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Compensi professionali, Cnappc: Antitrust non realista

Compensi professionali, Cnappc: Antitrust non realista

Architetti contro la proposta di riforma concorrenziale, problema delle tariffe già risolto dalle norme in vigore

Vedi Aggiornamento del 10/06/2013
di Paola Mammarella
Vedi Aggiornamento del 10/06/2013
10/10/2012 - La proposta della legge sul mercato e la concorrenza è lontana dalla realtà dei professionisti. Dura la replica del Cnappc, Consiglio nazionale degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori, alle dichiarazioni dell’Antitrust della scorsa settimana, che non considera completo il processo di liberalizzazione delle professioni e mira ad eliminare il decoro professionale e l’importanza dell’opera come riferimento per determinare il compenso del professionista.

Ricordiamo che la scorsa settimana l’Autorità garante per la concorrenza e il mercato ha inviato al Governo una segnalazione in base alla quale, per evitare di compire passi indietro nel processo di liberalizzazione e riforma, bisognerebbe eliminare il decoro professionale e l’importanza dell’opera come riferimento per determinare il compenso del professionista. Analogamente, sostiene l’Antitrust, il numero chiuso per l’accesso ai corsi universitari non dovrebbe basarsi sul fabbisogno di professionalità nel sistema sociale e produttivo, perché si creerebbe uno sbarramento ingiustificato, non strettamente legato all’offerta formativa delle università (Leggi Tutto).
 
Secondo il presidente del Consiglio nazionale degli architetti, Leopoldo Freyrie, la questione delle tariffe, sollevata dall’Antitrust, è stata risolta dal Dpr 137/2012 di attuazione della  Riforma delle Professioni. Dal rapporto sullo stato della Professione di Architetto del Cresme, emergerebbe inoltre che i redditi medi degli architetti valgono 35mila euro e l’uso della tariffa è da tempo diventato obsoleto, mentre non sembra credibile che i 150 mila architetti possano mettersi d’accordo per fare cartello.
 
A due mesi dall’introduzione del Dpr, continua Freyrie, non sembra inoltre possibile che sia stato riscontrato un tentativo di reintroduzione delle tariffe.
 
Al contrario, sottolinea Freyrie, bisognerebbe intervenire sulle forme ingannevoli di pubblicità e i fenomeni di dumping, come la pubblicità su siti internet che promuovono servizi a prezzi bassi, più volte segnalati senza ottenere risposta.
 
Altrettanto urgente, incalza il presidente degli architetti, è la soluzione del problema causato dalle società pubbliche, regionalizzate, municipalizzate, università, che fanno concorrenza sleale ottenendo incarichi di progettazione senza gara.
 
Per Freyrie, l’Antitrust non dovrebbe tacere davanti a norme di selezione per gli incarichi pubblici di architettura in cui i requisiti sono tali da ridurre i concorrenti a poche decine di soggetti. Allo stesso modo, dovrebbe prendere provvedimenti "nei confronti delle P.A. che mettono a base di gara importi che sono un clamoroso invito al dumping”.
 
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