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Spostare la cucina, si può fare?

Spostare la cucina, si può fare?

La pendenza delle tubazioni dell’impianto di scarico delle acque reflue è determinante per realizzare la cucina dove si vuole

Vedi Aggiornamento del 31/01/2024
Foto: Galina Peshkova©123RF
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di Rosa di Gregorio
Vedi Aggiornamento del 31/01/2024
31/07/2020 - La cucina da sempre rappresenta il focolare della casa; l’ultima tendenza del mondo dell’interior design la considera non più soltanto uno spazio per la preparazione del cibo, ma un ambiente che accoglie e si adatta a diverse funzioni.

All’interno dello spazio domestico le cucine stanno occupando una superficie sempre più interessante, spesso in continuum con la zona living per creare un ampio open space. Il risultato è uno spazio dove poter passare del tempo assieme, conversare, pranzare e a volte anche studiare e lavorare. Funzionalità permesse dall’arredo cucina sempre più capace di incontrare e rispondere alla maggior parte delle esigenze stilistiche e funzionali.

Ma nella cucina oltre all’arredo ci sono gli impianti tecnologici e proprio questi possono creare dei veri e propri paletti che ostacolano la creatività e i “sogni” di chi si appresta a ristrutturare casa.
Affinché una cucina possa funzionare ha bisogno dell’impianto elettrico, dell’impianto di produzione dell’acqua calda, dell’impianto a gas (potrebbe non esserci nel caso di piano cottura ad induzione) e dell’impianto di carico e scarico acqua. Proprio quest’ultimo è quello che può creare maggiori problemi nello spostamento della cucina, per esempio, sulla parete opposta alla posizione originale o per creare un'isola centrale o addirittura posizionarla in un punto completamente diverso della casa.


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Spostare la cucina, l’importanza dell’impianto idrico

Un impianto idrico è composto:
- dall’impianto di carico, per l’adduzione e distribuzione dell'acqua;
- dall’impianto di scarico, per lo scarico delle acque reflue.

L’impianto di carico, raggiunge tutte le apparecchiature che erogano acqua, quindi cucina compresa. Può essere a collettore o a derivazione; la differenza è sostanziale tra le due tipologie ma ne parleremo in un altro focus casa. L’impianto di carico deve essere collegato al contatore dell’acqua e alla caldaia per ottenere l’acqua calda; può essere realizzato in rame o multistrato e funziona per pressione. Il funzionamento per pressione non crea ostacoli per lo spostamento della cucina.

L’impianto di scarico della cucina serve a far convogliare le acque bianche verso la colonna montante di scarico. In un’abitazione si possono trovare due colonne montanti, una nel bagno dove convogliano, in tubazioni separate, le acque nere (WC) e quelle bianche degli altri sanitari, e un’altra in prossimità della cucina, dedicata al solo scarico di quest’ultima o al massimo della lavatrice, se per esempio l’attacco è posizionato sul balcone della cucina. Questo è il caso in cui la cucina può anche trovarsi da tutt’altra parte rispetto ai bagni.

Oppure si può trovare un’unica colonna montante e in questo caso la cucina sarà adiacente al bagno.

A prescindere che sia con una o due colonne montanti, l’importante è trovare un impianto di scarico a doppio tubo, ovvero le acque nere e le acque bianche confluiscono in due tubazioni distinte tra di loro. Purtroppo, nelle costruzioni più datate e soprattutto nei condomini dove cucine e bagni degli appartamenti sono sovrapposti, si trova spesso l’impianto di scarico a tubo singolo con il grande sconveniente di percepire lo sgradevole odore delle acque nere nei locali di servizio e nella cucina. Ma in fase di ristrutturazione con dei piccoli accorgimenti anche questo problema può essere risolto.  
 

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Spostare la cucina, tutto può dipendere dall’impianto di scarico

Secondo la normativa vigente le reti di scarico possono essere realizzate con tubazioni in ghisa, piombo, gres, calcestruzzo, materiale plastico, acciaio zincato, acciaio rivestito. Ma il materiale plastico: PVC, polipropilene, il polietilene ad alta densità, è quello maggiormente utilizzato oggigiorno per le tubazioni di scarico.

Un impianto di scarico funziona per gravità ed è proprio questo che determina il possibile impedimento allo spostamento della cucina. Funzionare per gravità vuol dire che non c’è alcuna forza che “sposta” l’acqua come avviene invece per quello di carico che lavora per pressione.

Affinché un impianto di scarico possa funzionare per gravità deve essere realizzato con le adeguate pendenze. La pendenza minima adottabile per la diramazione di scarico d’allacciamento degli apparecchi della cucina deve essere ≥ 1,0%, questo vuol dire che per ogni metro di lunghezza bisogna abbassarsi di 1 cm. Da questo si evince che uno spostamento a breve distanza non comporta particolari problemi, mentre se la distanza inizia a superare il metro di distanza, la problematicità aumenta.

Dunque, fin quando le tubazioni sono sottotraccia e su un’unica parete la pendenza è facilmente realizzabile: per esempio la cucina è lasciata sulla stessa parete ma l’attacco lavello è spostato rispetto alla posizione originale. Il posizionamento sottotraccia deve essere lineare e devono essere evitati curve e gomiti a 90, difficilmente realizzabili con pendenza orizzontale.
Situazione ben diversa è quando inevitabilmente le tubazioni dovranno essere poste a pavimento, dove subentra lo spessore del massetto che è determinante per la fattibilità dell’intervento.

Le tubazioni dell’impianto di scarico della cucina hanno dimensioni ridotte rispetto a quelle del bagno, infatti, il diametro minimo interno dello scarico del lavello è di 40 mm, stessa dimensione per lavastoviglie e lavatrice, ed inoltre gli scarichi partono da un’altezza più elevata rispetto a quella dei bagni. L’altezza dove saranno realizzati gli scarichi e allacciamenti cambierà a seconda della tipologia di cucina: con zoccolo, con piedini, sospesa. Questi aspetti sono sicuramente un vantaggio per la realizzazione della giusta pendenza.


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Spostare la cucina, esempi e soluzioni

Quindi per esempio, se la colonna di scarico è distante 5 mt dal punto in cui si vuole realizzare l’attacco del lavello bisognerà abbassarsi di 5 cm (minimo 1 cm per ogni metro) a cui vanno sommati i 4 cm del diametro della tubazione. In totale servirà uno spessore di almeno 9 cm nel massetto per poter rendere fattibile l’intervento. Ne consegue che più la colonna montante di scarico è lontana dal terminale, maggiore dovrà essere lo spessore.

Molto spesso il massetto non ha questi spessori, allora si dovrà ricorrere ad espedienti come la realizzazione di un grandino per recuperare l’altezza; una soluzione che se ben progettata potrebbe dare degli eccellenti risultati in termini di resa estetica: il rialzo concepito come elemento integrato con la cucina. Oppure ricorre a pompe di scarico elettriche che aiutino il giusto reflusso delle acque reflue. Quest’ultima soluzione permette di realizzare la cucina anche in una posizione molto distante dalla colonna di scarico. Le acque reflue vengono spinte sia in verticale che in orizzontale verso la rete fognaria attraverso tubi di piccolo diametro.
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