03/10/2016 - Ricostruire nei territori colpiti dal sisma rispettando cinque imperativi: l’identità dei luoghi e degli edifici, evitando di dislocare le nuove costruzioni in zone nuove e di disgregare le comunità locali, e operando nel rispetto dell’ambiente, dell’identità architettonica preesistente e della tutela del paesaggio; la responsabilizzazione delle comunità e delle istituzioni locali; la trasparenza nella gestione delle risorse; la legalità per una ricostruzione ‘mafia free’; l’equità verso cittadini, imprese ed enti locali.
Definire in tempi rapidi il
progetto ‘Casa Italia’ partendo da un
piano nazionale di prevenzione antisismica in tre fasi: monitoraggio e diagnostica, adozione del fascicolo di fabbricato e adozione della certificazione sismica obbligatoria. Pianificare il fabbisogno pluriennale di risorse pubbliche e private, per dare continuità nel tempo al progetto ‘Casa Italia’, indicando da subito le misure stralcio da prevedere negli strumenti finanziari già in discussione per il 2017.
Estendere alla messa in sicurezza antisismica il meccanismo di efficientamento energetico dei condomini e
prorogare per tre anni l’ecobonus per ristrutturazioni, riqualificazione energetica, adeguamenti e consolidamenti sismici, semplificando i criteri vigenti e prevedendo norme specifiche per gli incapienti. Avviare un percorso di approfondimento su possibili
forme assicurative dei fabbricati nei confronti dei rischi derivanti da tutte le calamità naturali.
Sono alcuni dei contenuti della
mozione approvata dal Senato, relativa alla ricostruzione nei territori del Centro Italia colpiti dal terremoto del 24 agosto e al progetto ‘Casa Italia’.
Parere favorevole pieno sulla mozione è stato espresso dal Governo, attraverso il
sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Claudio De Vincenti. “Intendiamo raccogliere fino in fondo la richiesta che ci viene dai cittadini delle zone colpite - ha detto il sottosegretario -: la ricostruzione dovrà avvenire negli stessi luoghi; i borghi andranno ricostruiti come erano, mantenendo la loro identità culturale e storica, naturalmente con una messa in sicurezza antisismica che risponda agli standard che le tecnologie attuali consentono finalmente di realizzare”.
“Daremo pieno sostegno alla ricostruzione delle prime case,
ma anche delle seconde case, perché in quei territori le seconde case significano attività economiche importanti e fanno parte del tessuto economico del luogo. E naturalmente sostegno pieno alla ripresa delle
attività economiche delle aree colpite”.
Il progetto ‘Casa Italia’
“È una strategia - ha proseguito De Vincenti - che vuole mettere il nostro Paese su un nuovo percorso di
piena tutela e sicurezza antisismica del patrimonio abitativo, culturale e artistico, affrontando anche altri rischi, oltre a quello sismico. Penso, ad esempio, al
rischio idrogeologico”. “A questo proposito abbiamo già stanziato risorse importanti e andremo avanti con gli interventi sul dissesto idrogeologico, che collegheremo alla strategia più generale”.
Al progetto ‘Casa Italia’ - ha aggiunto De Vincenti - “
la legge di bilancio dedicherà risorse importanti che si affiancheranno a quelle che già abbiamo dedicato, per esempio, alla banda ultralarga, al dissesto idrogeologico, all’edilizia scolastica o a quelle previste nel masterplan per il Mezzogiorno. Quelle risorse già ci sono. La Legge di Stabilità le sistematizzerà e ne aggiungerà altre”.
La task force ‘Casa Italia’
La nuova unità di missione di Palazzo Chigi, guidata dal rettore del Politecnico di Milano,
Giovanni Azzone, sarà formalmente istituita in queste ore. Sarà composta da 18 persone, che apporteranno competenze di vario tipo: statistiche, geologiche, giuridiche, economico-finanziarie, urbanistiche. La task force opererà in sinergia con il
Gruppo G124 di Renzo Piano.
“
La priorità è sulla casa e sull’abitare, tutto cioè che pone a rischio l’abitare - ha spiegato Azzone in una intervista al Sole24Ore -: quindi sismico e idrogeologico come prima cosa; e poi il tema delle periferie che è un tema più generale. Il baricentro in questo momento è capire come mettere in sicurezza il Paese”.
Il progetto ‘10 prototipi per 10 milioni di case’ di Renzo Piano
Per quel che riguarda i
10 prototipi indicati da Renzo Piano, Azzone ha spiegato che l’obiettivo è quello di individuarli entro sei mesi e, contemporaneamente, cominciare a lavorare dal punto di vista amministrativo su come intervenire nella scelta. L’unico elemento ad oggi certo è che i prototipi riguarderanno edifici residenziali del patrimonio pubblico.
La scelta - ha detto Azzone - sarà fatta dagli architetti guidati da Piano, incrociando tre tipi di variabili: i
materiali (pietra, cemento e laterizio), l’
età del fabbricato (più o meno di 70 anni), le
dimensioni (casa monofamiliare oppure condominio). Incrociando queste variabili, si arriva a 10 progetti: “10 cantieri - ha aggiunto Azzone - che devono diventare 10 linee guida di riferimento, seguite da
10 interventi reali. L’ipotesi - aggiunge il rettore del PoliMi - è di pensare a 10 abitazioni di proprietà pubblica, distribuite sul territorio, privilegiando i luoghi a rischio sismico”.
L’obiettivo, ha spiegato ancora Azzone al Sole24Ore, è
trasformare il cantiere in esperienze formative, in “‘documentari formativi’ che siano la descrizione dell’intervento, le interviste con i progettisti che spiegando quali problemi si riscontrano e come si interviene, il modo in cui si coinvolge chi abita nella struttura, in modo da trovare forme il meno invasive possibile”.
Il Consiglio Nazionale Architetti ad Amatrice il 5 ottobre
“Amatrice e le zone colpite dal sisma del 24 agosto segnano un punto di non ritorno nell’approccio alla ricostruzione. Secondo lo spirito del piano Casa Italia ed in linea con quanto illustrato dall’architetto e senatore a vita Renzo Piano serve, infatti, un grande sforzo collettivo, ma serve, soprattutto
allargare lo sguardo alla città del futuro, mettendo la persona al centro di un grande progetto strutturale che rivoluzioni il Paese. Tutto ciò nella consapevolezza - finora purtroppo non pienamente acquisita - di dovere custodire, per trasmetterla alle generazioni che verranno, la bellezza di città, borghi e territori che abbiamo ereditario”.
Così
Giuseppe Cappochin, presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori che, insieme ai componenti dello stesso Consiglio,
sarà ad Amatrice nella mattinata di mercoledì 5 ottobre. “Sarà un piano lungo decenni che solo progetti di qualità espressioni di concorsi di architettura possono garantire e che devono necessariamente essere accompagnati da procedure all’insegna della massima trasparenza e della necessaria semplificazione, ma assolutamente non meno rigorose”.
Per Walter Baricchi, coordinatore del Dipartimento Cooperazione, Solidarietà e Protezione Civile del Consiglio Nazionale, “Amatrice deve essere anche il simbolo di un
nuovo modello di approccio alla ricostruzione da parte di tutti professionisti che vi prendono parte ciascuno nella peculiarità delle proprie competenze. Il Consiglio Nazionale degli Architetti già dispone di un
Codice etico per i professionisti volontari che prevede dure sanzioni per quanti possano trarre anche indiretti vantaggi dagli incarichi ricoperti. L’idea è ora quella di predisporne uno per la Rete delle Professioni Tecniche che codifichi le modalità di comportamento per tutte le figure professionali coinvolte”.
Nel pomeriggio di mercoledì prossimo - dopo la visita ad Amatrice - si terrà
a Rieti una seduta straordinaria del Consiglio alla quale parteciperanno rappresentanti degli Ordini provinciali di Ascoli Piceno, Fermo, L'Aquila, Macerata, Perugia, Rieti, Teramo e Terni.