantenuta al di fuori dell’intervallo di proliferazione batterica ottimale (20-50°C).
Un impianto idrico-sanitario comprende:
- un
sistema di adduzione o di approvvigionamento, costituito dall'insieme delle reti, dei componenti e delle apparecchiature che permettono l'adduzione e la distribuzione dell'acqua calda e fredda alle varie utenze di un edificio;
-
un sistema di scarico, che permette lo smaltimento delle quantità necessarie a soddisfare le esigenze dell'utenza.
Un impianto idrico di adduzione inizia nel punto di allacciamento alla rete pubblica dell'acqua potabile e termina nel punto in cui l'acqua viene utilizzata, ovvero l'apparecchio sanitario (rubinetto, vasca da bagno, bidet, ecc).
I sistemi di adduzione presenti in quasi tutte le abitazioni
si allacciano direttamente alla rete pubblica
dell'acquedotto.
All'interno della rete, l'acqua è tenuta alla pressione di circa 5 - 6bar, in modo tale da poter raggiungere i piani più alti degli edifici, mentre nelle tubazioni di distribuzione dell'acqua nei fabbricati la pressione non deve superare i 3bar per evitare rumori, colpi d’ariete e rotture delle tubazioni. A tal fine si utilizzano dei
riduttori di pressione che mantengono a valle dell'impianto la pressione stabilita. Tali riduttori vengono montati a monte della rete di distribuzione interna e a valle del contatore.
Pompe e circolatori per impianti idrici
Tra i sistemi di pressurizzazione automatici c’è
E.SYBOX MINI di DAB PUMPS, un sistema di pressurizzazione automatico compatto per l’approvvigionamento idrico di una abitazione singola.

Tra i circolatori per impianti idrici c’è
Vega RGDA di RIELLO che garantisce elevate prestazioni e risparmio energetico (fino al 80% rispetto a circolatori tradizionali), garantendo il corretto apporto richiesto dall’impianto.

Un altro esempio è offerto da
REGUCIRC M di OVENTROP, un gruppo di ricircolo con miscelatore per condomini composto da pompa ad alta efficienza, valvola di non ritorno, valvole a sfera con termometro e miscelatore termostatico (campo di regolazione 35°C - 65°C).
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Serbatoi ed impianti di autoclave
Quando la pressione non è sufficiente a raggiungere i piani più alti di un edificio occorre
installare sistemi di sollevamento ausiliari, come l’autoclave, una vasca metallica chiusa ermeticamente che contiene al suo interno un compressore che pompa all’interno della vasca aria per impedire variazioni di pressione e permettere all’impianto di funzionare a pieno regime.
Per un corretto funzionamento l’autoclave è abbinata a una
elettropompa di soprelevazione che ha il compito di spingere l’acqua fino all’ultimo piano dell’edificio.
Un esempio è il
Serbatoio da interro di STARPLAST, un serbatoio in polietilene monoblocco per il contenimento di liquidi non particolarmente aggressivi, costruito nella tecnica di stampaggio rotazionale a spessore costante delle pareti (7/10 mm).
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Tubazioni e pezzi speciali per reti idriche
La rete di distribuzione è in genere costituita da tubi orizzontali di distribuzione, colonne montanti verticali, tubi distributori ai piani e ai vari apparecchi, e dagli organi di intercettazione (valvole).
I materiali delle reti idriche sono generalmente
l’acciaio zincato, il rame e le materie plastiche (polietilene atossico per acqua potabile e polipropilene). Ad esempio l’acciaio zincato si usa per evitare la corrosione per ossidazione e per le ottime caratteristiche di resistenza alle sollecitazioni indotte dall'acqua in pressione, le materie plastiche, di maggior utilizzo nell’ultimo periodo, spesso vengono scelte per i vantaggi in termini di riduzione dei tempi di montaggio e per la maggiore leggerezza e maneggevolezza (peso di circa 10 volte minore dell'acciaio).
Tutte le reti comunque
devono essere coibentate, per evitare le dispersioni termiche.
Tra le tubazioni per impianti idrici c‘è
FLUXO di REDI, un tubo multistrato che nasce dall’unione dei materiali di sintesi (PEX) ad uno strato interno di alluminio saldato tramite tecnologia laser che mantiene saldamente la forma data.

Tra le tubazioni e pezzi speciali per rete idrica c’è
RAUTITAN PX di REHAU, un sistema versatile completo di tubo, raccordo e manicotto autobloccante, che consente di realizzare un collegamento a tenuta stagna duraturo, senza creare punti di ristagno e senza richiedere guarnizioni aggiuntive.

Un altro esempio è
SANCO di KME ITALY - DIV. TUBI IDROTERMOSANITARI, composto da rame raffinato, non contenente elementi additivi quali coloranti, fluidificanti, plastificanti che possono essere invece presenti in materiali alternativi derivati dal petrolio.

Tra le tubazioni flessibili preisolate c’è
CALPEX di BRUGG PIPE SYSTEMS che può essere impiegata per l’approvvigionamento di acqua in generale, per usi industriali e civili con temperature fino a 95°C.

Un impianto all’avanguardia per il ricircolo dell’acqua calda sanitaria per edifici residenziali e pubblici è
Smartloop Inliner di VIEGA che tiene in movimento l’acqua calda in tutta la linea primaria, riducendo la dispersione termica e i rischi di stagnazione dell’acqua e di proliferazione di batteri. Inoltre evitando le temperature critiche per la proliferazione della legionella si rende automatico e meno oneroso il processo di disinfezione termica dell’impianto.
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Contatori, misuratori per impianti idrici
Ogni edificio che si collega alla rete pubblica deve essere dotato di un
contatore che permette di misurare la quantità di acqua consumata da ogni utenza (m 3). Di solito vengono installati in corrispondenza dell'accesso esterno del fabbricato al quale è destinata la fornitura di acqua, in modo che l’ente può effettuare le lettura periodiche dei consumi senza dover entrare nelle singole abitazioni.
Tra i contatori per acqua a getto singolo c’è
CPR-B2 di B METERS, utilizzato principalmente come contatore divisionale nelle utenze domestiche.

Tra i contabilizzatore per acqua c’è
CONTApiù di PANTHERM, un sistema di contabilizzazione centralizzata che migliora la gestione del reale consumo di ciascuna unità, senza sprechi e in base al reale utilizzo dell’impianto.
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L'acqua potabile distribuita dagli impianti idrici, pur essendo conforme agli specifici valori stabiliti dalla legge, può comunque contenere una serie di sostanze (ad es. sali incrostanti) che possono causare gravi danni sia alle reti distribuzione sia agli apparecchi che utilizzano l'acqua stessa. Si può quindi “
trattare” l’acqua prima della sua distribuzione al fine di ridurre la presenza delle sostanze indesiderate.
Tra le apparecchiature di trattamento dell’acqua ci sono i
Filtri di depurazione acqua, che hanno il compito di trattenere la sabbia e i solidi sospesi nell'acqua; i
Dosatori di polifosfati che immettono nell'acqua sali stabilizzatori in grado di inibire la precipitazione dei sali incrostanti e/o formare film protettivi contro le corrosioni; gli
Addolcitori che trasformano i sali incrostanti in sali solubili tramite l’azione di resine scambiatrici di ioni.
Tra i filtri di depurazione c’è
F78TS di HONEYWELL, adatto a installazioni ad elevata domanda d'acqua in grandi edifici residenziali per la fornitura centralizzata e in applicazioni commerciali e industriali. Il sistema brevettato di lavaggio in controcorrente permette una pulizia rapida e accurata del filtro.

Si può optare anche per i
Neutralizzatori, Stazioni di dosaggio, Debatterizzatori UV, Affinatori d'acqua e
Impianti ad osmosi inversa.
Tra le stazioni di dosaggio c’è
DOSACLOR di GEL, un sistema di dosaggio antilegionella per il controllo e il dosaggio proporzionale del disinfettante Gelclor e dell’anticorrosivo Gelfilmex, in impianti con accumulo acqua calda sanitaria. Indicato, in presenza di legionella, per contrastare lo sviluppo e la proliferazione del batterio.
RETI DI ADDUZIONE >> VEDI TUTTE
Gli impianti di scarico delle acque usate sono costituiti dalla rete di tubi che servono a
smaltire all'esterno dell'unità abitativa le acque in uscita da lavabi, wc, docce, vasche, lavandini della cucina, ecc. Una rete di scarico si distingue tra rete di scarico esterna per le acque piovane (acque bianche) e rete di scarico interna per le acque sanitarie (acque nere).
La rete di
scarico delle acque sanitarie è composta da:
- diramazioni: tratti orizzontali che raccolgono gli scarichi degli apparecchi sanitari nei singoli piani;
- colonne: tratti verticali che raccolgono gli scarichi delle diramazioni;
- collettori: tratti orizzontali, posti sotto il più basso dei piani serviti, che raccolgono gli scarichi delle colonne e scaricano in fognatura.
I tratti orizzontali della rete sono installati sempre con una
leggera pendenza ( che va dall’1 al 4 %)
per facilitare il deflusso. La rete di scarico non deve comunicare direttamente con l’aria interna degli ambienti e quindi gli ingressi devono essere chiusi con valvola idraulica a sifone.
Tale sistema di tubazione deve permettere il corretto deflusso delle acque ed il loro convogliamento alla rete fognaria; caratteristiche importanti per un
regolare deflusso sono: rapidità di scarico, assenza di deposito di residui, tenuta idraulica e dei gas, reintegro dell’aria trascinata o spinta durante il deflusso, giusto rapporto tra portata di scarico e diametro interessato onde evitare il riempimento dell’intera sezione.
Il deflusso dell’acqua nell’impianto deve avvenire
per gravità atmosferica: ne consegue che i liquami scendono per proprio peso. Pertanto tutte le diramazioni non verticali devono essere disposte con pendenza verso l’efflusso.
Nell’impianto devono essere collegate tubazioni che permettono, attraverso una presa ed uno sbocco, una
continua circolazione d’aria. La ventilazione ha la doppia funzione di consentire un’efficace aerazione e di contribuire al mantenimento dell’equilibrio delle pressioni nel sistema di scarico.
Tubazioni di scarico
Le tubazioni che raccolgono i liquami e li convogliano nei collettori devono essere dimensionate adeguatamente, con diametri appropriati onde evitare ostruzioni dei condotti che provocherebbero emissioni di odori verso i locali abitati, elevata rumorosità di scarico e ritorni di schiuma. Inoltre se si tratta di colonne di scarico i cambiamenti di direzione devono essere realizzati mediante curve a 45 ° e non a 90 °.
Un esempio è offerto da
SILENT PRO di GEBERIT ITALIA, un sistema di scarico ad innesto, ad alta capacità fonoisolante.

Un altro esempio di tubazione di scarico è offerto da
WAVIN ED Tech di WAVIN, un sistema di tubi e raccordi per lo scarico ad innesto in polipropilene autoestinguente che favorisce il deflusso delle acque usate ed evita il formarsi di incrostazioni.

Tra i sistemi a innesto per lo scarico c’è
PP3 di VALSIR, un sistema estremamente leggero che, grazie al bicchiere a innesto con guarnizione di tenuta idraulica, rappresenta una soluzione semplice per la realizzazione degli impianti di scarico a bassa e alta temperatura, impianti di ventilazione delle reti di scarico e per pluviali all’interno dei fabbricati adibiti a uso civile e industriale, ospedali e alberghi.
TUBAZIONI DI SCARICO >> VEDI TUTTE
Collettori per impianti di scarico
I collettori di scarico sono tubazioni suborizzontali che raccolgono i liquami provenienti dalle colonne di scarico e li convogliano nelle fogne. Le colonne di scarico sono collegate ai collettori in basso mediante sifone o direttamente.
Tra i collettori per l’incasso a parete c’è
IS BOX PLUS MPLUS di I.V.A.R. che permette la realizzazione di un sistema per la distribuzione dell’acqua calda e fredda sanitaria, in ottone antidezincificazione con guarnizioni in EPDM perossidico.

Un esempio è
TECEFLEX di TECE, un collettore sanitario totalmente ad incasso con placca esterna studiato per accedere facilmente alle valvole di intercettazione.

Un altro esempio è
R585C di GIACOMINI, un collettore componibile semplice per impianti sanitari, con rubinetti di intercettazione, in ottone con un campo di temperatura 5÷100 °C e pressione massima di esercizio pari a10 bar.
COLLETTORI PER IMPIANTI DI SCARICO >> VEDI TUTTI
Pozzetti per impianti di scarico
Ad ogni base di colonna è buona norma
posizionare un’ispezione. Le ispezioni sono raccordi a tenuta stagna con possibilità, in caso di necessità, di essere aperti per favorire l’accesso alla rimozione di eventuali ingombri.
Il diametro dell’ispezione deve essere uguale a quello del tubo fino a 110 mm. Per i tubi con diametri maggiori l’ispezione mantiene un’apertura di 110 mm. Tutte le ispezioni devono essere accessibili e di conseguenza devono essere lasciati spazi sufficienti per operare con gli utensili di pulizia.
Un esempio di pozzetto per impianto di scarico è
MONDIAL di ETERNO IVICA, in polipropilene, materiale che mantiene inalterate nel tempo le proprie caratteristiche, grazie a un’eccezionale resistenza al gelo e agli agenti atmosferici e chimici.
POZZETTI PER IMPIANTI DI SCARICO >> VEDI TUTTI
Tutte le acque reflue, prima di essere re-immesse nei fiumi o direttamente in mare, vengono trattate per essere tramite un processo di depurazione che si può articolare in degrassatori, vasche imhoff, vasche settiche, depuratori a fanghi attivi, percolatori anaerobici, percolatori aerobici con soffiante, percolatori aerobici senza soffiante, vasche disperdenti ecc.
Vasche di sedimentazione per impianti di scarico
Nelle vasche di
sedimentazione i batteri attivi, scindono le sostanze organiche rendendole sedimentabili, ossia separabili dai fanghi; tali sostanze di conseguenza si depositano sul fondo delle vasche.
Tra i sistemi di sedimentazione c’è
Fossa Imhoff con filtro aerobico di GAZEBO, un impianto in cui le acque chiarificate in uscita vengono trattate nel Filtro Percolatore Aerobico contenente corpi di riempimento in materiale plastico nel quale, con un processo ad opera di microrganismi aerobici adesi ai corpi di riempimento, si riduce ulteriormente la sostanza organica contenuta nel refluo.
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Impianti di fitodepurazione
La fitodepurazione è un processo per depurare le acque reflue civili (cucina, bagno), che utilizza le piante come filtri biologici in grado di ridurre le sostanze inquinanti in esse presenti. I trattamenti di fitodepurazione sono trattamenti di tipo biologico che sfruttano la capacità di autodepurazione degli ambienti acquatici, stagni e paludi, in cui si sviluppano particolari tipi di piante, come la canna palustre, che hanno la caratteristica di favorire la crescita di microrganismi mediante i quali avviene la depurazione.
Un esempio è il
Sistema trattamento acque reflue di CORDIVARI, che si articola in de grassatori, vasche imhoff, vasche settiche, depuratori a fanghi attivi, percolatori anaerobici, percolatori aerobici con soffiante, percolatori aerobici senza soffiante, vasche disperdenti.
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