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Piano Casa, la Lombardia comunica le zone escluse

Piano Casa, la Lombardia comunica le zone escluse

Entro il 15 ottobre le delibere comunali per limitare l’applicazione della norma regionale, appello del Fai ai sindaci

Vedi Aggiornamento del 18/11/2010
di Paola Mammarella
Vedi Aggiornamento del 18/11/2010
30/09/2009 - Piano Casa alle battute finali in Lombardia. Scade il 15 ottobre il termine entro il quale i Comuni possono deliberare in merito all’esclusione di determinate zone o edifici dall’applicazione della Legge Regionale 13/2009 .
 
In base alle indicazioni fornite dall’Assessore Regionale al Territorio e all’Urbanistica Davide Boni, i provvedimenti di esclusione dovranno essere adeguatamente motivati. L’Assessore, intervenuto a diverse tavole rotonde sul rilancio del patrimonio edilizio, ha ricordato come la norma regionale consente gli interventi solo sugli edifici esistenti, senza l’utilizzo di nuove aree. Tutelati anche centri storici, aree naturali e zone inserite nei parchi regionali.
 
D’altra parte il Fai , Fondo per l’ambiente italiano, ha lanciato un appello ai Comuni, chiamati a esprimersi sull’applicazione della legge. Il presidente Giulia Maria Mozzoni Crespi ha scritto infatti a tutti i sindaci lombardi, invitandoli a valutare con attenzione il raggio d’azione della norma.
 
A Milano l’Assessore allo Sviluppo del Territorio ha proposto una delibera applicativa per l’esclusione di 11 aree dal Piano di rilancio dell’edilizia. Il provvedimento passerà al Consiglio Regionale e, se approvato, investirà i quartieri Cimiano, Aspari, Pisacane, Lincoln, Postelegrafonica, QT8, Washington, Villaggio dei giornalisti, area della Porpora, Zona del Sarto e Borgo Pirelli. In queste aree sarà possibile solo il recupero edilizio, Nelle zone omogenee l’aumento di cubature avrà luogo solo in caso di demolizione e ricostruzione.
 
A Bergamo , spiega l'assessore all'Edilizia privata Tommaso D'Aloia, sarà dedicata grande attenzione agli edifici con valenza architettonica e paesaggistica. Prevista l’esclusione della Città Alta e dei borghi storici, nonché di tutte le aree di trasformazione urbana sulle quali l’impegno delle volumetrie potrebbe pregiudicare le previsioni urbanistiche. In base alla stessa logica saranno tutelati gli edifici destinati al restauro e al risanamento conservativo. Per quanto riguarda i Colli, esiste già una forma di garanzia da parte della legge, con una riduzione del 20% sugli aumenti consentiti dalla normativa.
 
Brescia escluderà il centro storico. D’altra parte saranno anche esaltate le potenzialità della misura aggiungendo sgravi contributivi a vantaggio di chi decide di effettuare interventi di ampliamento volumetrico. La città mira anche a rendere nuovamente attrattiva la residenza nel capoluogo, tornando alle dimensioni di 220 mila abitanti. Tra gli obiettivi compare anche la soluzione del milione e mezzo di metri quadrati di previsione edificatoria del vecchio Prg, per metà ancora non sfruttato, mentre il nuovo Pgt prevede nuove edificazioni, perequazioni, e addensamenti lungo la linea del metrò.
 
A Como gran parte della convalle verrà esclusa dall’applicazione del piano casa, così come tutte le zone già vincolate, quali la Spina Verde e il centro storico. Situazione differente nelle periferie. Nelle zone di Breccia, Rebbio e Camerlata si potrebbe assistere a una massiccia azione di aumento delle cubature degli edifici residenziali. Previsti ampliamenti anche nella periferia nord. Più tutelate le zone residenziali di Civiglio, Garzola e Sagnino.

Nel centro storico , lungo il lago e in altre aree di pregio è prevista la sola possibilità di recupero edilizio. Dentro le mura, dal momento che gli edifici sono già soggetti a vincoli specifici di tutela ambientale, si potrà intervenire solo sull’interno, nelle case e nei seminterrati mantenendo inalterato l’involucro degli edifici. Stessa situazione nella conca che racchiude il centro città.
 
Nelle aree dove si può incrementare la volumetria è previsto anche l’obbligo di realizzare parcheggi . Una casa potrà essere ampliata fino al 20% della volumetria esistente, riducendo almeno del 10% la quantità di energia impiegata per riscaldarla. Gli immobili residenziali potranno essere ricostruiti con un 30% in più se l’efficienza energetica aumenterà del 30%.
 
Gli oneri di urbanizzazione verranno ridotti del 30% nei casi di recupero di spazi produttivi, del 50% in ambito di edilizia residenziale pubblica e del 10% per gli altri tipi di intervento.
 
Anche gli edifici industriali e quelli artigianali rientrano tra quelli che potranno essere demoliti e ricostruiti, ma devono trovarsi all’interno delle aree definite dai singoli Comuni in apposite mappature. L’aumento di volumetria arriva al 35% se si realizzano zone verdi.


Lodi dice no agli aumenti di volumetria in deroga in tutto il centro storico e presso gli edifici vincolati.
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