17/10/2008 - Edilizia come fonte di energia sostenibile. Secondo il primo rapporto Onre, Osservatorio nazionale sui regolamenti edilizi per il risparmio energetico di Legembiente e Cresme (Centro di ricerche economiche e sociali sul mercato delle costruzioni), presentato al Saie di Bologna, le innovazioni progettuali possono trasformare gli edifici da luogo di consumo a strumento per la produzione di energia.
In Italia non esiste una politica nazionale unitaria che promuove le energie rinnovabili, per cui molto è demandato alle normative adottate dalle amministrazioni locali. Nello studio presentato da Edoardo Zanchini, responsabile del settore energia e urbanistica di Legambiente, e Lorenzo Bellincini dell’istituto di ricerca Cresme, sono stati analizzati i regolamenti edilizi comunali e le linee guida regionali e provinciali per l’efficienza energetica e la produzione da fonti alternative.
Il campione di mille comuni e 188 regolamenti edilizi preso in esame ha mostrato sul territorio nazionale una situazione variegata, che spazia dalle prescrizioni obbligatorie agli incentivi nel senso della sostenibilità ambientale. In 104 comuni esiste l’obbligo di coprire almeno il 50% del fabbisogno di acqua calda con fonti rinnovabili e quello di sopperire al consumo di energia elettrica con l’installazione di pannelli fotovoltaici di potenza maggiore o uguale a 0,2 Kw per abitazione. Al rispetto di queste prescrizioni è condizionato il rilascio dei permessi a costruire.
In 24 comuni, solo per le nuove abitazioni, l’obbligo si estende al recupero delle acque piovane e grigie per gli scarichi dei water, a pavimenti drenanti, controllo automatico dell’illuminazione e sfruttamento del rapporto luce - ombra con il posizionamento studiato degli edifici. Solo 7 regolamenti stabiliscono al 15% o 20% la soglia di energia alternativa da impiegare.
A risultare maggiormente reattivo è il Nord, con 132 regolamenti su 188. La cifra scende a 48 regolamenti per il Centro e 8 per il Sud. Tra le regioni più interessate spiccano Lombardia, Emilia Romagna e Toscana, mentre Parma, Lecco, Varese, Milano, Como, Pavia, Trento e Bolzano sono le province più dinamiche nel fornire linee guida ai comuni in merito al posizionamento degli edifici.
Nelle Regioni Friuli, Veneto, Emilia Romagna, Liguria, Toscana, Marche e Umbria alle costruzioni sostenibili sono corrisposti incentivi economici fino al 15% dell’investimento e urbanistici, consistenti nell’incremento del volume edificatorio fino al 50%. Sono predisposte anche schede per la valutazione della prestazione degli edifici in base alle quali vengono redatte graduatorie. Le amministrazioni bandiscono poi concorsi di idee per la realizzazione di impianti eolici e solari, lo sfruttamento di biomasse e biogas e il collegamento a reti di teleriscaldamento, oltre a indire corsi di formazione per la diffusione della cultura dell’efficienza energetica.
Secondo Zanchini e Bellicini il regolamento edilizio è uno snodo tra pratiche costruttive e innovazioni energetiche. Può migliorare l’efficienza, aprire porte al lavoro qualificato e costituire un aiuto per la spesa energetica delle famiglie. Una valida soluzione in un sistema in cui il Governo agisce con difficoltà nella regolamentazione delle tariffe.