
Legambiente: quanta energia sprecano gli edifici
RISPARMIO ENERGETICO
Legambiente: quanta energia sprecano gli edifici
Nel Dossier ‘‘Tutti in Classe A’’ 2012 bocciate anche le archistar
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del 26/11/2014
06/06/2012 - 200 edifici in 21 città d’Italia, da Bolzano a Firenze, da Roma a Bari. Legambiente li ha termografati evidenziando le carenze dell’involucro e le conseguenti dispersioni termiche, ma anche rilevando, negli edifici ben costruiti, il buon isolamento termico, che si traduce in vivibilità e bassi consumi energetici.
I risultati dell’analisi termografica sono contenuti nell’edizione 2012 del Dossier “Tutti in Classe A”, presentato ieri in occasione della Giornata mondiale dell’ambiente. La termografia è una sorta di radiografia a colori, che consente di capire come sono costruiti gli edifici sotto il profilo dell’isolamento termico, e quindi di svelare la qualità o meno degli edifici in cui viviamo o lavoriamo.
L’analisi termografica - spiega Legambiente - ha riguardato edifici costruiti nel dopoguerra e altri più recenti. Sono state verificate anche le prestazioni di quelli certificati di Classe A e di quelli ristrutturati.
Sono stati analizzati 91 edifici costruiti dopo il 2000, ossia dopo che le direttive europee avevano già chiarito tutti i riferimenti in materia di risparmio energetico e isolamento. Su quasi tutti questi immobili “nuovi e già vecchi” i problemi sono evidenti - dal Villaggio Olimpico di Torino, alla Giudecca a Venezia fino alla periferia di Bari, dal complesso Porta Nuova di Pescara o al quartiere Bufalotta a Roma, ad esempio - si ravvisano problemi di elementi disperdenti, con distribuzione delle temperature superficiali estremamente eterogenee.
Inoltre, sottolinea il Dossier, gli edifici costruiti in questi anni hanno beneficiato di una fase di crescita straordinaria degli immobili; si tratta di case vendute spesso a più di 3-4.000 euro a mq, e che quindi avrebbero facilmente permesso di ripagare qualsiasi tipo di intervento di isolamento delle pareti. Gravi carenze sono state riscontrate anche in edifici pubblicizzati come “villette in Classe A” o costruiti secondo criteri di bioedilizia, come un complesso del 2010 in via Canova a Firenze o delle villette dello stesso anno in via San Lorenzo a Campobasso.
Bocciati anche alcuni edifici progettati da archistar e costruiti negli ultimi dieci anni, come mostrano le termografie realizzate su edifici costruiti a Milano e Alessandria da Fuksas, Krier e Gregotti. Le case in via Leoni a Milano, nel quartiere Pista di Alessandria e Bicocca di Milano presentano risultati simili a quelli di altri edifici recenti e di firme meno prestigiose, con difetti nelle superfici perimetrali ed elementi disperdenti nelle strutture portanti.
All’opposto, gli edifici ben progettati e costruiti, certificati in “Classe A”, mostrano invece un comportamento omogeneo delle facciate e l’assenza di ponti termici significativi, in essi sono studiati tanto l’esposizione dell’edificio quanto i materiali delle diverse facciate, al fine di sfruttare al meglio la radiazione solare, minimizzando i consumi energetici per il condizionamento invernale. È il caso, ad esempio, del Kondominium Rosenbach a Bolzano, gli immobili in via Cittadella a Firenze, o le Case Passive in località Fontana a Perugia, i cui fortunati abitanti arrivano a pagare fino a 2mila euro in meno all’anno di energia rispetto a chi abita in una casa di Classe G.
Ma qualcosa si può fare per migliorare la situazione: il vero campo d’intervento - spiega Legambiente - è rappresentato dagli edifici costruiti nel secondo dopoguerra. Tre quarti degli edifici in Italia sono stati costruiti tra il 1946 e il 1991 e il 30% è in condizioni pessime o mediocri. Legambiente ricorda che è in edifici costruiti in questi anni che vive larga parte dei cittadini italiani. A dimostrare, però, che migliorare le condizioni di chi abita in queste abitazioni è possibile sono le termografie effettuate su edifici di Pescara, Firenze e Pesaro nei quali sono stati realizzati interventi di isolamento attraverso “cappotti termici”, spesso usufruendo della detrazione fiscale del 55%.
E la strada da percorrere è stata indicata dall’Unione Europea con la Direttiva 31/2010, in base alla quale dal 1° gennaio 2019 tutti i nuovi edifici pubblici, e dal 1° gennaio 2021 tutti quelli nuovi privati, dovranno essere “a energia quasi zero”. Un tema attualissimo e di grande interesse, quello della progettazione di edifici a energia quasi zero, come dimostra il Tour Edifici a Energia Quasi Zero di Edilportale.
In un periodo di crisi come quello attuale, l’innovazione proposta dall’Unione Europea apre nuove prospettive di sviluppo, per azzerare le bollette delle famiglie e per creare lavoro. Legambiente chiede al Governo di percorrere una chiara strada di innovazione, in primo luogo introducendo regole omogenee in tutta Italia per la certificazione e, soprattutto controlli sugli edifici e sanzioni per chi non rispetta le regole; poi stabilendo per i nuovi edifici e per le ristrutturazioni importanti lo standard minimo obbligatorio di Classe A; infine premiando nelle ristrutturazioni edilizie il miglioramento della classe energetica.
Infine, “Tutti in Classe A” dà i voti alle Regioni in materia di efficienza energetica. Promosse le Province di Trento e Bolzano, Piemonte e Lombardia che hanno anticipato il recepimento delle direttive europee e stabilito controlli e sanzioni per la certificazione. Tutte le altre Regioni presentano buchi normativi, sanzioni inadeguate, controlli assenti o a campione.
I risultati dell’analisi termografica sono contenuti nell’edizione 2012 del Dossier “Tutti in Classe A”, presentato ieri in occasione della Giornata mondiale dell’ambiente. La termografia è una sorta di radiografia a colori, che consente di capire come sono costruiti gli edifici sotto il profilo dell’isolamento termico, e quindi di svelare la qualità o meno degli edifici in cui viviamo o lavoriamo.
L’analisi termografica - spiega Legambiente - ha riguardato edifici costruiti nel dopoguerra e altri più recenti. Sono state verificate anche le prestazioni di quelli certificati di Classe A e di quelli ristrutturati.
Sono stati analizzati 91 edifici costruiti dopo il 2000, ossia dopo che le direttive europee avevano già chiarito tutti i riferimenti in materia di risparmio energetico e isolamento. Su quasi tutti questi immobili “nuovi e già vecchi” i problemi sono evidenti - dal Villaggio Olimpico di Torino, alla Giudecca a Venezia fino alla periferia di Bari, dal complesso Porta Nuova di Pescara o al quartiere Bufalotta a Roma, ad esempio - si ravvisano problemi di elementi disperdenti, con distribuzione delle temperature superficiali estremamente eterogenee.
Inoltre, sottolinea il Dossier, gli edifici costruiti in questi anni hanno beneficiato di una fase di crescita straordinaria degli immobili; si tratta di case vendute spesso a più di 3-4.000 euro a mq, e che quindi avrebbero facilmente permesso di ripagare qualsiasi tipo di intervento di isolamento delle pareti. Gravi carenze sono state riscontrate anche in edifici pubblicizzati come “villette in Classe A” o costruiti secondo criteri di bioedilizia, come un complesso del 2010 in via Canova a Firenze o delle villette dello stesso anno in via San Lorenzo a Campobasso.
Bocciati anche alcuni edifici progettati da archistar e costruiti negli ultimi dieci anni, come mostrano le termografie realizzate su edifici costruiti a Milano e Alessandria da Fuksas, Krier e Gregotti. Le case in via Leoni a Milano, nel quartiere Pista di Alessandria e Bicocca di Milano presentano risultati simili a quelli di altri edifici recenti e di firme meno prestigiose, con difetti nelle superfici perimetrali ed elementi disperdenti nelle strutture portanti.
All’opposto, gli edifici ben progettati e costruiti, certificati in “Classe A”, mostrano invece un comportamento omogeneo delle facciate e l’assenza di ponti termici significativi, in essi sono studiati tanto l’esposizione dell’edificio quanto i materiali delle diverse facciate, al fine di sfruttare al meglio la radiazione solare, minimizzando i consumi energetici per il condizionamento invernale. È il caso, ad esempio, del Kondominium Rosenbach a Bolzano, gli immobili in via Cittadella a Firenze, o le Case Passive in località Fontana a Perugia, i cui fortunati abitanti arrivano a pagare fino a 2mila euro in meno all’anno di energia rispetto a chi abita in una casa di Classe G.
Ma qualcosa si può fare per migliorare la situazione: il vero campo d’intervento - spiega Legambiente - è rappresentato dagli edifici costruiti nel secondo dopoguerra. Tre quarti degli edifici in Italia sono stati costruiti tra il 1946 e il 1991 e il 30% è in condizioni pessime o mediocri. Legambiente ricorda che è in edifici costruiti in questi anni che vive larga parte dei cittadini italiani. A dimostrare, però, che migliorare le condizioni di chi abita in queste abitazioni è possibile sono le termografie effettuate su edifici di Pescara, Firenze e Pesaro nei quali sono stati realizzati interventi di isolamento attraverso “cappotti termici”, spesso usufruendo della detrazione fiscale del 55%.
E la strada da percorrere è stata indicata dall’Unione Europea con la Direttiva 31/2010, in base alla quale dal 1° gennaio 2019 tutti i nuovi edifici pubblici, e dal 1° gennaio 2021 tutti quelli nuovi privati, dovranno essere “a energia quasi zero”. Un tema attualissimo e di grande interesse, quello della progettazione di edifici a energia quasi zero, come dimostra il Tour Edifici a Energia Quasi Zero di Edilportale.
In un periodo di crisi come quello attuale, l’innovazione proposta dall’Unione Europea apre nuove prospettive di sviluppo, per azzerare le bollette delle famiglie e per creare lavoro. Legambiente chiede al Governo di percorrere una chiara strada di innovazione, in primo luogo introducendo regole omogenee in tutta Italia per la certificazione e, soprattutto controlli sugli edifici e sanzioni per chi non rispetta le regole; poi stabilendo per i nuovi edifici e per le ristrutturazioni importanti lo standard minimo obbligatorio di Classe A; infine premiando nelle ristrutturazioni edilizie il miglioramento della classe energetica.
Infine, “Tutti in Classe A” dà i voti alle Regioni in materia di efficienza energetica. Promosse le Province di Trento e Bolzano, Piemonte e Lombardia che hanno anticipato il recepimento delle direttive europee e stabilito controlli e sanzioni per la certificazione. Tutte le altre Regioni presentano buchi normativi, sanzioni inadeguate, controlli assenti o a campione.