12/04/2024 - Gli investimenti Superbonus hanno rappresentato un buco per il bilancio? No, secondo FederCepi Costruzioni, Federazione nazionale delle costruzioni che fa capo a CEPI, la Confederazione Europea delle Piccole Imprese.
FederCepi Costruzioni sottolinea le opportunità che gli investimenti Superbonus hanno creato in termini di efficientamento energetico.
Detrazioni per investimenti Superbonus a 122 miliardi di euro
FederCepi Costruzioni ricorda che, in base ai dati diffusi dall’Enea, a fine marzo il costo degli investimenti Superbonus
è arrivato a 122 miliardi di euro.
FederCepi Costruzioni sottolinea che, grazie a questa misura sono stati eseguiti lavori in 132.492 edifici condominiali, 244.682 edifici unifamiliari, 117.224 unità immobiliari funzionalmente indipendenti, e anche 8 castelli. L’investimento medio nei condomini sfiora i 600 mila euro (593.579,95), quello negli edifici unifamiliari è di 117.202,55.
Per l’associazione il Superbonus “al di là di strumentalizzazioni e disinformazione” quindi rappresentato un volano per la filiera e impattato sull’intera economia, creando occupazione.
Investimenti Superbonus, i dati della crescita
“Si continua a parlare, fomentati da informazioni fuorvianti di presunti buchi nel bilancio dello Stato - commenta il presidente di FederCepi Costruzioni Antonio Lombardi - eppure basterebbero due calcoli ed un minimo di approfondimento, per accertare che il Superbonus non sia la causa tutti i mali dell’economia italiana”.
La nota diffusa dall’associazione illustra che l’Istat ha accertato che il rapporto deficit/PIL registra nell’ultimo anno un miglioramento del 7,2%, in buona parte ascrivibile al Superbonus e che il Superbonus 110 non ha affatto arrecato danni al Bilancio dello Stato.
Secondo FederCepi Costruzioni, il Superbonus avrebbe innescato una serie di miglioramenti, tra cui:
1. Nel 2023 il Pil ai prezzi di mercato è stato pari a 2.085.376 milioni di euro correnti, con un aumento del 6,2% rispetto all’anno precedente. In volume il Pil è cresciuto dello 0,9%.
2. dal lato della domanda interna nel 2023 si registra, in termini di volume, un incremento del 4,7% degli investimenti fissi lordi e dell’1,2% dei consumi finali nazionali. Per quel che riguarda i flussi con l’estero, le importazioni di beni e servizi sono scese dello 0,5% e le esportazioni sono cresciute dello 0,2%.
3. La domanda nazionale al netto delle scorte e la domanda estera netta hanno contribuito positivamente alla dinamica del Pil, rispettivamente per 2,0 e 0,3 punti percentuali, mentre l’apporto della variazione delle scorte è stato negativo per 1,3 punti.
4. Il valore aggiunto ha registrato aumenti in volume del 3,9% nelle costruzioni e dell’1,6% nelle attività dei servizi. Si rilevano contrazioni del 2,5% nell’agricoltura, silvicoltura e pesca e dell’1,1% nell’industria in senso stretto.
5. L’indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche (AP), misurato in rapporto al Pil, è stato pari a -7,2%, a fronte del -8,6% nel 2022.
6. Il saldo primario (indebitamento netto meno la spesa per interessi) misurato in rapporto al Pil, è stato pari a -3,4% (-4,3% nel 2022).
Nel 2023 l’economia italiana ha registrato una crescita dello 0,9%, in decelerazione rispetto al 2022 (4,0%). La crescita è stata principalmente stimolata dalla domanda nazionale al netto delle scorte, con un contributo di pari entità di consumi e investimenti. Dal lato dell’offerta di beni e servizi, il valore aggiunto ha segnato crescite nelle costruzioni e in molti comparti del terziario, mentre ha subìto contrazioni in agricoltura e nel complesso delle attività estrattive, manifatturiere e nelle altre attività industriali.
Gli effetti degli investimenti Superbonus sull’indebitamento
FederCepi Costruzioni afferma che il rapporto tra l’indebitamento delle Amministrazioni pubbliche e il Pil ha registrato un miglioramento rispetto al 2022, con una pressione fiscale rimasta invariata.
“Appare quindi evidente - commenta il presidente Antonio Lombardi - che, lungi dall’aver determinato buchi nel bilancio statale, come si continua ad affermare, l’impatto del Superbonus sia stato assolutamente positivo. Se a tutto ciò si assommano i contributi a fondo perduto del Pnrr (13,9 miliardi) e i maggiori importi riscossi dallo stato per IVA, IRPEF lavoratori, IRES, contributi previdenziali e assicurativi (41,5 miliardi circa); se si considera altresì che le detrazioni si spalmano in 4 anni mentre le maggiori entrate sono state pressoché immediate, ecco che parlare di buco da 122 miliardi è una palese mistificazione, una vera e propria falsità non ascrivibile ad un mero errore di calcolo”.
“Anziché strumentalizzare e criminalizzare il Superbonus - continua il presidente Lombardi - è necessario risolvere le enormi difficoltà che ancora permangono. Bisogna tutelare chi aveva avviato i lavori con il Superbonus ed è rimasto incastrato nei meccanismi di blocco delle Cilas dormienti del decreto n. 39/2024”.
“Va agevolata la cessione dei crediti incagliati - conclude - sono ormai 20.000 le imprese edili che hanno eseguito lavori e hanno difficoltà a cedere crediti fiscali per 28 miliardi di euro. Una situazione estremamente grave che ha determinato il blocco dei lavori in 30.000 condomini. Si rischia una catastrofe economica e sociale senza pari. Questa vera e reale! Non fantomatica come il buco in bilancio”.