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Riqualificazione energetica, gli operatori rivogliono il 55%

Riqualificazione energetica, gli operatori rivogliono il 55%

L’aliquota unica del 50% per ristrutturazioni e miglioramento energetico è ‘‘un colpo mortale per l’intera filiera’’

Vedi Aggiornamento del 30/07/2012
di Rossella Calabrese
Vedi Aggiornamento del 30/07/2012
20/06/2012 - Ha scontentato praticamente tutti la decisione del Governo di portare ad un’aliquota unica pari al 50% le detrazioni fiscali per le ristrutturazioni (ex 36%) e quelle per la riqualificazione energetica degli edifici (ex 55%) limitandone l’applicazione al 30 giugno 2013.
 
Il restyling delle agevolazioni, contenuto nel Decreto per la crescita approvato venerdì scorso dal Consiglio dei Ministri (leggi tutto), sta sollevando critiche e richieste di modifica.
 
Secondo UNCSAAL, l’associazione confindustriale dell’involucro edilizio, la decisione costituisce “un affossamento delle detrazioni del 55%, con un conseguente gravissimo impatto negativo per il sistema Paese e per il comparto dei prodotti da costruzione”. Un 55% prorogato per soli sei mesi - spiega Uncsaal - con un’aliquota depotenziata al 50% e poi ricondotto in un provvedimento generalizzato per l’edilizia con un’aliquota al 36% non soddisferà nessuno degli obiettivi propri delle detrazioni per gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici: non sarà determinante per il raggiungimento degli obiettivi di risparmio energetico, né per invertire il gravissimo trend negativo che sta colpendo il comparto italiano dei prodotti da costruzione legati al risparmio energetico, né tantomeno apporterà benefici all’Erario.
 
Per questi motivi Uncsaal chiede al Governo e al Parlamento di modificare il decreto riconfermando l’aliquota del 55% per gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici, stabilizzando la detrazione a medio termine con la possibilità di modulazione delle rate di rimborso da 5 a 10 annualità ed estendendone l’applicabilità ai beni non strumentali.
 
Critica verso il provvedimento anche LEGAMBIENTE: “il messaggio che il Governo lancia al settore delle costruzioni è sbagliato perché mette sullo stesso piano interventi innovativi e non, con uguali incentivi sia per quelli che producono risparmio e benessere che per quelli che sprecano energia e usano materiali vecchi, insicuri e inquinanti”. La percentuale di detrazione per la riqualificazione energetica diventa uguale a quella per le ristrutturazioni, “a prescindere dai contenuti ambientali, di efficienza e innovazione, di messa in sicurezza statica degli edifici - prosegue Legambiente. Come se l’importante fosse solo aprire cantieri a prescindere da quel che si realizza”.
 
A parere di ANIT, Associazione per l'isolamento termico e acustico, “equiparare gli interventi di riqualificazione energetica alle ristrutturazioni di interni è lontano dall’idea di una politica energetica che punta ad edifici “zero Energy”. Inserire tutti gli interventi in uno stesso calderone, che sia il 50% o il 36% - spiega Anit - non aiuterà il miglioramento del nostro patrimonio nazionale sotto il punto di vista energetico ambientale. Sia nel caso che dall’anno prossimo il 55% confluisca nel 36%, sia nel caso che il bonus per le ristrutturazioni aumenti dal 36 al 50%, lo Stato non avrà più nessun riscontro su quali saranno i risultati in termini di tipologia e di numero di interventi effettuati, né di risparmio energetico ottenuto, né di limitazione di emissione di gas climalteranti e soprattutto l’utente non sarà più obbligato a rispettare limiti più virtuosi e certificarli”.
 
Un vero colpo mortale all’intera filiera. Così definisce la nuova norma Antonio Filippi, responsabile Energia della CGIL, che aggiunge: “Come si giustifica un provvedimento che va a colpire l’unico settore che cresce, crea sviluppo e occupazione e fa risparmiare sul costo dell’energia?”. “Chi mai intraprenderà più interventi di efficientamento energetico, quando il ‘bonus’ per le semplici ristrutturazioni edilizie ordinarie, sarà disponibile per lo stesso importo, con il vantaggio di non sottostare a nessun adempimento? Basterà dichiarare la ristrutturazione e ogni problema di rendicontazione scomparirà” conclude il sindacalista della Cgil chiedendo al Parlamento di ripristinare l’incentivo per l’efficienza energetica in maniera strutturale.
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