
Piano Casa, accordo definitivo tra Governo e Regioni
NORMATIVA
Piano Casa, accordo definitivo tra Governo e Regioni
Decisa l’intesa con gli enti locali per l’approvazione dei piani di edilizia residenziale a canone agevolato
Vedi Aggiornamento
del 17/03/2009
12/03/2009 - Raggiunto l’accordo definitivotra Governo e Regioni sul “Piano Casa”. Il provvedimento a sostegno dell’edilizia abitativa, da realizzare con la costruzione di alloggi a canone agevolato e la vendita di immobili pubblici agli occupanti, ha subito diversi stop nel suo iter di approvazione. Manca tuttora il DPCM attuativo (Leggi Tutto).
I maggiori contrasti erano sorti con gli Enti Locali per lo stanziamento di fondi pubblici a favore del piano e il potere di veto riconosciuto alle Regioni sulle iniziative governative. Le Regioni lamentavano infatti il mancato riconoscimento dei 550 milioni di euro previsti dal precedente Governo, problema risolto con l’erogazione di 200 milioni dal Cipe, cui seguiranno ulteriori leggi finanziarie ( Leggi Tutto ).
L’ultimo step è stato raggiunto con l’accordo del 5 marzo scorso tra il Presidente della Conferenza delle Regioni Vasco Errani e il Ministro per i rapporti con le Regioni Raffaele Fitto, che ha ripristinato i presupposti normativi per la condivisione delle competenze inerenti al piano casa, come previsto dal Decreto Legge 112/2008 , convertito dalla Legge 133/2008 .
L’articolo 11 del Dl 112/2008 è tornato alla sua forma originaria, prevedendo non più soltanto il parere, ma l’effettiva intesa con la Conferenza Unificata per l’approvazione del piano nazionale di edilizia abitativa. La limitazione alla competenza regionale in materia di edilizia sociale era stata operata con lo scopo di velocizzare le procedure dal Decreto Legge anticrisi 185/2008 , convertito dalla Legge 2/2009 .
L'accordo tra Governo e Regioni è stato confermato con il parere della Conferenza Unificatadel 12 marzo, che si è espressa favorevolmente sul Dpcm per l'approvazione del piano nazionale di edilizia abitativa.
Il Governo si è impegnato a modificare il testo della legge prima che scadano i termini per i ricorsi delle Regioni davanti alla Corte Costituzionale. Nello stesso tempo le Regioni sospenderanno tutti i procedimenti.