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Anziani con redditi alti residenti in città minori, l’identikit dei favorevoli al Salva Casa

Anziani con redditi alti residenti in città minori, l’identikit dei favorevoli al Salva Casa

Il Rapporto Federproprietà-Censis mostra in che misura i proprietari apprezzano le norme sulla sanatoria semplificata

Salva Casa - Foto: smit 123RF.com
Salva Casa - Foto: smit 123RF.com
di Paola Mammarella
17/12/2024 - Il Salva Casa è un’opportunità, che si tradurrà in richieste di accertamento di conformità? O, invece, i proprietari guardano con diffidenza alla misura pensata per semplificare le sanatorie edilizie?
 
Una risposta arriva dal terzo rapporto Federproprietà - Censis “Agenda 2024-2030. La transizione abitativa: la casa possibile”, realizzato con Cassa Depositi e Prestiti Real Asset Sgr, Federazione italiana mediatori agenti d’affari (Fimaa Italia) e Locare Srl, società di intermediazione per le locazioni immobiliari.
 

Salva Casa, punti di vista contrastanti

L’indagine ha mostrato punti di vista molto distanti, da coloro che lo percepiscono come un'opportunità per risolvere finalmente problematiche legate alle lievi difformità edilizie a coloro che esprimono preoccupazioni per i possibili rischi che un presunto allentamento delle normative potrebbe comportare per la sicurezza e il decoro urbano.
 
In generale, il 44,5% degli italiani ha espresso un giudizio positivo sulla Legge Salva Casa, che consente anche la regolarizzazione di lievi difformità strutturali, il 31,3% un giudizio negativo e il 24,2% non ha elaborato una propria opinione al riguardo.
 
Tra i proprietari di casa, il 47,6% ha espresso un giudizio positivo.
 

Il Salva Casa piace di più agli anziani

Il Salva Casa piace principalmente agli anziani. Tra gli intervistati di età dai 65 anni in poi, il 56,5% ha dato un giudizio positivo.
 
A considerare positive le novità del Salva Casa sono anche il 41,1% degli adulti (età compresa tra i 35 e i 64 anni) e il 36,3% dei giovani (età compresa tra i 18 e i 34 anni).
 
Per classe di età, il giudizio positivo viene espresso dal 36,3% dei giovani, dal 41,1% degli adulti e dal 56,5% degli anziani. Secondo il rapporto, emerge un’evidente correlazione diretta tra la quota di persone che esprime un giudizio positivo sulla Legge (nonché tra la forbice tra giudizi positivi e negativi) e l’età degli intervistati. La fadcia degli over-65 contiene presumibilmente un numero maggiore di proprietari di abitazioni che negli anni hanno realizzato interventi non conformi.
 
 

I più favorevoli al Salva Casa hanno redditi alti

A dare giudizi positivi sul Salva Casa sono stati in maggior misura gli intervistati con redditi alti.
 
L’ apprezzamento è stato mostrato dal 42,4% delle persone con un reddito familiare basso, dal 47% delle persone con redditi familiari medio-alti e dal 51,7% delle persone con redditi più alti (superiori a 50mila euro).
 
Il rapporto spiega che i dati per reddito evidenziano due dinamiche significative:
- un rialzo della quota di favorevoli al provvedimento al crescere del reddito familiare;
- una quota comunque significativa di favorevoli anche tra le persone con redditi medio-bassi e bassi.
 
Secondo il rapporto, questa generale percezione positiva del Salva Casa deriva dall’elevata diffusione della proprietà della casa: anche coloro che hanno condizioni economiche meno favorevoli sono infatti attratti dalle misure in grado di valorizzare il proprio patrimonio abitativo.
 

Nord, Sud, Centro: opinioni uniformi sul Salva Casa

Il giudizio sul Salva Casa è abbastanza uniforme sul territorio nazionale. Sono infatti favorevoli il 42,9% dei residenti nel Nord Ovest, il 47,4% di quelli nel Nord-Est, il 38,7% nel Centro e il 47,6% nel Sud e nelle Isole.
 
Nei Comuni con una popolazione fino a 10mila abitanti, il 50,5% dei residenti ha espresso un giudizio positivo sul Salva Casa. Nei Comuni con una popolazione compresa tra 10mila e 30mila abitanti, è favorevole il 46,6%. Le percentuali di favorevoli al Salva Casa scendono al 41% nei Comuni con popolazione tra 30mila e 100mila abitanti, al 40% nei Comuni con popolazione tra 100mila e 500mila abitanti e al 39,8% nei Comuni con più di 500mila abitanti.
 
Il rapporto evidenzia che il sostegno alla normativa Salva Casa è più marcato nelle aree a bassa densità abitativa, dove le regole urbanistiche sono presumibilmente percepite come un po’ troppo stringenti.
 

Impatto del Salva Casa sull’economia

Il 37,9% degli italiani è convinto che il Salva Casa sia utile per l’economia e la società, il 32,4% non è convinto e il 29,7% non ha elaborato una propria opinione.
 
Sono convinti dell’utilità economica e sociale del Salva Casa il 31,4% dei giovani, il 34,8% degli adulti, e il 48,1% degli anziani.
 
Il Salva Casa è percepito come utile per l’economia e la società dal 35,2% delle persone con redditi bassi, dal 40,2% con redditi medio-bassi, dal 38,2% con redditi medio-alti e dal 42,9% con redditi alti.
 
Per macroarea geografica, hanno espresso valutazioni positive sugli impatti socioeconomici del Salva Casa il 34,6% dei residenti nel Nord-Ovest, il 39,1% nel Nord-Est, il 33,1% nel Centro, e il 42,8% nel Sud e nelle Isole.
 

I soggetti coinvolti direttamente dal Salva Casa

Il rapporto evidenzia che 26,7% degli intervistati ha dichiarato che negli ultimi anni ha realizzato interventi che potrebbero beneficiare della sanatoria semplificata introdotta dal Salva Casa.
 
Questo dato, si legge nel rapporto, evidenzia che il problema delle difformità edilizie è un fenomeno molto diffuso, ma anche che le norme sono lente e le famiglie nel tempo hanno adattato gli spazi della propria abitazione alle mutevoli necessità reali, trovandosi in condizioni di irregolarità.
 
Alcuni intervistati hanno dichiarato di aver adattato e apportato migliorie alle proprie abitazioni e di poter beneficiare del Salva Casa per sanare qualche piccola irregolarità.
Tra questi ci sono:
- il 23,4% dei residenti del Nord-Ovest, il 26,2% del Nord-Est, il 29,8% del Centro Italia e il 28% del Sud e delle Isole;
- il 25,3% nei Comuni fino a 10 mila abitanti, il 27,3% da 10 mila a 30 mila abitanti, il 26,7% da 30 mila a 100 mila abitanti, il 26,5% da 100 mila a 500 mila abitanti e il 29,3% oltre 500 mila abitanti;
- il 28% dei giovani, il 25,9% degli adulti e il 27,2% degli anziani.
 
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