
Strategia energetica nazionale, le proposte per migliorarla
RISPARMIO ENERGETICO
Strategia energetica nazionale, le proposte per migliorarla
Da Kyoto Club, Ifi e Ascomac osservazioni per indipendenza energetica e politica industriale
Vedi Aggiornamento
del 12/03/2013
09/11/2012 - Puntare alla decarbonizzazione e all’indipendenza energetica, salvaguardare il fotovoltaico italiano, ma soprattutto favorire gli strumenti a sostegno delle rinnovabili invece dell’estrazione dei fossili. Sono alcune delle osservazioni sulla Sen - Strategia energetica nazionale, che le associazioni hanno presentato durante la consultazione in corso al Ministero dello Sviluppo Economico fino al 30 novembre.
A detta del Kyoto Club, la Sen è carente dal punto di vista dell’orizzonte temporale, che punta al 2020 a fronte di programmi europei fino al 2050, creando poche certezze per gli investitori.
D’altra parte, è positivo il giudizio sugli investimenti da attivare entro la fine del decennio. Dei 180 miliardi previsti dalla strategia governativa, il 72% sarà legato all’efficienza energetica e alle rinnovabili. Elemento compensato però dal raddoppio della produzione nazionale di idrocarburi da raggiungere con una serie di facilitazioni come la riduzione della distanza minima dalle coste per l’estrazione a mare.
A metà strada la situazione dei comparti green, che secondo Kyoto Club possono contare su buoni obiettivi, ma su strumenti carenti. Come nel caso del fotovoltaico, per il quale è programmata una diffusione senza incentivi. La proroga del 55% ha invece incassato il benestare dell’associazione, che riserva però di pronunciarsi sulle modifiche annunciate.
Per un’inversione di tendenza, per Kyoto Club si dovrebbe puntare su riqualificazione energetica dell’edilizia, produzione di biometano e incremento delle rinnovabili, senza dimenticare la riorganizzazione della produzione convenzionale da centrali.
Secondo il Comitato Ifi, Industrie fotovoltaiche italiane, la Sen affronta un vuoto di indirizzo della durata di quasi 25 anni con l’obiettivo di superare gli obiettivi definiti dal Pacchetto Europeo Clima Energia 2020 e arrivare ad una copertura del 38% dei consumi.
Per il presidente di Ifi, Alessandro Cremonesi, mancano indicazioni sulla politica di sviluppo industriale del comparto fotovoltaico, con misure programmatiche già vecchie, come il V Conto Energia, e inesistente sostegno dell’industria nazionale.
Le misure di sostegno al mercato, a detta di Ifi non dovrebbero scaricarsi in bolletta sul consumatore di energia elettrica. Per questo secondo Cremonesi si dovrebbe dare il via alle detrazioni fiscali sulla riqualificazione degli edifici, alla revisione del meccanismo di Scambio sul Posto, a una dilazione sui debiti a medio e lungo termine e alla creazione di un fondo di garanzia governativo per l’accesso al credito.
Per Ascomac, Federazione Nazionale Commercio Macchine, il documento “finisce per certificare puntualmente le azioni in atto più che guardare al futuro e indicare le scelte di fondo relative al modello di organizzazione del sistema energetico”.
Secondo Carlo BelvedereSegretario Generale di Ascomac, che ha mostrato apprezzamento per la pubblicazione del documento e l’apertura della consultazione pubblica, tra gli obiettivi bisognerebbe integrare la decarbonizzazione e l’indipendenza energetica del Paese.
Il segretario generale di Ascomac pensa inoltre che il successo del Sen non possa prescindere dall’integrazione con altre strategie di sviluppo, come Piano Città, Piano industriale e dei servizi, Piano nazionale per la manutenzione e la messa in sicurezza del territorio dai rischi idrogeologici e sismici, il Piano del Consumo del Territorio, il Piano Rifiuti.
Belvedere lamenta inoltre l’assenza di temi strategici quali liberalizzazioni, privatizzazioni, generazione distribuita di energia, semplificazioni, fiscalità energetica, credito, formazione, certificazione ISO emobilità sostenibile, ma soprattutto la mancanza di un modello di organizzazione del sistema elettrico, basato sul mixdi tecnologie e soluzioni impiantistiche più adeguato.
Ricordiamo che la Strategia energetica nazionale è stata presentata il 16 ottobre scorso per la riduzione dei costi energetici, il pieno raggiungimento e superamento di tutti gli obiettivi europei in materia ambientale, la maggiore sicurezza di approvvigionamento e lo sviluppo industriale del settore energia (Leggi Tutto).
A detta del Kyoto Club, la Sen è carente dal punto di vista dell’orizzonte temporale, che punta al 2020 a fronte di programmi europei fino al 2050, creando poche certezze per gli investitori.
D’altra parte, è positivo il giudizio sugli investimenti da attivare entro la fine del decennio. Dei 180 miliardi previsti dalla strategia governativa, il 72% sarà legato all’efficienza energetica e alle rinnovabili. Elemento compensato però dal raddoppio della produzione nazionale di idrocarburi da raggiungere con una serie di facilitazioni come la riduzione della distanza minima dalle coste per l’estrazione a mare.
A metà strada la situazione dei comparti green, che secondo Kyoto Club possono contare su buoni obiettivi, ma su strumenti carenti. Come nel caso del fotovoltaico, per il quale è programmata una diffusione senza incentivi. La proroga del 55% ha invece incassato il benestare dell’associazione, che riserva però di pronunciarsi sulle modifiche annunciate.
Per un’inversione di tendenza, per Kyoto Club si dovrebbe puntare su riqualificazione energetica dell’edilizia, produzione di biometano e incremento delle rinnovabili, senza dimenticare la riorganizzazione della produzione convenzionale da centrali.
Secondo il Comitato Ifi, Industrie fotovoltaiche italiane, la Sen affronta un vuoto di indirizzo della durata di quasi 25 anni con l’obiettivo di superare gli obiettivi definiti dal Pacchetto Europeo Clima Energia 2020 e arrivare ad una copertura del 38% dei consumi.
Per il presidente di Ifi, Alessandro Cremonesi, mancano indicazioni sulla politica di sviluppo industriale del comparto fotovoltaico, con misure programmatiche già vecchie, come il V Conto Energia, e inesistente sostegno dell’industria nazionale.
Le misure di sostegno al mercato, a detta di Ifi non dovrebbero scaricarsi in bolletta sul consumatore di energia elettrica. Per questo secondo Cremonesi si dovrebbe dare il via alle detrazioni fiscali sulla riqualificazione degli edifici, alla revisione del meccanismo di Scambio sul Posto, a una dilazione sui debiti a medio e lungo termine e alla creazione di un fondo di garanzia governativo per l’accesso al credito.
Per Ascomac, Federazione Nazionale Commercio Macchine, il documento “finisce per certificare puntualmente le azioni in atto più che guardare al futuro e indicare le scelte di fondo relative al modello di organizzazione del sistema energetico”.
Secondo Carlo BelvedereSegretario Generale di Ascomac, che ha mostrato apprezzamento per la pubblicazione del documento e l’apertura della consultazione pubblica, tra gli obiettivi bisognerebbe integrare la decarbonizzazione e l’indipendenza energetica del Paese.
Il segretario generale di Ascomac pensa inoltre che il successo del Sen non possa prescindere dall’integrazione con altre strategie di sviluppo, come Piano Città, Piano industriale e dei servizi, Piano nazionale per la manutenzione e la messa in sicurezza del territorio dai rischi idrogeologici e sismici, il Piano del Consumo del Territorio, il Piano Rifiuti.
Belvedere lamenta inoltre l’assenza di temi strategici quali liberalizzazioni, privatizzazioni, generazione distribuita di energia, semplificazioni, fiscalità energetica, credito, formazione, certificazione ISO emobilità sostenibile, ma soprattutto la mancanza di un modello di organizzazione del sistema elettrico, basato sul mixdi tecnologie e soluzioni impiantistiche più adeguato.
Ricordiamo che la Strategia energetica nazionale è stata presentata il 16 ottobre scorso per la riduzione dei costi energetici, il pieno raggiungimento e superamento di tutti gli obiettivi europei in materia ambientale, la maggiore sicurezza di approvvigionamento e lo sviluppo industriale del settore energia (Leggi Tutto).