Network
Pubblica i tuoi prodotti
Piano Casa, in Campania proposte integrazioni al ddl

Piano Casa, in Campania proposte integrazioni al ddl

Chiesto il cambio di destinazione d’uso per il recupero degli edifici in zona agricola, bocciatura dagli accademici

Vedi Aggiornamento del 11/12/2009
di Paola Mammarella
Vedi Aggiornamento del 11/12/2009
17/07/2009 - Continua il confronto sul Piano Casa della Campania, approvato in Giunta Regionale e ora all’esame del Consiglio. Dopo varie proposte di emendamento, avanzate dall’Ordine degli Architetti, esperti e addetti del settore ventilano ipotesi per la stesura del testo definitivo.
 
In fase di discussione il Consigliere Mario Sena ha proposto il cambio di destinazione d’uso , in deroga agli strumenti urbanistici vigenti, per gli edifici esistenti a destinazione non residenziale in zona agricola che, se regolarmente assentiti, potrebbero essere convertiti ad uso abitativo o ad altra attività connessa allo sviluppo, senza aumento di volumetria, variazioni di sagoma ed altezza. L’idea nasce dall’esigenza pratica di recuperare il patrimonio edilizio delle aree interne collinari e montane, abbandonate per l’uscita di molti operatori dall’agricoltura.
 
A questo scopo ci si potrebbe avvalere anche dei finanziamenti europei per il fondo agricolo, che mirano a programmi integrati con il turismo e il commercio.
 
Il Piano va approfondito secondo l’Assessore Gabriella Cundari, evitando però la delegificazione della materia urbanistica. Confermata la tutela dei centri storici, esclusi dagli interventi di ampliamento e sostituzione edilizia, come il cambio di destinazione d’uso per i capannoni.
 
Tutelato anche il paesaggio , dal momento che non possono beneficiare degli aumenti di cubatura gli edifici situati in aree vincolate, zone marine, lacuali o fluviali. Al contrario le sostituzioni edilizie possono essere effettuate solo in aree urbanizzate.
 
Come affermato dall’Assessore Cundari, sono state recepite le percentuali di ampliamento indicate dall’accordo tra Governo e Regioni, accompagnate da misure per l’ edilizia sociale , il recupero delle aree degradate e la sicurezza antisismica.
 
Proprio sul social housing si esprime il malcontento delle cooperative riunite nell’Agci, che lamentano la mancanza di ascolto da parte degli organi di governo regionale. In particolare mancherebbe una norma specifica sul problema del disagio abitativo, che dovrebbe essere associato alla riqualificazione delle periferie urbane, con ripercussioni positive anche nell’ambito della sicurezza e della vivibilità in città.
 
È stata quindi proposta un’integrazione all’ultimo comma dell’articolo 5, relativa alle aree industriali dismesse, che rende possibili i cambi di destinazione d’uso per incrementare il numero di alloggi di edilizia sociale, di cui il 50% da riservare ad abitazioni in locazione a canone sostenibile.
 
La bozza di ddl è stata invece bocciata da molti accademici, che hanno inviato una lettera al Presidente della Repubblica per il blocco di una norma che metterebbe a repentaglio il patrimonio paesaggistico campano esautorando i Comuni dai propri poteri, concedendo cambi di destinazione d’uso e non escludendo chiaramente i centri storici dall’ambito di applicazione della legge per il rilancio delle costruzioni.
Le più lette