
Ricostruzione case e imprese in Centro Italia, un miliardo di euro dalla BEI
RISTRUTTURAZIONE
Ricostruzione case e imprese in Centro Italia, un miliardo di euro dalla BEI
Accordo con Cassa Depositi e Prestiti per la prima tranche dei 5 miliardi di euro. Le risorse saranno erogate dalle banche
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del 12/03/2018

28/06/2017 - È in arrivo un miliardo di euro per la ricostruzione di case e imprese danneggiate dagli eventi sismici dell’Italia centrale. La Banca Europea degli Investimenti (BEI) e Cassa Depositi e Prestiti (CdP) hanno siglato un accordo che rende disponibile la prima tranche della cifra complessiva di 5 miliardi di euro da destinare al ripristino delle costruzioni private.
I fondi serviranno a coprire i costi per il recupero e la messa in sicurezza delle abitazioni danneggiate, delle imprese e delle strutture produttive (come magazzini, capannoni, beni strumentali, scorte e simili).
La BEI ha inoltre annunciato un ulteriore stanziamento da un miliardo di euro per la ricostruzione degli edifici pubblici, cioè scuole, ospedali, tribunali, uffici amministrativi.
Guarda le banche aderenti alla convenzione
Le famiglie e le imprese intenzionate ad effettuare gli interventi di riparazione e messa in sicurezza, dopo aver ottenuto la certificazione del danno, presenteranno alle banche aderenti la richiesta per ottenere la cifra necessaria per i lavori. Le banche erogheranno le risorse, in base agli stati di avanzamento dei lavori, direttamente ai professionisti e alle ditte incaricate della progettazione ed esecuzione delle opere.
Il finanziamento, hanno spiegato i rappresentanti degli enti coinvolti, si basa sul meccanismo del credito d’imposta, già sperimentato con successo dopo il sisma del 2012 in Emilia Romagna. Al momento della restituzione del prestito, infatti, le banche otterranno un credito di imposta dallo Stato per pari importo, che riscuoteranno su base 25ennale. Grazie ai tassi favorevoli praticati dalla BEI, ci sarà un risparmio per i conti pubblici quantificabile in quasi 200 milioni di euro in 25 anni.
I contributi coprono il costo dell’intervento, le opere di pronto intervento e di messa in sicurezza, le indagini e le prove di laboratorio, le opere di miglioramento sismico o di ricostruzione, le opere di efficientamento energetico, le spese tecniche e i compensi per amministratori di condomini o di consorzi tra proprietari costituiti per gestire gli interventi in modo unitario, il ripristino e riacquisto di scorte e il ristoro dei danni economici sui prodotti giacenti, l’acquisto, nello stesso comune, di interi immobili ove delocalizzare definitivamente l’attività produttiva, la riparazione e l’acquisto dei beni mobili strumentali danneggiati o distrutti, compresi impianti, macchinari, attrezzature anche acquisiti con contratto di leasing.
I fondi serviranno a coprire i costi per il recupero e la messa in sicurezza delle abitazioni danneggiate, delle imprese e delle strutture produttive (come magazzini, capannoni, beni strumentali, scorte e simili).
La BEI ha inoltre annunciato un ulteriore stanziamento da un miliardo di euro per la ricostruzione degli edifici pubblici, cioè scuole, ospedali, tribunali, uffici amministrativi.
Ricostruzione privata, come funziona il finanziamento
Le risorse saranno erogate dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) che dovrà ricorrere ad un prestito con la BEI. La BEI trasferirà a sua volta le risorse a CdP, che poi le veicolerà a famiglie e imprese attraverso il sistema bancario. A questo scopo, CdP e Associazione bancaria italiana (ABI) a novembre scorso hanno sottoscritto una convenzione.Guarda le banche aderenti alla convenzione
Le famiglie e le imprese intenzionate ad effettuare gli interventi di riparazione e messa in sicurezza, dopo aver ottenuto la certificazione del danno, presenteranno alle banche aderenti la richiesta per ottenere la cifra necessaria per i lavori. Le banche erogheranno le risorse, in base agli stati di avanzamento dei lavori, direttamente ai professionisti e alle ditte incaricate della progettazione ed esecuzione delle opere.
Il finanziamento, hanno spiegato i rappresentanti degli enti coinvolti, si basa sul meccanismo del credito d’imposta, già sperimentato con successo dopo il sisma del 2012 in Emilia Romagna. Al momento della restituzione del prestito, infatti, le banche otterranno un credito di imposta dallo Stato per pari importo, che riscuoteranno su base 25ennale. Grazie ai tassi favorevoli praticati dalla BEI, ci sarà un risparmio per i conti pubblici quantificabile in quasi 200 milioni di euro in 25 anni.
Ricostruzione delle attività produttive
Ricordiamo inoltre che è stata da poco pubblicata sul sito del Commissario straordinario per la ricostruzione l’ordinanza 30/2017 per il ripristino e la delocalizzazione degli immobili destinati ad attività produttive. La norma sostituisce precedenti ordinanze ammettendo al contributo le imprese che hanno subito danni a beni strumentali e scorte nonostante l’edificio sia stato considerato agibile, anche a seguito di interventi provvisionali eseguiti immediatamente dopo il sisma. In quest’ultimo caso, gli interventi provvisionali non possono essere conteggiati ai fini della quantificazione del contributo.I contributi coprono il costo dell’intervento, le opere di pronto intervento e di messa in sicurezza, le indagini e le prove di laboratorio, le opere di miglioramento sismico o di ricostruzione, le opere di efficientamento energetico, le spese tecniche e i compensi per amministratori di condomini o di consorzi tra proprietari costituiti per gestire gli interventi in modo unitario, il ripristino e riacquisto di scorte e il ristoro dei danni economici sui prodotti giacenti, l’acquisto, nello stesso comune, di interi immobili ove delocalizzare definitivamente l’attività produttiva, la riparazione e l’acquisto dei beni mobili strumentali danneggiati o distrutti, compresi impianti, macchinari, attrezzature anche acquisiti con contratto di leasing.