A Urbanpromo l’Inu presenta il Rapporto dal territorio
05/11/2010 - L’Istituto Nazionale di Urbanistica presenta ad Urbanpromo la pubblicazione annuale nel convegno intitolato “Rapporto dal Territorio: presentazione e discussione con i testimoni privilegiati”.
Quest'anno il Rapporto, coordinato ancora una volta dal vicepresidente Inu Pierluigi Properzi, oltre a presentare la classica parte analitico-statistica, riporta una vasta rassegna e documentazione di casi ed esperienze significative sia in materia di piani paesaggistici, che sulle politiche urbane e territoriali delle principali città italiane, che si trovano comparate in quadri sinottici all'interno di una parte curata da Roberto Bobbio. Urbanpromo, in questo senso, dà un importante contributo al Rapporto fornendo un’immagine immediata del cambiamenti in corso nel campo della pianificazione.
Nel Rapporto, inoltre, per la prima volta è inserita una parte dedicata alla categoria degli urbanisti con informazioni sul lavoro e le competenze. Il focus è anche sulla questione formazione: la locuzione italiana “governo del territorio” attraversa diversi campi e necessariamente viene declinata in maniera differente a seconda della disciplina di riferimento. Michele Talia, urbanista e membro Inu, nel quadro della riforma dell'università, affronta il tema della crisi finanziaria delle facoltà che si occupano di pianificazione. Incoraggia una rinnovata capacità progettuale dell'università attraverso due proposte: la subordinazione dell'esame di abilitazione professionale ad un periodo congruo di tirocinio e la collaborazione delle facoltà con le istituzioni pubbliche in modo da legare la ricerca al campo, con reciproco vantaggio.
Un'ultima parte del Rapporto riflette sulle tematiche presentate, ma con uno sguardo al futuro in modo da capire quali siano le sfide che la pianificazione deve affrontare, ed ha lo scopo di alimentare la discussione sul tema.
La prima sfida riguarda la relazione tra volontà politica e tecnicità nel piano: Paolo Avarello, direttore della rivista Urbanistica, auspica una maggiore durata dei piani che non risulti necessariamente legata alla durata del mandato di esproprio, e che l'amministrazione si ponga obiettivi chiari, definiti nei loro contenuti e spieghi come raggiungerli affrontando la complessità che il territorio presenta, attraverso la definizione di attività specifiche cadenzate nel tempo.
Simone Ombuen, segretario nazionale Inu, mette sul tavolo della discussione almeno tre questioni: in primo luogo il conflitto tra l'interpretazione gravosa del sistema di pianificazione da parte degli amministratori e le intenzioni di “piano leggero” proposto dall'Inu; in secondo luogo la concezione della pianificazione regionale, da intendere come volano armonizzante e non come strumento sovraordinato di controllo della pianificazione di Province e Comuni. Infine il rapporto tra il piano e e le trasformazioni territoriali non deve essere intrepretato attraverso l'uso della deroga.
Mauro Giudice, presidente Inu Piemonte, che cura la parte relativa all'area vasta, punta il dito verso le amministrazioni che pianificano come se fossero isole, senza cioè guardare alla coerenza con i territori confinanti, che nuoce soprattutto in materia paesaggistica. Inoltre sottolinea la carenza delle strutture pubbliche regionali e provinciali in materia di governo del territorio.
Fonte: Ufficio stampa Urbanpromo