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Superbonus verso il 90%, anche sulle unifamiliari e legato al reddito

Superbonus verso il 90%, anche sulle unifamiliari e legato al reddito

Il Governo Meloni ha annunciato una ‘manutenzione straordinaria’ dell’incentivo fiscale

Aggiornato al 07/11/2022
Superbonus verso il 90%, anche sulle unifamiliari e legato al reddito
di Rossella Calabrese Aggiornato al
04/11/2022 - Si delinea una nuova fisionomia per il superbonus: una aliquota del 90% per tutte le tipologie di beneficiari, compresi i condomìni, e l’applicazione anche alle abitazioni unifamiliari prima casa e fino ad un certo reddito.

Di una ‘manutenzione straordinaria’ del superbonus si sta ragionando in queste ore, in vista della Legge di Bilancio per il prossimo anno.
 
L’ipotesi di un superbonus al 100%, circolata nei giorni scorsi, è oggi soppiantata da un superbonus 90% per i condomìni (la norma vigente prevede una aliquota del 110% fino al 31 dicembre 2023) e per le abitazioni unifamiliari (la norma vigente prevede la fine del superbonus il 31 dicembre 2022).

Queste ultime però saranno beneficiarie solo se utilizzate come prima casa e se il reddito del proprietario sia sotto una certa soglia (probabilmente 15.000 euro), che potrà aumentare in funzione del quoziente familiare.

È “poco sensato che queste norme possano servire a migliorare la seconda o terza casa - ha detto il sottosegretario all’Economia, Federico Freni, all'Ansa -. Meglio rigenerare i centri urbani e favorire chi non può permettersi di accedere ai bonus, prediligendo il palazzo di periferia piuttosto che la villa di campagna”.
 


Superbonus, i costi fino ad oggi

Ricordiamo che, con il Decreto Rilancio che ha istituito il superbonus a maggio 2020 e con le norme successive, a livello nazionale sono stati stanziati 14,5 miliardi di euro.
 
Successivamente, al superbonus sono stati destinati ulteriori 18,51 miliardi di euro 13,95 miliardi di euro del PNRR e 4,56 miliardi di euro del Fondo complementare -, per un totale di 33,3 miliardi di euro.
 
Questo consistente budget è stato sforato a fine agosto quando, in base ai dati Enea, solo per gli interventi di efficientamento energetico, il costo a carico dello Stato si è attestato a 47 miliardi di euro.
 
E i numeri continuano a crescere: a fine settembre 2022, Enea ha stimato un costo di 56 miliardi a carico dello Stato, a fronte di investimenti pari a 51 miliardi di euro. Un trend insostenibile che rende necessaria un’azione di ridimensionamento.
 
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