
Piano casa: il Dpcm presto all’esame delle Regioni
NORMATIVA
Piano casa: il Dpcm presto all’esame delle Regioni
Lo ha annunciato il sottosegretario alle Infrastrutture Mantovani rispondendo a due interrogazioni alla Camera
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del 02/03/2009
31/10/2008 - Di politiche abitative si è discusso nella seduta di martedì scorso della Commissione Ambiente della Camera, nel corso della quale il sottosegretario alle Infrastrutture Mario Mantovani ha risposto a due interrogazioni sul Piano Casa.
La prima, presentata da Tommaso Foti (PdL), chiedeva se il DPCM attuativo (bozza) del Piano Casa, attualmente in fase di definizione, riserva una particolare attenzione ai progetti di housing sociale caratterizzati da elevata sostenibilità ambientale ed energetica (con impiego di risorse naturali ed ecologiche e di tecnologie appropriate, compatibili ed adeguate alla normativa vigente, sia in termini di tempi di costruzione sia di prestazioni degli edifici), nonché da elevata sostenibilità economica (con prezzi di costruzione accessibili e certificazione del sistema e del percorso).
Il sottosegretario Mantovani ha affermato che il nuovo Piano casa prevede una particolare attenzione verso le tematiche della sostenibilità ambientale energetica ed eco-sostenibile, proseguendo nella direzione già intrapresa dal Ministero negli ultimi decenni attraverso interventi sperimentali e programmi innovativi in ambito urbano, quali da ultimo, i Contratti di quartiere.
In particolare - ha proseguito - si prevede la possibilità di assegnare un finanziamento aggiuntivo, fino ad un massimo di 10 mila euro ad alloggio, in relazione a ciascun alloggio realizzato o recuperato, da offrire a canone sostenibile, che raggiunga un comportamento prestazionale, in termini di rendimento energetico, in grado di limitare il fabbisogno di energia primaria annuo per metro quadro di superficie utile. Il rendimento energetico dovrà essere tale da conseguire un indice di prestazione energetica inferiore di almeno il 50% rispetto ai valori normalmente richiesti come riportati nell'allegato C, punto 1.1. del Dlgs 192/2005 , così come modificato dal Dlgs 311/2006.
Con la seconda interrogazione, presentata da Roberto Morassut (PD), è stato chiesto se il Piano Casa preveda o meno l’incentivazione delle iniziative di recupero e ristrutturazione urbanistica ed edilizia, che affrontino in modo integrato il tema della riqualificazione urbana e della residenza, più sostenibili anche sotto il profilo ambientale e non meno redditizie. È stato anche chiesto se gli interventi programmatici e attuativi in materia di politica della casa siano stati concordati con le regioni e le autonomie locali e nel rispetto delle rispettive competenze.
Inoltre, l’interrogante ha chiesto se sia stata avviata, nella fase istruttoria del DPCM, una verifica del fabbisogno abitativo, provincia per provincia, quale sia lo stato attuale dell’iter di predisposizione del DPCM e se saranno salvaguardati gli stanziamenti già riconosciuti alle regioni ai sensi degli articoli 21, 21-bis e 41 del DL 159/2007 , compresi i fondi già destinati a tali interventi dagli Istituti autonomi per le case popolari.
Il sottosegretario Mantovani ha annunciato che il DPCM verrà presto presentato alla Conferenza Unificata; proprio il passaggio in Conferenza Unificata garantisce il coinvolgimento delle amministrazioni regionali e locali nella fase realizzativa e gestionale del Piano. La verifica del fabbisogno abitativo verrà quindi svolta in questa fase. Inoltre, il sottosegretario ha assicurato che gli stanziamenti ex articoli 21 e 21-bis del DL 159/2007 saranno fatti salvi qualora già iscritti in bilancio e già impegnati dagli enti destinatari.
Il Piano prevedrà, così come disposto dall'articolo 3, lettera e), del DL 112/2008 , convertito con modificazioni dalla legge 133/2008 , una specifica linea di intervento finalizzata alla realizzazione di programmi integrati di promozione dell'edilizia residenziale sociale. Si evidenzia - ha concluso - che il Piano prevede la realizzazione ed il recupero di alloggi da destinare al mercato della locazione a canoni inferiori a quelli calmierati già previsti per legge.
Per Elisabetta Zamparutti, cofirmataria dell’interrogazione, ha definito laconiche le rassicurazioni circa l'attività di recupero e ricostruzione e ha espresso la preoccupazione che il Piano casa rappresenti un incentivo ad un'ulteriore urbanizzazione del territorio, mascherata da presunte esigenze di rilancio della crescita economica: tale circostanza - a suo avviso - sarebbe quanto mai inspiegabile in Italia, laddove si registra la più alta percentuale a livello europeo di disponibilità di abitazioni sfitte, che raggiunge quasi il 20% del patrimonio abitativo complessivo.