
Ingegneri part-time, possono iscriversi a Inarcassa?
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Ingegneri part-time, possono iscriversi a Inarcassa?
La Cassazione spiega come e a quali enti vanno versati i contributi
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del 27/07/2023

13/02/2019 - Un lavoratore dipendente, iscritto all’Inps, che svolge contemporaneamente part-time la professione di ingegnere, non può iscriversi ad Inarcassa. Nonostante ciò, deve versare il contributo integrativo alla Cassa di previdenza degli Ingegneri e Architetti liberi professionisti.
Lo ha spiegato la Cassazione che, con la sentenza 3913/2019, ha ribadito l’orientamento espresso anche in passato.
Queste norme non sono state abrogate dalla Legge 335/1995, che ha creato la nuova gestione separata per estendere la copertura assicurativa non solo a chi ne fosse completamente privo, ma anche a chi, svolgendo due diversi tipi di attività, fosse coperto dal punto di vista previdenziale solo per una delle due.
Questo significa, ha chiarito la Cassazione, che il dipendente iscritto all’Inps, che svolge la libera professione di ingegnere come attività secondaria, deve iscriversi anche alla gestione separata dell’Inps, ma non a Inarcassa.
L’ingegnere part-time non deve quindi versare ad Inarcassa il contributo soggettivo, ma solo quello integrativo, dovuto da tutti gli iscritti agli albi di ingegnere e architetto.
In caso contrario, cioè se l’iscrizione non fosse stata un suo diritto, l’ingegnere part-time aveva chiesto che gli fossero restituite le somme versate ad Inarcassa a titolo di contributo integrativo.
La Cassazione ha respinto le richieste dell’ingegnere part-time ribadendo che tutti gli iscritti all’Ordine degli Ingegneri devono versare il contributo integrativo ad Inarcassa. Non si tratta di una doppia contribuzione perché, hanno spiegato i giudici, il professionista recupera la somma versata addebitandola in fattura al cliente come maggiorazione del compenso richiesto.
Lo ha spiegato la Cassazione che, con la sentenza 3913/2019, ha ribadito l’orientamento espresso anche in passato.
Ingegneri part-time e Inarcassa
Secondo la Cassazione, gli ingegneri e gli architetti iscritti ad altre forme di previdenza obbligatorie non possono iscriversi ad Inarcassa. L’esclusione, hanno illustrato i giudici, dipende dall’articolo 3, comma 2, della Legge 179/1958, che ha istituito la Cassa di previdenza degli Ingegneri e Architetti liberi professionisti, nonché dallo Statuto di Inarcassa.Queste norme non sono state abrogate dalla Legge 335/1995, che ha creato la nuova gestione separata per estendere la copertura assicurativa non solo a chi ne fosse completamente privo, ma anche a chi, svolgendo due diversi tipi di attività, fosse coperto dal punto di vista previdenziale solo per una delle due.
Questo significa, ha chiarito la Cassazione, che il dipendente iscritto all’Inps, che svolge la libera professione di ingegnere come attività secondaria, deve iscriversi anche alla gestione separata dell’Inps, ma non a Inarcassa.
L’ingegnere part-time non deve quindi versare ad Inarcassa il contributo soggettivo, ma solo quello integrativo, dovuto da tutti gli iscritti agli albi di ingegnere e architetto.
Ingegneri part-time e Inarcassa, il caso
Nel caso esaminato, un dipendente iscritto all’Inps, che svolgeva part-time anche la professione di ingegnere, aveva chiesto l’iscrizione ad Inarcassa. A suo avviso si trattava di un diritto garantitogli sia dalla Costituzione sia dalle norme settoriali.In caso contrario, cioè se l’iscrizione non fosse stata un suo diritto, l’ingegnere part-time aveva chiesto che gli fossero restituite le somme versate ad Inarcassa a titolo di contributo integrativo.
La Cassazione ha respinto le richieste dell’ingegnere part-time ribadendo che tutti gli iscritti all’Ordine degli Ingegneri devono versare il contributo integrativo ad Inarcassa. Non si tratta di una doppia contribuzione perché, hanno spiegato i giudici, il professionista recupera la somma versata addebitandola in fattura al cliente come maggiorazione del compenso richiesto.