20/03/2015 - Il Consiglio di Stato
ha accolto il ricorso di Confprofessioni contro l'esclusione dei professionisti dagli ammortizzatori sociali come la Cassa integrazione in deroga.
Secondo i giudici del Consiglio l’esclusione degli studi professionali dalla Cassa integrazione in deroga è una “
discriminazione operata nei confronti della categoria dei
liberi professionisti e del personale che lavora presso di loro, tenuto conto dei vincoli comunitari in materia di definizione di impresa”.
Gaetano Stella, presidente di Confprofessioni, ha dichiarato: “Chiederemo al ministero del Lavoro di dare esecuzione all'ordinanza del Consiglio di Stato e di cancellare la discriminazione dei liberi professionisti rispetto al beneficio della cassa in deroga, per salvaguardare i livelli occupazionali degli studi”.
Ricordiamo che il
Ministero del Lavoro aveva in precedenza chiarito quanto già affermato con il
DM 1 agosto 2014, in base al quale la Cig in deroga è riservata alle imprese di cui all’articolo 2082 del Codice Civile, cioè alle attività economiche organizzate per la produzione o lo scambio di beni e servizi e quindi non ai dipendenti degli studi professionali.
Con
l'ordinanza n. 1108 (depositata l'11 marzo scorso), il Consiglio di Stato ha accolto l'appello cautelare di Confprofessioni, sospendendo l'esecuzione dell'ordinanza del Tar Lazio che aveva confermato l'esclusione dei dipendenti degli studi professionali dalla Cig in deroga respingendo l'istanza di sospensiva chiesta da Confprofessioni.