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Nuova legge urbanistica, quanto è necessaria?
di Andrea Scarchilli - INU, Istituto Nazionale di Urbanistica

Nuova legge urbanistica, quanto è necessaria?

L’INU interpella le associazioni: ‘assurdo che ne sia in vigore una del 1942’; ‘occorre ripensare la città per determinare nuovi modelli abitativi e di vita’

Vedi Aggiornamento del 18/04/2024
Foto: petr84 © 123rf.com
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di Andrea Scarchilli - INU, Istituto Nazionale di Urbanistica
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06/10/2022 - La proposta di una nuova legge di principi per il governo del territorio sarà il principale tema del XXXI del Congresso dell’Istituto Nazionale di Urbanistica, in programma a Bologna dal 17 al 19 novembre, presso DumBo (Distretto urbano multifunzionale di Bologna), in abbinamento con la Rassegna urbanistica regionale dell’Emilia-Romagna.
 
Nel percorso di avvicinamento, l’INU ha ascoltato il parere di alcune tra le principali associazioni tecniche, professionali e ambientali riguardo all’iniziativa.
 
Angela Barbanente, presidente della Società Italiana degli Urbanisti (SIU) ritiene la legge “necessaria. È assurdo che ne sia in vigore una datata 1942. È importante che si limiti a dettare i principi fondamentali, perché l’esercizio della potestà legislativa da parte delle Regioni ha determinato una profonda articolazione e differenziazione di quadri normativi, strumenti e pratiche di governo del territorio, e non si può correre il rischio di complicare la materia o di interrompere processi di innovazione in atto. La legge deve poi guardare al futuro ponendosi in una prospettiva di lungo termine, per aiutarci a fronteggiare la crisi climatica e ambientale del nostro pianeta”.
 
Anche per Paolo La Greca, presidente del Centro Nazionale di Studi Urbanistici (CeNSU), la scelta dell’INU di suggerire una riforma organica è corretta. La Greca disapprova di conseguenza certe tendenze, emerse negli ultimi anni, di ambire a regolamentare la materia per compartimenti, dal consumo di suolo alla rigenerazione urbana: “È un grande limite perché queste azioni devono essere riportate a grandissima semplicità, occorre un dettato agile che possa a far sì che le Regioni adattino i principi alle specificità locali”.
 
“Faccio due esempi - prosegue La Greca - che in opposizione confermano la bontà di questa impostazione: la legge sugli standard che deve il suo eccellente risultato alla straordinaria semplicità dell’apparato e la recente legge siciliana, esito di troppi compromessi in Aula al momento dell’approvazione, che è stata esitata con un testo farraginoso e perciò di difficile applicazione. Occorrono pochi principi precisi che possono costituire un momento di sintesi olistica, senza lasciare ai funzionari della PA e ai professionisti che operano per il governo del territorio la fatica di rimettere assieme pezzi separati di legislazione”.
 
Lettura positiva dell’iniziativa dell’INU anche da parte di Markus Hedorfer, presidente di ASSURB, con la raccomandazione tenere conto della “centralità della competenza. L’attività professionale che nel nostro Paese è basata sul sistema ordinistico e impone ad alcune professioni un certo tipo di regolamentazione dovrebbe riflettersi anche nelle leggi di riferimento: quella sul governo del territorio deve quindi considerare che per fare pianificazione ci vogliono pianificatori preparati. Occorre una concezione di professione che sia robusta e riconosciuta ufficialmente, oltre che nella società”.
 
Secondo Francesco Miceli, presidente del CNAPPC, “il Paese ha assoluto bisogno della riforma del governo del territorio senza la quale non è possibile attuare strategie di transizione ed innovative. Le programmazioni del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), i fondi UE, hanno come scenario, infatti, città e territori, bisogna sapere coniugare programmazione delle risorse con i principi di difesa dell’ambiente, degli ecosistemi, del paesaggio e della biodiversità”.
 
“Ma occorre anche ripensare la città per determinare nuovi modelli abitativi e di vita coerenti con i principi della prossimità e dei processi inclusivi. Nuovi paradigmi che devono avere nella qualità del progetto il loro fulcro determinante. Ritengo, quindi, indispensabile proporre un ampio confronto sul tema governo del territorio che è la chiave per affrontare l’insieme dei cambiamenti sistemici di cui abbiamo bisogno”.
 
Luciano Di Tizio, presidente del WWF, sottolinea che “il governo del territorio ha bisogno di un profondo rinnovamento che parta dal contenimento del consumo di suolo, oggi una priorità assoluta, e dalla pianificazione. In Italia piani regolatori che tengano conto della rigenerazione urbana e che siano ideati a beneficio di chi abita le città e non soltanto del traffico sono una rarità”.
 
“Il governo del territorio va certamente ripensato alla luce della realtà che abbiano attualmente davanti agli occhi e alle prospettive reali che non sono certamente quelle che prevalevano nel secolo scorso. In questo contesto partire da una legge di principi, che fissi le basi per una programmazione adeguata e intelligente, può rappresentare una strategia vincente. E il WWF è pronto a fare la sua parte”.
 
Stefano Ciafani, presidente di Legambiente, giudica la scelta presa dall’INU di proporre una nuova legge di principi per il governo del territorio “molto importante. L’Italia ha bisogno di accelerare su questo fronte con alcune evidenti priorità. Penso alla semplificazione degli interventi di riqualificazione energetica e di sostituzione di edifici in aree non vincolate che permetta di ripensare completamente il patrimonio costruito nel secondo dopoguerra. Lo stesso vale per la semplificazione degli interventi di rigenerazione urbana, attraverso modifiche alle norme vigenti che consentano ai Comuni di individuare aree dove realizzare interventi coordinati di riqualificazione degli spazi pubblici e privati, di realizzazione di edifici di edilizia sociale”.
 
“Ma è fondamentale anche procedere alla riscrittura dell’intera normativa sui bonus edilizi nella forma di vere e proprie norme tecniche, perché le continue modifiche normative approvate li hanno reso molto difficili da interpretare anche per gli addetti al settore. Occorre dare certezze agli investimenti e prevedere una diversa modulazione del bonus, premiando con percentuali maggiori i lavori che puntano alla maggiore efficienza energetica e le fasce di reddito più deboli. Su questi fronti la collaborazione della nostra associazione non mancherà”.
 
Infine, le considerazioni di Armando Zambrano, presidente del Consiglio Nazionale degli Ingegneri: “Non ci sono state finora, da decenni, le condizioni politiche perché questa norma andasse avanti e gli interventi sono stati spesso episodici e casuali. Vedremo con il governo che si insedierà, ma occorrerà valutare se non sia più utile pensare a interventi più puntuali e circoscritti piuttosto che a una legge complessiva. Io personalmente ritengo che certe scelte che riguardano il campo dell’urbanistica, penso alla mobilità sostenibile, saranno indotte da cambiamenti storici e globali, se ci saranno amministratori seri e capaci a raccogliere le sfide”.
 
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