16/10/2018 - È in corso anche in Regione Campania l’iter approvativo di un disegno di legge per la tutela dei compensi professionali. In Consiglio regionale sono stati presentati ben cinque testi, poi riuniti in un testo unificato, pronto per l’esame.
Il disegno di legge mira a tutelare le prestazioni professionali rese sulla base di istanze presentate alla pubblica amministrazione
per conto dei privati cittadini o delle imprese. Sono escluse, almeno per il momento, le prestazioni rese alle Pubbliche Amministrazioni (incluse invece nelle
norme di Basilicata e Lazio).
La finalità è quella di tutelare il lavoro svolto dai professionisti contestualmente all’attenuazione dell’evasione fiscale.
Il testo prevede che
la presentazione dell’istanza autorizzativa o di istanza ad intervento prevista dalle norme e dai regolamenti regionali, provinciali e comunali sia
corredata, oltre che da tutti gli elaborati previsti dalla normativa vigente, dalla
lettera di affidamento dell’incarico sottoscritta dal committente, unitamente alla fotocopia di un documento d’identità.
L’amministrazione, al momento del rilascio dell’atto autorizzativo o della ricezione di istanze ad intervento diretto,
acquisisce l’autodichiarazione del professionista o dei professionisti sottoscrittori degli elaborati progettuali, attestante il
pagamento delle correlate spettanze da parte del committente.
La mancata presentazione della suddetta autodichiarazione costituisce
motivo ostativo per il completamento dell’iter amministrativo fino all’avvenuta integrazione. La documentazione è richiesta dagli uffici interessati dall’iter attivato.
Il contributo dei progettisti
Gli Ordini professionali stanno partecipando attivamente alla stesura della legge: giovedì scorso i cinque
Ordini degli Ingegneri e degli Architetti campani sono stati auditi dalla Commissione; oggi consegneranno un documento unitario che chiede di modificare leggermente il testo.
In particolare, si chiede di
sostituire la ‘lettera di affidamento dell’incarico sottoscritta dal committente’, da presentare a corredo dell’istanza,
con il ‘contratto sottoscritto dal committente, reso nelle forme previste dall’ordinamento professionale di appartenenza’. Questo - spiegano i tecnici - permetterebbe di ipotizzare, a valle della legge, la predisposizione di un documento unitario di dichiarazione, comprendente gli aspetti (che sarebbero stati troppo lunghi da mettere nel testo normativo) riguardanti, ad esempio, la polizza assicurativa, la regolarità rispetto alla formazione obbligatoria, il preventivo (anche con riguardo al giusto compenso) e così via.
L’altra modifica proposta prevede di
sostituire ‘l’autodichiarazione’ attestante il pagamento delle spettanze
con la ‘documentazione’, ‘anche mediante autodichiarazione’ ‘attinente alle prestazioni rese e previste nel contratto di incarico’. La modifica è finalizzata a chiarire il contenuto delle documentazioni (fatture e/o altra documentazione) che deve essere correlata alle effettive prestazioni svolte ed attinenti la pratica tecnica che riguarda quell’Ente.
Obbligo di pagare il professionista nelle altre Regioni
Il testo all’esame del Consiglio regionale campano è praticamente identico alla
Legge della Regione Calabria pubblicata nel luglio scorso. Ad essa sono seguiti, come detto sopra, il ddl della
Basilicata e l’odg del
Lazio.
Più articolata è invece la situazione in
Sicilia: a fine agosto 2018,
la Regione Siciliana ha raccomandato agli Assessorati di rispettare le norme sull’equo compenso ed evitare clausole vessatorie. Pochi giorni dopo,
gli architetti agrigentini hanno chiesto ai deputati regionali di approvare l’emendamento, fermo da un anno, che vincola il rilascio del
certificato di agibilità all’avvenuto pagamento del progettista e del direttore dei lavori.
Il tema è stato rimesso all’ordine del giorno: in una delle prossime sedute l’Assemblea Regionale Siciliana esaminerà il disegno di legge ‘Disposizioni relative alle
spettanze dovute ai professionisti per le procedure di rilascio dei titoli abilitativi edilizi e/o di ogni altro provvedimento propedeutico’, presentato il 2 ottobre scorso.
Infine, va ricordato che la prima Regione a legiferare sul tema dell’equo compenso è stata la
Toscana che, a marzo 2018, ha definito le regole per
garantire un equo compenso ai professionisti incaricati della progettazione di opere pubbliche.
Le proposte di disegno di legge statale
A livello nazionale invece, si registrano: la
proposta di legge di FNAILP, Federazione Architetti Ingegneri Liberi Professionisti - che sarà presto presentata in Parlamento - che prevede di abolire il Decreto Bersani, rafforzare l’equo compenso e obbligare i committenti a pagare i professionisti; e la
proposta della Rete delle Professioni Tecniche (RPT), avanzata in vista della Legge di Bilancio 2019, per bloccare l’attività edilizia in mancanza dei documenti che comprovino il pagamento dei progettisti secondo le norme sull’equo compenso.