04/06/2014 - “Nel giorno della Festa della Repubblica scrivo ai sindaci da Palazzo Chigi per chiedere uno sforzo comune. Individuate una caserma bloccata, un immobile abbandonato, un cantiere fermo, un procedimento amministrativo da accelerare. Segnalatecelo entro il 15 giugno all’indirizzo
[email protected]. Sarà nostra cura verificarne lo stato di attuazione con gli uffici dedicati e - se del caso - procedere all’interno di un pacchetto di misure denominato ‘Sblocca Italia’”.
È questo il contenuto della
lettera che il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha inviato ai Sindaci, riproponendo l’
iniziativa già adottata per le scuole.
Come annunciato domenica, durante il Festival dell’Economia di Trento, il Presidente del Consiglio ha assicurato che le valutazioni saranno il più tempestive possibili.
L’obiettivo, si legge nella lettera, è non dover più bloccare cantieri “per la mancanza di un parere, per un diniego incomprensibile di una sovrintendenza, per le lungaggini procedurali”, ma anche non dover più “rinunciare a un investimento magari di capitali stranieri, certo innamorati dell'Italia, ma preoccupati del complicato sistema amministrativo del nostro paese”.
Positivo il riscontro da parte dei sindaci. Il presidente dell'Anci,
Piero Fassino, ha affermato che tutti i primi cittadini sono pronti a raccogliere le richieste del Presidente del Consiglio perché in ogni città ci sono progetti che, se finanziati, possono decollare in breve tempo contribuendo così al rilancio della crescita e alla creazione di lavoro.
Dopo aver raccolto i dati e valutato lo stato di attuazione dei progetti, entro la fine di luglio sarà molto probabilmente emanato un decreto “Sblocca Italia” che dovrebbe essere operativo da subito.
Il meccanismo potrebbe probabilmente ricalcare, anche nel
metodo, quello per la riqualificazione delle scuole, che prevede una serie di semplificazioni in deroga al Codice Appalti e alle norme sul permesso di costruire.
Ricordiamo infatti che nell’affidamento dei lavori sono ammesse una serie di deroghe, come la possibilità di appalto immediato, senza attendere i trentacinque giorni successivi all’aggiudicazione definitiva, il superamento dei controlli sulla capacità economico finanziaria e tecnico organizzativa delle imprese e una maggiore libertà negli affidamenti in economia.
Gli interventi al di fuori delle aree vincolate e che non modificano la sagoma o la destinazione dei fabbricati possono infine essere realizzati senza permesso di costruire.
Si tratta di uno snellimento delle procedure che, se applicato anche alle opere incompiute, velocizzerebbe l’apertura di nuovi cantieri e la conclusione dei lavori avviati. Al momento, infatti, sono più di 560 le opere incompiute segnalate, che per il completamento avrebbero bisogno di circa 700 milioni di euro. L’
elenco, tenuto dal Ministero delle Infrastrutture sulla base delle indicazioni delle Regioni, raggruppa gli interventi non terminati relativi a nuove costruzioni, ampliamenti, ristrutturazioni, recupero e restauro. Sono invece esclusi gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria e quelli di demolizione. Si tratta, ad ogni modo, di numeri incompleti, che le Regioni sono tenute ad aggiornare anno per anno. Numeri che renderanno impegnativa l'operazione di sblocco voluta dal Governo.