
Antincendio: lo stato dell’arte
FOCUS
Antincendio: lo stato dell’arte
Una panoramica sulla normativa di prevenzione antincendio e sui prodotti per la protezione attiva e passiva
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del 11/04/2019

27/05/2016 - La sicurezza antincendio è uno dei requisiti essenziali ai quali devono rispondere gli edifici moderni al fine di salvaguardare l’incolumità delle persone e tutelare i beni e l’ambiente.
Per conseguire queste finalità, ogni opera di costruzione deve essere progettata e dotata di dispositivi per limitare l’innescarsi e il propagarsi di incendi.
Per le disposizioni relative alle modalità di presentazione delle istanze concernenti i procedimenti di prevenzione incendi e alla documentazione da allegare per la progettazione antincendio si deve fare riferimento al DM 7 agosto 2012.
Per gli impianti di protezione attiva contro l'incendio installati nelle attività soggette ai controlli di prevenzione incendi si applica il DM 20/12/2012.
Tra le norme di riferimento c’è il DLgs 139/2006 che chiarisce quali sono le funzioni e compiti dei VVF e il nuovo Codice di Prevenzione incendi (DM 3 agosto 2015) che mira a semplificare e razionalizzare l'attuale corpo normativo relativo alla prevenzione degli incendi attraverso l'introduzione di un unico testo organico e sistematico di disposizioni di prevenzione incendi applicabili ad attività soggette ai controlli di prevenzione incendi mediante l'utilizzo di un nuovo approccio metodologico.
Permangono comunque le regole specifiche per la prevenzione incendi a seconda delle attività previste, coma ad esempio:
- prevenzione incendi negli edifici di civile abitazione: DM 246/1987
- prevenzione incendi nei locali di pubblico spettacolo: DM 19/8/1996
- prevenzione incendi negli impianti sportivi: DM 18/3/1996
- prevenzione incendi negli alberghi: DM 9/4/1994
- prevenzione incendi nei campeggi: DM 28/2/2014
- prevenzione incendi nelle metropolitane : DM 21/10/2015
- minimizzazione delle occasioni di incendio;
- stabilità delle strutture portanti per un tempo utile ad assicurare il soccorso agli occupanti;
- limitata produzione e propagazione del fuoco e dei fumi all’interno delle opere e la limitata propagazione del fuoco alle opere vicine;
- possibilità che gli occupanti lascino l’opera indenni o che gli stessi siano soccorsi in altro modo;
- possibilità per le squadre di soccorso di operare in condizioni di sicurezza.
Per quanto riguarda la manutenzione ed i controlli dei mezzi di prevenzione antincendio è obbligatorio verificare il corretto funzionamento di estintori, porte tagliafuoco e mezzi di prevenzione necessari a garantire la sicurezza dei luoghi di lavoro e ridurre i rischi in caso di emergenza.
La progettazione antincendio è strettamente connessa alle specifiche norme in tema di prevenzione incendi; è quindi necessario rispettare i requisiti minimi del progetto indicati nell'allegato 1 del DM 07/08/2012 e suddivisi in: "relazione tecnica" e "elaborati grafici".
In particolare, la relazione tecnica di un progetto antincendio deve contenere almeno:
- l'individuazione dei pericoli di incendio a seconda delle attività presenti (destinazione d’uso, lavorazioni, macchine, apparecchiature ed attrezzi, impianti tecnologici di servizio, aree a rischio specifico ecc);
- la descrizione delle condizioni ambientali ( condizioni di accessibilità e viabilità, lay-out aziendale, caratteristiche degli edifici, aerazione, affollamento degli ambienti, ecc);
- valutazione qualitativa del rischio incendio con l’indicazione degli obiettivi di sicurezza assunti e l’indicazione delle azioni messe in atto per perseguirli;
- la descrizione delle misure di prevenzione e protezione antincendio con particolare riferimento al comportamento al fuoco delle strutture e dei materiali, ai presidi antincendio e alle norme tecniche di prodotto e di impianto prese a riferimento.
- la gestione dell’emergenza.
Gli elaborati grafici devono contenere come minimo:
- planimetria generale in scala;
- ubicazione delle attività;
- condizioni di accessibilità all’area e di viabilità al contorno ( accessi pedonali e carrabili);
- distanze di sicurezza esterne;
- risorse idriche della zona (idranti esterni, corsi d’acqua, acquedotti e riserve idriche);
- impianti tecnologici esterni (cabine elettriche, elettrodotti, rete gas, impianti di distribuzione gas tecnici);
- ubicazione degli elementi e dei dispositivi caratteristici del funzionamento degli impianti di protezione antincendio e degli organi di manovra in emergenza degli impianti tecnologici;
- piante dell’edificio in scala da 1:50 a 1:200, a seconda della dimensione dell’edificio o locale dell’attività’, relative a ciascun piano, recanti l’indicazione degli elementi caratterizzanti il rischio di incendio e le misure di sicurezza e protezione riportate nella relazione tecnica;
- sezioni ed eventuali prospetti degli edifici in scala adeguata.
Questi fini possono essere perseguiti con: barriere antincendio (isolamento dell’edificio; distanze di sicurezza esterne ed interne; muri tagliafuoco), strutture aventi caratteristiche di resistenza al fuoco commisurate ai carichi d’incendio, materiali classificati per la reazione al fuoco, sistemi di ventilazione, sistema di vie d’uscita commisurate al massimo affollamento ipotizzabile dell’ambiente di lavoro e alla pericolosità delle lavorazioni.
La resistenza al fuoco delle strutture rappresenta una delle fondamentali strategie di protezione da perseguire per garantire un adeguato livello di sicurezza della costruzione in condizioni di incendio e riguarda: la capacità portante in caso di incendio e la capacità di compartimentazione rispetto all’incendio per gli elementi di separazione.
La resistenza al fuoco rappresenta l’intervallo di tempo, espresso in minuti primi, di esposizione dell’elemento strutturale ad un incendio, durante il quale l’elemento costruttivo considerato conserva i requisiti progettuali di stabilità meccanica, di tenuta ai prodotti della combustione e di coibenza termica.
Sintetizzando si può affermare che la resistenza al fuoco può definirsi come l’attitudine di un elemento da costruzione (componente o struttura) a conservare nel tempo: la stabilità (R); la tenuta ai prodotti della combustione (E); l’isolamento termico (I); l’irraggiamento (W).
Pertanto con il simbolo REIW si identifica un elemento costruttivo che deve conservare, per un determinato tempo la stabilità, la tenuta, l’isolamento termico e la possibilità di irraggiamento; con il simbolo REI si identifica un elemento costruttivo che deve conservare, per un determinato tempo, la stabilità, la tenuta e l’isolamento termico; con il simbolo RE si identifica un elemento costruttivo che deve conservare, per un determinato tempo, solo la stabilità e la tenuta; con il simbolo R si identifica un elemento costruttivo che deve conservare, per un determinato tempo, la sola stabilità.
Quindi in relazione ai requisiti degli elementi strutturali in termini di materiali da costruzione utilizzati e spessori realizzati, essi vengono classificati da un numero che esprime i minuti primi per i quali conservano le caratteristiche in funzione delle lettere R, E, I o W.
Tra i Pannelli ignifughi per divisori interni c’è FIREBOARD di KNAUF ITALIA, lastra in gesso rinforzato, priva di smussature ai bordi formata da un nucleo di gesso, rivestito con un velo di speciali fibre di vetro, che crea una barriera idonea ad impedire, sotto l’azione del fuoco, fenomeni di cedimento e rottura e certificata ed omologata in classe “0” di reazione al fuoco e certificazione fino a REI 180; viene impiegata nel rivestimento di travi e pilastri in acciaio e in legno, nella costruzione delle canalizzazioni per le reti impiantistiche nella protezione di tutte le partizioni interne, dalle pareti divisorie alle contropareti e soffitti.

Un altro esempio è offerto da FIRELINE di SAINT-GOBAIN GYPROC, una lastra speciale di tipo DF con incrementata coesione del nucleo ad alta temperatura, il cui gesso è additivato con fibre di vetro e vermiculite al fine di aumentarne la capacità di resistenza al fuoco. Si identifica per la colorazione rosa del rivestimento sulla faccia a vista.

Tra i Pannelli tagliafuoco per rivestimenti esterni c’è ATHOS di ELCOM SYSTEM caratterizzato da una buona incombustibilità ed una elevata resistenza al fuoco (REI 45 - REI 60 - REI 90 - REI 120).

Per la realizzazione di controsoffitti, pareti divisorie, setti autoportanti, rivestimenti di pareti e solai, da utilizzare per la protezione passiva antincendio c’è MGO FIRE PLUS di ITP, un sistema di lastre composte da ossido di magnesio, silicati, vermiculite, perlite, fibre di legno mineralizzate e rivestite sulle due facce con uno strato di fibra di vetro, incombustibili (omologate in classe A1 di reazione al fuoco) ed estremamente resistenti all’azione del fuoco.

Tra i Blocchi per tamponamenti tagliafuoco c’è LECABLOCCO TAGLIAFUOCO di ANPEL l’elemento da costruzione in calcestruzzo di argilla espansa Leca la cui densità è ottimizzata per garantire superiori prestazioni di resistenza al fuoco.

Anche i BLOCCHI POROTON TAGLIAFUOCO sono particolarmente indicati come tamponamenti tagliafuoco; infatti in caso d’incendio, le pareti in POROTON: non contribuiscono in alcun modo al carico d’incendio; mantengono inalterato il loro potere isolante; non emettono fumi o gas tossici.

Un altro elemento importante in caso d’incendio è costituito dalle Barriere al fumo che creano una compartimentazione a soffitto e servono per chiudere e dividere ambienti diversi, altrimenti difficilmente separabili.
Un esempio è offerto dalle Barriere al fumo attive SHA - D120 di CAODURO a funzionamento gravitazionale, sono costituite da un box portarulli metallico zincato in cui è contenuta la barriera in tessuto flessibile di fibra di vetro spalmato di polimero di alluminio di colore grigio su entrambi i lati, arrotolata su un rullo di avvolgimento con motore che scende e divide gli ambienti in caso di necessità.

Tra le barriere al fumo fisse c’è STOP SMOKE di BOVEMA ITALIA omologate secondo la norma UNI EN 12101-1, con parti metalliche a vista sono in lamiera zincata, che agevolano l'evacuazione di fumo e gas caldi.

PARETI E CONTROSOFFITTI IGNIFUGHI >> VEDI TUTTI
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Tra le porte tagliafuoco c’è MAGNUM di NOVOFERM SCHIEVANO, REI 120, che rappresenta un ottima soluzione per la compartimentazione di vani di grandi dimensioni dove, per problematiche tecniche, non è possibile l’installazione di portoni scorrevoli.

Tra le porte tagliafuoco in vetro c’è ISOFIREGLAS® STEELSWING di SAN.CO COSTRUZIONI TECNOLOGICHE un prodotto che permette di raggiungere gli standard qualitativi più elevati ed una straordinaria efficienza complessiva del sistema con una combinazione perfetta di sicurezza, resistenza al fuoco e diffusione di luce naturale attraverso un design innovativo.

Un ruolo importante è ricoperto anche dai Portoni tagliafuoco che possono essere anche scorrevoli come REI 120 di CAMPISA, montato su guida inclinata e dotato di contrappeso e di fusibile termico oppure di elettromagnete.

Un altro esempio è Portone tagliafuoco di KOPRON che divide gli ambienti in modo da impedire il propagarsi di fumo e fiamme, possiede la capacità di isolamento termico in modo da impedire la propagazione del fuoco attraverso irraggiamento e mantiene la facilità d’apertura anche durante l’incendio per favorire la fuga delle persone coinvolte.

Nel caso di edifici in cui vi sono molte superfici vetrate è possibile ricorrere alle Vetrate tagliafuoco; tra queste FORSTER FUEGO di FORSTER un programma ampiamente collaudato e molto vasto di profili con accessori e guarnizioni per porte tagliafuoco che resistono a sollecitazioni anche estreme.

Un altro esempio è JANSEN FIRE di JANSEN, un sistema completo di profili, accessori e guarnizioni per la realizzazione di chiusure con caratteristiche di tenuta al fuoco.

Tra i Vetri resistenti al fuoco c'è Pilkington Pyrodur un vetro stratificato di sicurezza (spessore a partire da 9 mm) progettato per garantire la tenuta in caso d'incendio che offre anche prestazioni di limitazioni d'irraggiamento.

Un altro esempio è PYROSWISS di GLASSOLUTIONS un vetro di protezione antincendio polivalente che può essere utilizzato sia all'interno che all'esterno e che protegge da fuoco, fumi e gas tossici.

PORTE E CHIUSURE TAGLIAFUOCO >> VEDI TUTTE
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Si può quindi ricorrere ad intonaci per la protezione dal fuoco come KF 4 di Fassa, usato come intonaco di fondo dove sia previsto l’impiego di un intonaco protettivo antincendio su murature in mattoni, blocchi in calcestruzzo, calcestruzzo grezzo, etc.

Tra le Pitture per la protezione dal fuoco c’è IGNISTEEL di CAP ARREGHINI, una pittura ignifuga con effetto antiruggine idonea a prevenire la corrosione di supporti metallici ferrosi esposti all’interno e all’esterno.

Si può ricorrere anche alle Vernici per la protezione dal fuoco come AITHON PV33 di AITHON RICERCHE INTERNATIONAL, indicata per la protezione del legno che risulta rimanere stabile e in caso d'incendio si rigonfia formando uno spesso strato schiumoso microcellulare che si pone come uno scudo isolante tra la fiamma e il legno.

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La scala protetta è una scala racchiusa entro strutture perimetrali resistenti al fuoco ed avente accesso diretto al pianerottolo di ogni piano mediante porta resistente al fuoco. La scala deve essere dotata, in sommità, di vano di aereazione di superficie non inferiore a 1 mq .
La scala a prova di fumo è una scala realizzata entro gabbia, costituita da pareti continue resistenti al fuoco ed avente accesso, per ogni piano, da un filtro a prova di fumo o con accesso da balcone esterno o da disimpegno completamente aperto su spazio a cielo scoperto per almeno un lato.
La scala di sicurezza esterna è una scala totalmente esterna, rispetto al fabbricato servito, munita di parapetto regolamentare e realizzata con materiali incombustibili.
Un esempio di scale di sicurezza esterne è SCALA DI SICUREZZA A STRUTTURA CENTRALE di ALUSCALAE adattabili a qualsiasi edifici nuovo o ristrutturazione/messa in sicurezza, privato o pubblico, caratterizzati dalla leggerezza della soluzione “tutto Alluminio”.

Un altro esempio è FUTUR di SO.C.E.T. una scala antincendio metallica con strutture portanti realizzate con profilati a caldo o sagomati a freddo in acciaio Fe 430 B.

SCALE DI SICUREZZA E ANTINCENDIO >> VEDI TUTTE
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ALUSCALAE
SVELT
GRIGLIATI BALDASSAR
SARA STEEL
Tra queste misure ci sono: estintori, rete idrica antincendi, impianti di rivelazione automatica d’incendio, impianti di spegnimento automatici, dispositivi di segnalazione e d’allarme ed evacuatori di fumo e calore.
Un esempio sono gli Impianti antincendio di GAZEBO composti da gruppi di pressurizzazione, riserva idrica (vasche per accumulo idrico) e locale tecnico monoblocco prefabbricati in C.A.
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Un altro esempio è costituito dai Sistemi di pressurizzazione di SALMSON, realizzati con 2 o 3 elettropompe a seconda delle esigenze.

Tra i provvedimenti di protezione attiva ci sono i Sistemi di rilevazione ed allarme antincendio, finalizzati alla rivelazione tempestiva del processo di combustione prima cioè che questo degeneri nella fase di incendio generalizzato. Infatti è fondamentale riuscire ad avere un tempo d’intervento inferiore al tempo di prima propagazione, ossia intervenire prima che si sia verificato il “flash over”.
Se si agisce prima del “flash over”si è ancora nel campo delle temperature relativamente basse, l’incendio non si è ancora esteso a tutto il sistema e quindi ne è più facile lo spegnimento ed i danni sono ancora contenuti. Pertanto un impianto di rivelazione automatica consente di avviare un tempestivo sfollamento delle persone, attivare un piano di intervento e dei sistemi di protezione contro l’incendio (manuali e/o automatici di spegnimento).
Tra questo genere d’impianti c’è Antincendio Tecnologia Indirizzata di COMELIT GROUP che consente la precisa identificazione del punto che ha generato l’allarme anche in impianti costituiti da centinaia o migliaia di punti di rivelazione automatica e manuale ed è adatto per qualsiasi tipo di applicazione dal terziario di ridotte dimensioni (negozi, magazzini, parcheggi pubblici ecc) agli impianti più grandi (musei, scuole, industrie, aeroporti ecc).

Un altro esempio è offerto da TRIDENT-XP di FSP SISTEMI, centrali di rivelazione incendio indirizzate che dispongono di uscite controllate e programmabili, porte di comunicazione RS 232/485 e TCP/IP per software grafico di supervisione e visualizzazione mappe, modem per telegestione, protocollo MODBUS.

IMPIANTI ANTINCENDIO ED ESTINGUENTI >> VEDI TUTTI
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Gli EFC consentono pertanto di agevolare lo sfollamento delle persone presenti e l’azione dei soccorritori grazie alla maggiore probabilità che i locali restino liberi da fumo almeno fino ad un’altezza da terra tale da non compromettere la possibilità di movimento. Inoltre permettono di proteggere le strutture e le merci contro l’azione del fumo e dei gas caldi ed eventuali sostanze tossiche, riducendo in particolare il rischio e di collasso delle strutture portanti e di ritardare o evitare il “flash over”.
Tra gli EFC a ventilazione naturale c’è CSP di Velux, una finestra cupolino per l'evacuazione di fumo e calore dotata di un sistema di apertura con doppio motore e pantografi che consente un'apertura di 50 cm.

Tra i EFC a ventilazione meccanica c’è mcr PASAT di AF SYSTEMS un estrattore di fumi progettato per estrarre fumi e calore da aree esposte al fuoco.

EVACUATORI DI FUMO E CALORE (EFC) >> VEDI TUTTI
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Per conseguire queste finalità, ogni opera di costruzione deve essere progettata e dotata di dispositivi per limitare l’innescarsi e il propagarsi di incendi.
Prevenzione incendi: la normativa
La normativa antincendio è ricca di norme che si applicano a seconda del contesto in cui si opera. Tra le normative c’è il Regolamento di prevenzione incendi (DPR 151/2011) per la prevenzione degli incendi che introduce la Scia anche in ambito di certificazione antincendio. E che distingue le attività sottoposte ai controlli di prevenzione incendi in tre categorie (A, B e C) a seconda della pericolosità.Per le disposizioni relative alle modalità di presentazione delle istanze concernenti i procedimenti di prevenzione incendi e alla documentazione da allegare per la progettazione antincendio si deve fare riferimento al DM 7 agosto 2012.
Per gli impianti di protezione attiva contro l'incendio installati nelle attività soggette ai controlli di prevenzione incendi si applica il DM 20/12/2012.
Tra le norme di riferimento c’è il DLgs 139/2006 che chiarisce quali sono le funzioni e compiti dei VVF e il nuovo Codice di Prevenzione incendi (DM 3 agosto 2015) che mira a semplificare e razionalizzare l'attuale corpo normativo relativo alla prevenzione degli incendi attraverso l'introduzione di un unico testo organico e sistematico di disposizioni di prevenzione incendi applicabili ad attività soggette ai controlli di prevenzione incendi mediante l'utilizzo di un nuovo approccio metodologico.
Permangono comunque le regole specifiche per la prevenzione incendi a seconda delle attività previste, coma ad esempio:
- prevenzione incendi negli edifici di civile abitazione: DM 246/1987
- prevenzione incendi nei locali di pubblico spettacolo: DM 19/8/1996
- prevenzione incendi negli impianti sportivi: DM 18/3/1996
- prevenzione incendi negli alberghi: DM 9/4/1994
- prevenzione incendi nei campeggi: DM 28/2/2014
- prevenzione incendi nelle metropolitane : DM 21/10/2015
Prevenzione incendi e progettazione antincendio
Le regole di prevenzione incendio hanno come obiettivi primari:- minimizzazione delle occasioni di incendio;
- stabilità delle strutture portanti per un tempo utile ad assicurare il soccorso agli occupanti;
- limitata produzione e propagazione del fuoco e dei fumi all’interno delle opere e la limitata propagazione del fuoco alle opere vicine;
- possibilità che gli occupanti lascino l’opera indenni o che gli stessi siano soccorsi in altro modo;
- possibilità per le squadre di soccorso di operare in condizioni di sicurezza.
Per quanto riguarda la manutenzione ed i controlli dei mezzi di prevenzione antincendio è obbligatorio verificare il corretto funzionamento di estintori, porte tagliafuoco e mezzi di prevenzione necessari a garantire la sicurezza dei luoghi di lavoro e ridurre i rischi in caso di emergenza.
La progettazione antincendio è strettamente connessa alle specifiche norme in tema di prevenzione incendi; è quindi necessario rispettare i requisiti minimi del progetto indicati nell'allegato 1 del DM 07/08/2012 e suddivisi in: "relazione tecnica" e "elaborati grafici".
In particolare, la relazione tecnica di un progetto antincendio deve contenere almeno:
- l'individuazione dei pericoli di incendio a seconda delle attività presenti (destinazione d’uso, lavorazioni, macchine, apparecchiature ed attrezzi, impianti tecnologici di servizio, aree a rischio specifico ecc);
- la descrizione delle condizioni ambientali ( condizioni di accessibilità e viabilità, lay-out aziendale, caratteristiche degli edifici, aerazione, affollamento degli ambienti, ecc);
- valutazione qualitativa del rischio incendio con l’indicazione degli obiettivi di sicurezza assunti e l’indicazione delle azioni messe in atto per perseguirli;
- la descrizione delle misure di prevenzione e protezione antincendio con particolare riferimento al comportamento al fuoco delle strutture e dei materiali, ai presidi antincendio e alle norme tecniche di prodotto e di impianto prese a riferimento.
- la gestione dell’emergenza.
Gli elaborati grafici devono contenere come minimo:
- planimetria generale in scala;
- ubicazione delle attività;
- condizioni di accessibilità all’area e di viabilità al contorno ( accessi pedonali e carrabili);
- distanze di sicurezza esterne;
- risorse idriche della zona (idranti esterni, corsi d’acqua, acquedotti e riserve idriche);
- impianti tecnologici esterni (cabine elettriche, elettrodotti, rete gas, impianti di distribuzione gas tecnici);
- ubicazione degli elementi e dei dispositivi caratteristici del funzionamento degli impianti di protezione antincendio e degli organi di manovra in emergenza degli impianti tecnologici;
- piante dell’edificio in scala da 1:50 a 1:200, a seconda della dimensione dell’edificio o locale dell’attività’, relative a ciascun piano, recanti l’indicazione degli elementi caratterizzanti il rischio di incendio e le misure di sicurezza e protezione riportate nella relazione tecnica;
- sezioni ed eventuali prospetti degli edifici in scala adeguata.
Prevenzione incendi: le misure di protezione passiva
L’insieme delle misure di protezione che non richiedono l’azione di un uomo o l’azionamento di un impianto sono quelle che hanno come obiettivo la limitazione degli effetti dell’incendio nello spazio e nel tempo ( garantire l’incolumità dei lavoratori, limitare gli effetti nocivi dei prodotti della combustione, contenere i danni a strutture, macchinari, beni, ecc).Questi fini possono essere perseguiti con: barriere antincendio (isolamento dell’edificio; distanze di sicurezza esterne ed interne; muri tagliafuoco), strutture aventi caratteristiche di resistenza al fuoco commisurate ai carichi d’incendio, materiali classificati per la reazione al fuoco, sistemi di ventilazione, sistema di vie d’uscita commisurate al massimo affollamento ipotizzabile dell’ambiente di lavoro e alla pericolosità delle lavorazioni.
La resistenza al fuoco delle strutture rappresenta una delle fondamentali strategie di protezione da perseguire per garantire un adeguato livello di sicurezza della costruzione in condizioni di incendio e riguarda: la capacità portante in caso di incendio e la capacità di compartimentazione rispetto all’incendio per gli elementi di separazione.
La resistenza al fuoco rappresenta l’intervallo di tempo, espresso in minuti primi, di esposizione dell’elemento strutturale ad un incendio, durante il quale l’elemento costruttivo considerato conserva i requisiti progettuali di stabilità meccanica, di tenuta ai prodotti della combustione e di coibenza termica.
Sintetizzando si può affermare che la resistenza al fuoco può definirsi come l’attitudine di un elemento da costruzione (componente o struttura) a conservare nel tempo: la stabilità (R); la tenuta ai prodotti della combustione (E); l’isolamento termico (I); l’irraggiamento (W).
Pertanto con il simbolo REIW si identifica un elemento costruttivo che deve conservare, per un determinato tempo la stabilità, la tenuta, l’isolamento termico e la possibilità di irraggiamento; con il simbolo REI si identifica un elemento costruttivo che deve conservare, per un determinato tempo, la stabilità, la tenuta e l’isolamento termico; con il simbolo RE si identifica un elemento costruttivo che deve conservare, per un determinato tempo, solo la stabilità e la tenuta; con il simbolo R si identifica un elemento costruttivo che deve conservare, per un determinato tempo, la sola stabilità.
Quindi in relazione ai requisiti degli elementi strutturali in termini di materiali da costruzione utilizzati e spessori realizzati, essi vengono classificati da un numero che esprime i minuti primi per i quali conservano le caratteristiche in funzione delle lettere R, E, I o W.
Pareti e controsoffitti ignifughi
Per un adeguato comportamento al fuoco delle strutture è necessario utilizzare elementi protettivi non infiammabili, che possiedano capacità isolanti al calore anche quando sono investite dalla fiamma o da una sorgente di calore ad alta temperatura.Tra i Pannelli ignifughi per divisori interni c’è FIREBOARD di KNAUF ITALIA, lastra in gesso rinforzato, priva di smussature ai bordi formata da un nucleo di gesso, rivestito con un velo di speciali fibre di vetro, che crea una barriera idonea ad impedire, sotto l’azione del fuoco, fenomeni di cedimento e rottura e certificata ed omologata in classe “0” di reazione al fuoco e certificazione fino a REI 180; viene impiegata nel rivestimento di travi e pilastri in acciaio e in legno, nella costruzione delle canalizzazioni per le reti impiantistiche nella protezione di tutte le partizioni interne, dalle pareti divisorie alle contropareti e soffitti.

Un altro esempio è offerto da FIRELINE di SAINT-GOBAIN GYPROC, una lastra speciale di tipo DF con incrementata coesione del nucleo ad alta temperatura, il cui gesso è additivato con fibre di vetro e vermiculite al fine di aumentarne la capacità di resistenza al fuoco. Si identifica per la colorazione rosa del rivestimento sulla faccia a vista.

Tra i Pannelli tagliafuoco per rivestimenti esterni c’è ATHOS di ELCOM SYSTEM caratterizzato da una buona incombustibilità ed una elevata resistenza al fuoco (REI 45 - REI 60 - REI 90 - REI 120).

Per la realizzazione di controsoffitti, pareti divisorie, setti autoportanti, rivestimenti di pareti e solai, da utilizzare per la protezione passiva antincendio c’è MGO FIRE PLUS di ITP, un sistema di lastre composte da ossido di magnesio, silicati, vermiculite, perlite, fibre di legno mineralizzate e rivestite sulle due facce con uno strato di fibra di vetro, incombustibili (omologate in classe A1 di reazione al fuoco) ed estremamente resistenti all’azione del fuoco.

Tra i Blocchi per tamponamenti tagliafuoco c’è LECABLOCCO TAGLIAFUOCO di ANPEL l’elemento da costruzione in calcestruzzo di argilla espansa Leca la cui densità è ottimizzata per garantire superiori prestazioni di resistenza al fuoco.

Anche i BLOCCHI POROTON TAGLIAFUOCO sono particolarmente indicati come tamponamenti tagliafuoco; infatti in caso d’incendio, le pareti in POROTON: non contribuiscono in alcun modo al carico d’incendio; mantengono inalterato il loro potere isolante; non emettono fumi o gas tossici.

Un altro elemento importante in caso d’incendio è costituito dalle Barriere al fumo che creano una compartimentazione a soffitto e servono per chiudere e dividere ambienti diversi, altrimenti difficilmente separabili.
Un esempio è offerto dalle Barriere al fumo attive SHA - D120 di CAODURO a funzionamento gravitazionale, sono costituite da un box portarulli metallico zincato in cui è contenuta la barriera in tessuto flessibile di fibra di vetro spalmato di polimero di alluminio di colore grigio su entrambi i lati, arrotolata su un rullo di avvolgimento con motore che scende e divide gli ambienti in caso di necessità.

Tra le barriere al fumo fisse c’è STOP SMOKE di BOVEMA ITALIA omologate secondo la norma UNI EN 12101-1, con parti metalliche a vista sono in lamiera zincata, che agevolano l'evacuazione di fumo e gas caldi.

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LINK industries | OLYMPUS-FRP |
Knauf Italia | LecaSistemi |
PROMAT | Perlite Italiana |
M.v.b. | Consorzio Poroton Italia |
GLOBAL BUILDING | Würth |
GESSI ROCCASTRADA | ANPEL |
ELCOM SYSTEM | ITALPANNELLI |
CAODURO | Premac Prefabbricati |
Saint-Gobain Gyproc |
Porte e chiusure tagliafuoco
Per una completa ed efficace compartimentazione i muri tagliafuoco non dovrebbero avere aperture, ma è ovvio che in un ambiente di lavoro è necessario assicurare un’agevole comunicazione tra tutti gli ambienti. Pertanto è inevitabile realizzare le comunicazioni e dotarle di elementi di chiusura aventi le stesse caratteristiche di resistenza al fuoco del muro su cui sono applicati.Tra le porte tagliafuoco c’è MAGNUM di NOVOFERM SCHIEVANO, REI 120, che rappresenta un ottima soluzione per la compartimentazione di vani di grandi dimensioni dove, per problematiche tecniche, non è possibile l’installazione di portoni scorrevoli.

Tra le porte tagliafuoco in vetro c’è ISOFIREGLAS® STEELSWING di SAN.CO COSTRUZIONI TECNOLOGICHE un prodotto che permette di raggiungere gli standard qualitativi più elevati ed una straordinaria efficienza complessiva del sistema con una combinazione perfetta di sicurezza, resistenza al fuoco e diffusione di luce naturale attraverso un design innovativo.

Un ruolo importante è ricoperto anche dai Portoni tagliafuoco che possono essere anche scorrevoli come REI 120 di CAMPISA, montato su guida inclinata e dotato di contrappeso e di fusibile termico oppure di elettromagnete.

Un altro esempio è Portone tagliafuoco di KOPRON che divide gli ambienti in modo da impedire il propagarsi di fumo e fiamme, possiede la capacità di isolamento termico in modo da impedire la propagazione del fuoco attraverso irraggiamento e mantiene la facilità d’apertura anche durante l’incendio per favorire la fuga delle persone coinvolte.

Nel caso di edifici in cui vi sono molte superfici vetrate è possibile ricorrere alle Vetrate tagliafuoco; tra queste FORSTER FUEGO di FORSTER un programma ampiamente collaudato e molto vasto di profili con accessori e guarnizioni per porte tagliafuoco che resistono a sollecitazioni anche estreme.

Un altro esempio è JANSEN FIRE di JANSEN, un sistema completo di profili, accessori e guarnizioni per la realizzazione di chiusure con caratteristiche di tenuta al fuoco.

Tra i Vetri resistenti al fuoco c'è Pilkington Pyrodur un vetro stratificato di sicurezza (spessore a partire da 9 mm) progettato per garantire la tenuta in caso d'incendio che offre anche prestazioni di limitazioni d'irraggiamento.

Un altro esempio è PYROSWISS di GLASSOLUTIONS un vetro di protezione antincendio polivalente che può essere utilizzato sia all'interno che all'esterno e che protegge da fuoco, fumi e gas tossici.

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Intonaci e pitture intumescenti
Per proteggere le strutture dal rischio d’incendio si può ricorrere al trattamento delle strutture con particolari rivestimenti, tra i quali le vernici intumescenti che, grazie a una particolare reazione chimica, in presenza di alte temperature (raggiunte durante un incendio) sviluppano una schiuma resistente al fuoco, che ha funzione ignifuga e isolante.Si può quindi ricorrere ad intonaci per la protezione dal fuoco come KF 4 di Fassa, usato come intonaco di fondo dove sia previsto l’impiego di un intonaco protettivo antincendio su murature in mattoni, blocchi in calcestruzzo, calcestruzzo grezzo, etc.

Tra le Pitture per la protezione dal fuoco c’è IGNISTEEL di CAP ARREGHINI, una pittura ignifuga con effetto antiruggine idonea a prevenire la corrosione di supporti metallici ferrosi esposti all’interno e all’esterno.

Si può ricorrere anche alle Vernici per la protezione dal fuoco come AITHON PV33 di AITHON RICERCHE INTERNATIONAL, indicata per la protezione del legno che risulta rimanere stabile e in caso d'incendio si rigonfia formando uno spesso strato schiumoso microcellulare che si pone come uno scudo isolante tra la fiamma e il legno.

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Scale di sicurezza e antincendio
Le scale sono elemento fondamentale nel sistema di vie di esodo in edifici multipiano, tuttavia possono costituire una soluzione di continuità nella compartimentazione di un edificio. Per garantire la necessità di scale sempre praticabili e non invase da fumo o fiamme di eventuali incendi, vengono realizzati dei particolari tipi di scala: scala protetto, scala a prova di fumo e scala di sicurezza esterna.La scala protetta è una scala racchiusa entro strutture perimetrali resistenti al fuoco ed avente accesso diretto al pianerottolo di ogni piano mediante porta resistente al fuoco. La scala deve essere dotata, in sommità, di vano di aereazione di superficie non inferiore a 1 mq .
La scala a prova di fumo è una scala realizzata entro gabbia, costituita da pareti continue resistenti al fuoco ed avente accesso, per ogni piano, da un filtro a prova di fumo o con accesso da balcone esterno o da disimpegno completamente aperto su spazio a cielo scoperto per almeno un lato.
La scala di sicurezza esterna è una scala totalmente esterna, rispetto al fabbricato servito, munita di parapetto regolamentare e realizzata con materiali incombustibili.
Un esempio di scale di sicurezza esterne è SCALA DI SICUREZZA A STRUTTURA CENTRALE di ALUSCALAE adattabili a qualsiasi edifici nuovo o ristrutturazione/messa in sicurezza, privato o pubblico, caratterizzati dalla leggerezza della soluzione “tutto Alluminio”.

Un altro esempio è FUTUR di SO.C.E.T. una scala antincendio metallica con strutture portanti realizzate con profilati a caldo o sagomati a freddo in acciaio Fe 430 B.

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Antincendio: misure di protezione attiva
Le misure di protezione attiva sono quelle che richiedono l’azione di un uomo o l’azionamento di un impianto per la rilevazione, la segnalazione e lo spegnimento di un incendio.Tra queste misure ci sono: estintori, rete idrica antincendi, impianti di rivelazione automatica d’incendio, impianti di spegnimento automatici, dispositivi di segnalazione e d’allarme ed evacuatori di fumo e calore.
Impianti antincendio ed estinguenti
Gli impianti di spegnimento automatici entrano in funzione nel caso in cui l’incendio sia già in atto e si classificano a seconda delle sostanze utilizzate per l’azione estinguente (Impianti ad acqua, a schiuma, ad anidride carbonica, a polvere ecc).Un esempio sono gli Impianti antincendio di GAZEBO composti da gruppi di pressurizzazione, riserva idrica (vasche per accumulo idrico) e locale tecnico monoblocco prefabbricati in C.A.
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Un altro esempio è costituito dai Sistemi di pressurizzazione di SALMSON, realizzati con 2 o 3 elettropompe a seconda delle esigenze.

Tra i provvedimenti di protezione attiva ci sono i Sistemi di rilevazione ed allarme antincendio, finalizzati alla rivelazione tempestiva del processo di combustione prima cioè che questo degeneri nella fase di incendio generalizzato. Infatti è fondamentale riuscire ad avere un tempo d’intervento inferiore al tempo di prima propagazione, ossia intervenire prima che si sia verificato il “flash over”.
Se si agisce prima del “flash over”si è ancora nel campo delle temperature relativamente basse, l’incendio non si è ancora esteso a tutto il sistema e quindi ne è più facile lo spegnimento ed i danni sono ancora contenuti. Pertanto un impianto di rivelazione automatica consente di avviare un tempestivo sfollamento delle persone, attivare un piano di intervento e dei sistemi di protezione contro l’incendio (manuali e/o automatici di spegnimento).
Tra questo genere d’impianti c’è Antincendio Tecnologia Indirizzata di COMELIT GROUP che consente la precisa identificazione del punto che ha generato l’allarme anche in impianti costituiti da centinaia o migliaia di punti di rivelazione automatica e manuale ed è adatto per qualsiasi tipo di applicazione dal terziario di ridotte dimensioni (negozi, magazzini, parcheggi pubblici ecc) agli impianti più grandi (musei, scuole, industrie, aeroporti ecc).

Un altro esempio è offerto da TRIDENT-XP di FSP SISTEMI, centrali di rivelazione incendio indirizzate che dispongono di uscite controllate e programmabili, porte di comunicazione RS 232/485 e TCP/IP per software grafico di supervisione e visualizzazione mappe, modem per telegestione, protocollo MODBUS.

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Evacuatori di fumo e calore (EFC)
Gli evacuatori di fumo e di calore (EFC) sono di frequente utilizzati in combinazione con impianti di rivelazione e sono basati sullo sfruttamento del movimento verso l’alto delle masse di gas caldi generate dall’incendio che, a mezzo di aperture sulla copertura, vengono evacuate all’esterno.Gli EFC consentono pertanto di agevolare lo sfollamento delle persone presenti e l’azione dei soccorritori grazie alla maggiore probabilità che i locali restino liberi da fumo almeno fino ad un’altezza da terra tale da non compromettere la possibilità di movimento. Inoltre permettono di proteggere le strutture e le merci contro l’azione del fumo e dei gas caldi ed eventuali sostanze tossiche, riducendo in particolare il rischio e di collasso delle strutture portanti e di ritardare o evitare il “flash over”.
Tra gli EFC a ventilazione naturale c’è CSP di Velux, una finestra cupolino per l'evacuazione di fumo e calore dotata di un sistema di apertura con doppio motore e pantografi che consente un'apertura di 50 cm.

Tra i EFC a ventilazione meccanica c’è mcr PASAT di AF SYSTEMS un estrattore di fumi progettato per estrarre fumi e calore da aree esposte al fuoco.

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