19/02/2020 - Linguaggio pulito, esposizione chiara e narrazione semplice delle scelte della politica. Sono questi gli obiettivi del Protocollo d’intesa siglato lunedì a Firenze tra la Ministra per la pubblica amministrazione, Fabiana Dadone, e il Presidente dall’Accademia della Crusca, Claudio Marazzini.
L’accordo intende favorire il
buon uso della lingua italiana nella comunicazione tra l’amministrazione e i cittadini, in una forma che sia comprensibile a tutti i diversi destinatari (e quindi anche ai cittadini), negli atti, nei documenti e nella corrispondenza dell’Amministrazione pubblica.
Il Protocollo prevede percorsi di
sensibilizzazione in materia linguistica, rivolti al personale delle pubbliche amministrazioni, tramite la formulazione di raccomandazioni, consigli e suggerimenti in tema di semplificazione, chiarezza e omogeneità del linguaggio dei testi amministrativi.
Tali percorsi saranno finalizzati a promuovere uno standard linguistico che ne favorisca la funzione comunicativa, l’interpretazione e la comprensione da parte dei diversi destinatari, conseguendo il
miglioramento della qualità della regolazione, la riduzione dei costi burocratici per cittadini e imprese, l’accrescimento della competitività.
Ministra Dadone: ‘chiarezza del linguaggio è obiettivo prioritario’
“Non stiamo parlando di meri orpelli o di vacui esercizi di stile. Siamo piuttosto di fronte a un’esigenza fondamentale per istituzioni che vogliano davvero mettere al centro il rapporto con i cittadini e le prerogative del Paese reale - aggiunge Dadone -.
Nell’oscurità della lingua può annidarsi semplice sciatteria, scarsa sensibilità professionale oppure
l’idea distorta di un potere da preservare gelosamente, che significa spesso abuso o che comunque segnala un deficit di partecipazione democratica”.
“La preziosa collaborazione con l’Accademia della Crusca, da cui scaturisce questo Protocollo d’intesa - chiarisce il Ministro - ci consente di leggere e interpretare correttamente l’evoluzione della lingua delle pubbliche amministrazioni e di
migliorare sempre di più il modo in cui scriviamo le regole del gioco o raccontiamo, da rappresentanti delle istituzioni, quello che facciamo”.