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Legge di Stabilità 2015, più vicina la proroga delle detrazioni 65% e 50%

Legge di Stabilità 2015, più vicina la proroga delle detrazioni 65% e 50%

Ma sulle imprese edili incombe il raddoppio dal 4% all’8% della ritenuta d’acconto trattenuta dalle banche sui bonifici incassati per i lavori

Vedi Aggiornamento del 09/01/2015
di Paola Mammarella
Vedi Aggiornamento del 09/01/2015
27/10/2014 - Sta iniziando l’iter per l’approvazione del ddl di Stabilità 2015. Tra le misure del provvedimento, che approderà in questi giorni all’esame della Commissione Bilancio della Camera, c’è la proroga delle detrazioni del 65% e 50%. La misura, pensata per sostenere i consumi, potrebbe però essere sterilizzata dal raddoppio della ritenuta d’acconto applicata dalle banche ai bonifici per pagare i lavori.
 
Ecobonus
Il testo proroga per tutto il 2015 le attuali condizioni per usufruire dell’Ecobonus. È infatti prevista una detrazione del 65%, da suddividere in 10 quote annuali di pari importo, per le spese sostenute nel 2015 per interventi di riqualificazione energetica degli edifici, fino ad un ammontare di 96 mila euro per unità immobiliare.
 
Senza la proroga, nel 2015 la detrazione fiscale sarebbe scesa al 50% nel 2015. Gli interventi di efficientamento sulle parti comuni dei condomìni avrebbero invece usufruito della detrazione del 65% fino al 30 giugno 2015 e del bonus al 50% dal 1 luglio al 31 dicembre 2015.
 
Con la novità introdotta dalla Legge di Stabilità, invece, tutti i lavori sulle singole abitazioni o sulle parti comuni effettuati nel 2015 saranno agevolati al 65%. Se non interverranno altre proroghe, dal 2016 gli interventi potranno usufruire della detrazione del 36%
 
Detrazione ristrutturazioni e Bonus Mobili
La norma estende al 2015 la detrazione fiscale del 50% per gli interventi di ristrutturazione fino ad un tetto di spesa di 96 mila euro e l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici.
 
Anche in questo caso, senza la proroga, il bonus riconosciuto ai lavori di ristrutturazione sarebbe sceso al 40% nel 2015, per tornare al 36% nel 2016. All’acquisto di mobili ed elettrodomestici, abbinato agli interventi di ristrutturazione, non sarebbe invece spettata nessuna agevolazione fiscale.

Effetti sulle entrate
Come emerge dalla relazione tecnica, per gli interventi di efficientamento energetico la spesa sarà pari a 4,5 miliardi di euro. L’effetto sarà una riduzione dell’Irpef pari a 115,9 milioni, cui faranno fronte un aumento dell’Iva di 22,7 milioni e delle imposte pagate dalle imprese pari a 68,2 milioni di euro.
 
Per le ristrutturazioni la maggiore spesa si attesterà sui 18,5 miliardi. Ciò significa che a fronte di una riduzione di 259 milioni dell’Irpef pagata dai contribuenti, ci sarà un aumento di 420,5 milioni di Iva versata e di 168 milioni di imposte pagate dalle imprese sui maggiori guadagni.

La spesa per l’acquisto di mobili ed elettrodomestici sarà pari a un miliardo. Lo Stato incasserà 18 milioni di Iva e 12,3 milioni come imposte da parte delle imprese.
 
Ritenuta d’acconto all’8%
Il disegno di legge eleva dal 4% all’8% la ritenuta d’acconto trattenuta dalle banche sui bonifici per il pagamento degli interventi di riqualificazione energetica e ristrutturazione degli edifici che beneficiano delle detrazioni del 65% e del 50%. Come si legge nella relazione tecnica, la misura nel 2015 dovrebbe comportare maggiori entrate per 920 milioni di euro.
 
La proposta è stata però giudicata insostenibile da UNICMI, l’Unione delle Industrie delle Costruzioni Metalliche, dell’Involucro e dei serramenti. Ripercorrendo l’iter della disposizione, UNICMI ha ricordato che la ritenuta d’acconto è stata introdotta dal DL 78/2010 con un duplice obiettivo: fare cassa e monitorare le entrate delle imprese che effettuavano i lavori di riqualificazione agevolati con le detrazioni fiscali. Inizialmente, la percentuale della ritenuta era stata fissata al 10%, ma su pressione degli addetti ai lavori era passata al 4%, cioè a un livello considerato maggiormente sostenibile, che avrebbe evitato il drenaggio di liquidità delle imprese, già gravate dalla crisi.

 

 
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