
Strade provinciali, in arrivo 1,6 miliardi di euro per la manutenzione
LAVORI PUBBLICI
Strade provinciali, in arrivo 1,6 miliardi di euro per la manutenzione
Il Mit ha ripartito le risorse tra gli Enti locali e individuato gli interventi per la sicurezza finanziabili
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del 24/10/2018

04/05/2018 - Pronti 1,6 miliardi di euro per i programmi straordinari di manutenzione della rete viaria di Province e Città Metropolitane. È stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il DM 16 febbraio 2018 del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti (Mit), che ha ripartito le risorse stanziate dalla Legge di Bilancio per il 2018 (L. 205/2017): 120 milioni di euro per il 2018 e 300 milioni di euro all’anno dal 2019 al 2023.
Il decreto da una parte fissa il tetto delle risorse che ogni ente può spendere, dall’altra individua le spese ammissibili sulla base di una serie di criteri volti ad aumentare il livello di sicurezza.
Per l'annualità 2018, che può contare su 120 milioni di euro, ad accaparrarsi le quote maggiori di finanziamento sono state la Provincia di Milano (2,5 milioni), Bologna (2,1 milioni) e Firenze (2 milioni).
Il programma per l’annualità 2018 deve contenere l’iter attuativo delle misure. Gli interventi devono essere completati entro il 31 marzo 2019.
Passando alla fase di cantiere, possono essere finanziate la realizzazione degli interventi di manutenzione straordinaria e di adeguamento normativo delle diverse componenti dell'infrastruttura incluse le pavimentazioni, i ponti, i viadotti, i manufatti, le gallerie, i dispositivi di ritenuta, i sistemi di smaltimento acque, la segnaletica, l'illuminazione, le opere per la stabilità dei pendii di interesse della rete stradale, i sistemi di info-mobilità, le installazione di sensoristica di controllo dello stato dell'infrastruttura.
Sono ammesse ai finanziamenti anche le spese per gli interventi di miglioramento delle condizioni di sicurezza dell'infrastruttura esistente riguardanti le caratteristiche costruttive della piattaforma veicolare, ciclabile e pedonale, la segnaletica verticale e orizzontale, i dispositivi di sicurezza passiva.
L’obiettivo degli interventi è la realizzazione di percorsi per la tutela delle utenze deboli, il miglioramento delle condizioni per la salvaguardia della pubblica incolumità, la riduzione dell’inquinamento ambientale, la riduzione del rischio da trasporto merci, inclusi i trasporti eccezionali, la riduzione dell’esposizione al rischio idrogeologico, l’incremento della durabilità per la riduzione dei costi di manutenzione.
Le risorse stanziate non sono invece utilizzabili per la realizzazione di nuove tratte o per interventi che non rientrano nell’ambito stradale.
La mancata o la parziale realizzazione degli interventi nell’annualità di riferimento fa scattare la revoca delle risorse non spese.
Il decreto del Ministero delle Infrastrutture ha introdotto dei pesi di ponderazione per la ripartizione delle risorse. I finanziamenti sono stati assegnati in base alla consistenza della rete viaria e ad altre priorità: in primo luogo è stata considerata l’estensione chilometrica della rete stradale provinciale e la quota parte ricadente in zona montana, poi il numero di veicoli circolanti e l’incidentalità.
Nella ripartizione hanno pesato anche la numerosità degli incidenti per km di rete stradale, con riguardo anche al numero di morti e di feriti, e la vulnerabilità per fenomeni di dissesto idrogeologico, individuando, su base provinciale, la popolazione residente nelle aree a rischio frana o a pericolosità idraulica.
Il decreto da una parte fissa il tetto delle risorse che ogni ente può spendere, dall’altra individua le spese ammissibili sulla base di una serie di criteri volti ad aumentare il livello di sicurezza.
Strade provinciali, la ripartizione delle risorse
L'Allegato 3 al decreto del Mit mostra nel dettaglio le risorse assegnate ad ogni Provincia anno per anno. Rispetto ai finanziamenti totali (1,6 miliardi di euro fino al 2023) la quota maggiore è stata riconosciuta alla Provincia di Roma (54 milioni di euro). Seguono Torino (44,8 milioni), Napoli (38 milioni), Salerno (37 milioni), Milano (34,4 milioni), Bologna (29,3 milioni), Cuneo (29 milioni), Firenze (27,9 milioni), Brescia (25 milioni) e Perugia (24,6 milioni).Per l'annualità 2018, che può contare su 120 milioni di euro, ad accaparrarsi le quote maggiori di finanziamento sono state la Provincia di Milano (2,5 milioni), Bologna (2,1 milioni) e Firenze (2 milioni).
Strade provinciali, i tempi per il programma di manutenzione
Il Programma per l'annualità 2018 deve essere redatto dalle Province e Città metropolitane e inviato al Mit entro il 16 giugno 2018, cioè 30 giorni dall’entrata in vigore del DM 16 febbraio 2018. Il decreto è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 2 maggio e, non essendoci previsioni ad hoc, entra in vigore dopo quindici giorni di vacatio legis.Il programma per l’annualità 2018 deve contenere l’iter attuativo delle misure. Gli interventi devono essere completati entro il 31 marzo 2019.
Strade provinciali, le spese ammissibili
Il decreto del Mit individua con precisione gli interventi finanziabili. Le risorse messe a disposizione possono essere impiegate per la progettazione, la direzione dei lavori, il collaudo, i controlli in corso di esecuzione e finali, nonché per le altre spese tecniche, come quelle per i rilievi in grado di accertare le caratteristiche geometriche fondamentali, lo stato dell'infrastruttura, gli studi sul traffico, sul livello di incidentalità e l'esposizione al rischio idrogeologico.Passando alla fase di cantiere, possono essere finanziate la realizzazione degli interventi di manutenzione straordinaria e di adeguamento normativo delle diverse componenti dell'infrastruttura incluse le pavimentazioni, i ponti, i viadotti, i manufatti, le gallerie, i dispositivi di ritenuta, i sistemi di smaltimento acque, la segnaletica, l'illuminazione, le opere per la stabilità dei pendii di interesse della rete stradale, i sistemi di info-mobilità, le installazione di sensoristica di controllo dello stato dell'infrastruttura.
Sono ammesse ai finanziamenti anche le spese per gli interventi di miglioramento delle condizioni di sicurezza dell'infrastruttura esistente riguardanti le caratteristiche costruttive della piattaforma veicolare, ciclabile e pedonale, la segnaletica verticale e orizzontale, i dispositivi di sicurezza passiva.
L’obiettivo degli interventi è la realizzazione di percorsi per la tutela delle utenze deboli, il miglioramento delle condizioni per la salvaguardia della pubblica incolumità, la riduzione dell’inquinamento ambientale, la riduzione del rischio da trasporto merci, inclusi i trasporti eccezionali, la riduzione dell’esposizione al rischio idrogeologico, l’incremento della durabilità per la riduzione dei costi di manutenzione.
Le risorse stanziate non sono invece utilizzabili per la realizzazione di nuove tratte o per interventi che non rientrano nell’ambito stradale.
La mancata o la parziale realizzazione degli interventi nell’annualità di riferimento fa scattare la revoca delle risorse non spese.
Manutenzione strade provinciali, i criteri di ripartizione delle risorse
Ricordiamo che la legge di Bilancio ha previsto che le risorse da destinare agli interventi di manutenzione fossero ripartite tra le Province e le Città metropolitane in base alla consistenza della rete viaria, al tasso di incidentalità e alla vulnerabilità rispetto a fenomeni di dissesto idrogeologico.Il decreto del Ministero delle Infrastrutture ha introdotto dei pesi di ponderazione per la ripartizione delle risorse. I finanziamenti sono stati assegnati in base alla consistenza della rete viaria e ad altre priorità: in primo luogo è stata considerata l’estensione chilometrica della rete stradale provinciale e la quota parte ricadente in zona montana, poi il numero di veicoli circolanti e l’incidentalità.
Nella ripartizione hanno pesato anche la numerosità degli incidenti per km di rete stradale, con riguardo anche al numero di morti e di feriti, e la vulnerabilità per fenomeni di dissesto idrogeologico, individuando, su base provinciale, la popolazione residente nelle aree a rischio frana o a pericolosità idraulica.