
Piano Casa, in Emilia Romagna applicazione differenziata
NORMATIVA
Piano Casa, in Emilia Romagna applicazione differenziata
Tutelati centri storici e aree vincolate, a Ferrara interventi in zone inquinate difformi dal parere Unesco
Vedi Aggiornamento
del 31/03/2010
01/10/2009 - In Emilia Romagna il Piano Casa assume forme diverse su base comunale. Dopo Parma (leggi tutto) anche le altre amministrazioni stanno deliberando in merito all’applicazione della Legge Regionale 6/2009 per il governo e la riqualificazione solidale del territorio.
A Ravenna norma meno appetibile per i cittadini secondo Gabrio Maraldi, assessore comunale all’urbanistica e all’edilizia. Esclusa la possibilità di modifiche strutturali nelle zone sature e sugli edifici con abusi edilizi accertati. Impossibile effettuare interventi nei centri storici di Ravenna, S. Alberto, Castiglione di Ravenna e Coccolia, nelle zone di tutela naturalistica, nel sistema forestale e boschivo, negli invasi, negli alvei di laghi, bacini e corsi d’acqua. Divieti anche nelle zone di tutela della costa e dell’arenile, all’interno di parchi e riserve naturali, sul demanio statale, regionale, provinciale e comunale a vincolo di inedificabilità assoluta, nonché nelle zone classificate a rischio idrogeologico molto elevato. Nei centri abitati gli ampliamenti devono essere associati dal reperimento di parcheggi Vietati i cambi di destinazione d’uso, così come il cumulo dei benefici del Rue con quelli del Piano Casa. Se un appartamento viene trasformato in due unità abitative, queste potranno essere messe sul mercato solo ad affitto concordato.
A Forlì, accusa il consigliere Pdl Antonio Nervegna, saranno escluse dall’applicazione della legge le case fuori città, quelle cioè con maggiori possibilità di ampliamento per motivi di spazio e distanze minime. Non beneficeranno dei bonus di cubatura neanche centri storici, zone agricole e rurali classificate in ambito fluviale ma anche boschivo e naturale. Fuori norma anche le strutture risalenti al periodo razionalista, i borghi storici fuori città, il villaggio Matteotti, le ville e i parchi e le aree boscate. Sugli edifici diffusi sul territorio con funzioni agricole e abitative, invece, la concessione è subordinata a requisiti di risparmio energetico e al non utilizzo di materiali provenienti da sintesi chimica, con ripercussioni positive sulla riduzione delle emissioni di anidride carbonica.
A Ferrara via libera agli ampliamenti sugli edifici in regola con i certificati di abitabilità al 31 marzo 2009, purché dotati di un ingresso privato. Esclusi i condomini e gli edifici che richiedono un cambio di destinazione d'uso. Possibile anche sanare gli abusi pregressi, sottraendo la loro volumetria dagli aumenti concessi, e delocalizzare gli edifici in zona vincolata per ricostruirli altrove. Le uniche aree vincolate saranno le zone golenali e di paleoalveo, insieme ad un paio di aree umide o di interesse agrario-culturale. Ignorato il parere dell’Unesco, che avrebbe voluto vincolare diverse zone agricole di interesse paesaggistico. Autorizzati anche interventi nelle aree inquinate, come il Quadrante Est, dove è stata accertata la contaminazione da CVM di origine industriale nelle falde e nel suolo, con valori migliaia di volte superiori ai limiti di legge.
In considerazione delle specificità di Rimini sono stati esclusi dall’applicazione del Piano Casa gli edifici destinati a zone B0 e BT0, costruzioni storiche per le quali il Prg vigente consente solo interventi di restauro e risanamento senza demolizione o alterazione della sagoma, gli edifici ricadenti nelle aree di interesse paesaggistico, quelli compresi nella fascia turistica, a 150 metri dalle sponde o piedi degli argini dei fiumi Uso e Marecchia. Nessun aumento volumetrico neanche per gli immobili che hanno già usufruito degli incrementi previsti dal Prg e per quelli di tipologia a schiera, compresi in piani attuativi di iniziativa pubblica o privata. Esclusi poi gli edifici del “Villaggio dei Lavoratori”, esempio di insediamento della fine degli anni 40, caratterizzati da un particolare impianto urbanistico.
Nelle zone agricole e sugli edifici non considerati storici sono ammessi ampliamenti senza superare le altezze previste dal Prg, che si attestano a 7,5 metri per i primi e 8,5 metri per i secondi. In tutte le zone gli incrementi volumetrici non sono consentiti nei manufatti accessori esistenti in corpo staccato rispetto all'edificio abitativo.