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Ancab Cresme: -33% per le compravendite immobiliari

Ancab Cresme: -33% per le compravendite immobiliari

Dal Piano Casa impatto positivo sulla filiera delle costruzioni ma ulteriore flessione del mercato immobiliare

Vedi Aggiornamento del 26/11/2009
di Rossella Calabrese
Vedi Aggiornamento del 26/11/2009
18/06/2009 - Forte contrazione della domanda; 695.000 abitazioni compravendute nel 2009 contro un milione e 44 mila del 2006; flessione del mercato del 33,4% che riporta i livelli delle compravendite al 1997; calo dei prezzi e delle compravendite del 9% e conseguente stato di attesa degli investitori. Queste, in sintesi, le conclusioni del quarto rapporto Ancab Cresme sul mercato della casa in Italia , presentato martedì scorso a Roma da Lorenzo Bellicini, direttore Cresme, nel corso dell'assemblea nazionale delle cooperative di abitanti aderenti a Legacoop.
 
Il mercato immobiliare - spiega lo studio - registra una forte crisi della domanda di sostituzione , che vale il 60% del mercato; ma è in calo anche la domanda primaria (quella delle nuove famiglie). Negli anni 2001-2007 le famiglie in Italia sono cresciute di  298.000 unità all’anno, frutto della diminuzione della dimensione dei nuclei familiari, del baby boom della seconda metà degli anni ’60 e dei primi anni ’70,  e dell’eccezionale flusso di immigrazione dall’estero.
 
La manovra di sostegno dell’edilizia , che si sta completando in forme diverse attraverso le leggi regionali, mostra un eccezionale potenziale di impatto sulla filiera delle costruzioni - poiché incentiverà i medio-piccoli interventi, investendo le piccole imprese, le industrie produttrici di materiali, i distributori di materiali e i progettisti - e sul mercato immobiliare. Il CRESME stima che solo rimanendo nell’ambito dell’ampliamento dei fabbricati residenziali mono-bifamigliari esistenti - non prendendo quindi in considerazione i possibili effetti in termini di demolizione, ricostruzione e di interventi sull’edilizia non residenziale che alcune Regioni stanno prevedendo -, se solo il 12% degli aventi diritto utilizzasse la possibilità di ampliamento, sarebbero messi in moto 61 miliardi di euro di investimento, per 153 milioni di mc, e attivati 765.000 occupati diretti e  265.000 indiretti. Ci sarebbe un rilancio eccezionale per il 2010 e il 2011 e un’altrettanto importante caduta nel 2012.
 
Ma soprattutto - continua il Rapporto - si avrebbero effetti importanti sul mercato immobiliare e sulla domanda primaria: se il 30% del 12% che ne avrebbe diritto, realizzasse un miniappartamento di 50/70 mq, invece delle semplici 2 stanze, si immetterebbero sul mercato 346.000 abitazioni che, messe in relazione con la frenata delle compravendite, contribuirebbero al deperimento , pur parziale, del mercato immobiliare , rimandandone la ripresa.
 
E non bisogna dimenticare come il Piano Casa per l’edilizia sociale , che stanzia una prima tranche di 350 milioni di euro , introduca sul mercato un modello di intervento innovativo, basato su strette partnership pubblico-private che possono dare risposte ai fabbisogni abitativi, in particolare per le famiglie che stanno affrontando con maggiore difficoltà la crisi.
 
La ricerca mette in evidenza, inoltre, la forte crescita della domanda di qualità : tra le famiglie che intendono cambiare una abitazione nei prossimi tre anni, la qualità ambientale si colloca al primo posto tra le ragioni che ne determinano le scelte.
 
La crisi - conclude lo studio Ancab-Cresme - disegna un nuovo scenario: insieme alla riduzione del mercato si profila un profonda riconfigurazione della domanda a cui deve seguire una profonda riconfigurazione dell’offerta . Il mondo della cooperazione intende giocare la partita con azioni nuove. Al proprio interno sviluppando forme integrative di azione (esperienze, relazioni, conoscenze, risorse), nei confronti del mercato con proposte basate sui segmenti più innovativi delle costruzioni. Insieme al partenariato pubblico e privato e ad interventi finanziati da strumenti innovativi come i fondi, che fanno riferimento al Piano Casa, la nuova offerta punta a cogliere il processo innovativo della domanda, da raccogliere a partire da interventi centrati sull’energy technology,  sulla gestione, su forme di redditività contenute e, soprattutto, su nuove qualità architettoniche .
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