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Rinnovabili, dalle Regioni no al decreto FER1

Rinnovabili, dalle Regioni no al decreto FER1

Bocciate l’esclusione della geotermia e le misure sull’idroelettrico. Governo: ‘andremo avanti con il massimo coinvolgimento’

Vedi Aggiornamento del 23/07/2019
Foto: folewu ©123RF.com
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di Paola Mammarella
Vedi Aggiornamento del 23/07/2019
24/12/2018 - Le Regioni dicono no alla bozza di Decreto FER 1. La Conferenza Unificata, ha commentato il Presidente Stefano Bonaccini, ha bocciato il testo sugli incentivi alle fonti rinnovabili “per la totale chiusura manifestata dai Ministeri competenti nei confronti delle richieste delle Regioni e delle Province autonome”.
 
Alle Regioni non piace l’impostazione del decreto, che bloccherebbe i bonus alla geotermia e penalizzerebbe il settore idroelettrico. Motivi non compresi dal sottosegretario al Ministero dello Sviluppo Economico (Mise), Davide Crippa, che aveva suggerito di trattare gli incentivi destinati alla geotermia più innovativa e a basso impatto ambientale nel decreto FER2 in fase di definizione.
 

Decreto FER 1, la bocciatura delle Regioni

Secondo il Presidente della regione Toscana, Enrico Rossi, la mancanza di incentivi alla geotermia provocherà "uno stallo negli investimenti con effetti negativi sul piano occupazionale e sui controlli ambientali che coinvolgeranno intere aree della Toscana”.
 
Al termine della Conferenza, Rossi ha lamentato un atteggiamento di chiusura da parte del Governo. “Ho incontrato ieri il sottosegretario e ingegnere grillino Crippa - ha spiegato Rossi -, rappresentando le motivazioni serie e forti della Toscana sulla geotermia. Nonostante abbia chiarito tutto ciò che la Regione fa per il controllo delle emissioni, per il recupero della CO2, per il ripristino paesaggistico, abbiamo ottenuto risposte generiche e una sostanziale indisponibilità ad ascoltare. Di fronte a questo atteggiamento del Governo, la risposta delle Regioni è stata oggi unanime. Vale la pena di ricordare - continua - che il Titolo V della Costituzione attribuisce alla Regioni, come materia concorrente, la produzione, distribuzione e consumo di energia e che quindi, al di là delle specifiche competenze, il rapporto tra esecutivo nazionale e Regioni deve improntarsi ad un'ottica di fattiva collaborazione, che invece la iat tanza dell'attuale compagine governativa nega nei fatti”. "Lo splendido risultato di questa azione del governo - ha continuato - sarà il blocco di importanti investimenti, anche quelli che Enel mette in campo per il miglioramento ambientale, e la crisi per tante imprese dei territori della geotermia, con le inevitabili ricadute sul lavoro”.
 
Per gli assessori all’ambiente Mario Tonina e Richard Theiner, delle Province Autonome di Trento e Bolzano, il decreto nella versione attuale, penalizzerebbe il settore idroelettrico, ed in particolare il mini idroelettrico. Le due Province hanno chiesto il mantenimento dell'accesso diretto ai sistemi di incentivi per il mini-idroelettrico fino a 250 kW di potenza nominale media annua; tariffa omnicomprensiva per gli impianti fino a 500 kW di potenza nominale anziché fino a 100 kW come previsto nella prima versione del decreto; aumento delle tariffe per le aste ed i registri. Richieste che, sostengono, anche se illustrate in modo puntuale e preciso non sono state accolte dal Mise.
 
“Pur non essendo vincolante, hanno dichiarato - questo parere negativo non potrà essere ignorato dal Governo".
 

Decreto FER 1, Governo: ‘andremo avanti’

“Non comprendo i motivi per cui in Conferenza Unificata si continui a ragionare su singole posizioni e non sull’interesse comune - ha commentato il sottosegretario Crippa - Per raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni al 2030 c’è bisogno di un impegno comune e della disponibilità di chi gestisce i territori ad avviare un cambio di passo. Noi andremo avanti sicuri di poter ottenere i risultati che ci siamo prefissati ma assicurando sempre trasparenza ed il massimo coinvolgimento di tutti”.
 
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