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Prestazioni energetiche degli immobili, ENEA-CTI: i dati migliorano

Prestazioni energetiche degli immobili, ENEA-CTI: i dati migliorano

Analizzati quasi 1,3 milioni di APE emessi nel 2021: l’85% è stato redatto per passaggi di proprietà e locazioni

Vedi Aggiornamento del 14/10/2024
Prestazioni energetiche degli immobili, ENEA-CTI: i dati migliorano
di Rossella Calabrese
Vedi Aggiornamento del 14/10/2024
07/11/2022 - Le prestazioni energetiche del parco edilizio nazionale fanno registrare un miglioramento: nel 2021 c’è stato un leggero aumento degli Attestati di Prestazione Energetica (APE) relativi alle classi energetiche migliori (da A1 ad A4) e la ripresa della tendenza positiva riscontrata nel quadriennio 2016-2019, che si era interrotta nel 2020.
 
In particolare, una quota consistente di APE è stata emessa in Lombardia (17,5%), seguita da Lazio (10,6%) e Veneto (8,8%); quasi il 60% di essi però è relativo a edifici caratterizzati da prestazioni energetiche carenti. Tuttavia, il confronto tra 2020 e 2021 evidenzia una riduzione della percentuale di immobili nelle classi energetiche F e G di circa il 2%, soprattutto in favore di quelle A4-B (+1,5%),
 
La suddivisione tra destinazione d’uso residenziale e non residenziale degli immobili censiti dagli APE emessi nel 2021 è rispettivamente dell’87,6% e 12,4%. Gli ospedali e le attività sanitarie (E.3), le attività ricreative (E.4) e gli alberghi (E.1(3)) sono le categorie che presentano le più elevate percentuali di immobili nelle classi energetiche migliori (A4-B), comprese tra il 26% e il 30%.
 
I dati arrivano dal ‘Rapporto annuale sulla Certificazione Energetica degli Edifici’ realizzato da ENEA e Comitato Termotecnico Italiano Energia e Ambiente (CTI) sulla base di quasi 1,3 milioni di APE.
 
Il quadro della certificazione energetica delineato dal Rapporto si basa sui dati forniti da Regioni e Province Autonome e presenti sul Sistema Informativo sugli Attestati di Prestazione Energetica (SIAPE), con particolare attenzione agli Attestati di Prestazione Energetica (APE) emessi nel 2021.
 

Dei circa 1,3 milioni di APE analizzati, il 75% riguarda immobili edificati prima del 1991. Circa l’85% degli APE emessi nel 2021 è stato redatto per passaggi di proprietà e locazioni, circa il 3% per le nuove costruzioni, quasi il 4% per le riqualificazioni energetiche e il 2,5% per le ristrutturazioni importanti.
 
Pensando al futuro prossimo, ENEA e CTI hanno analizzato la bozza della nuova direttiva europea sulla prestazione energetica nell’edilizia che prevede che tutti gli edifici residenziali debbano raggiungere la classe energetica F entro il 2030 e la classe energetica E entro il 2033 stimando che tale operazione comporterà una riduzione dell’indice di prestazione energetica globale degli edifici in classe energetica G rispettivamente di circa 35% per raggiungere l’obiettivo al 2030 e del 45% per quello al 2033. 
 
“Dai risultati del Rapporto emerge l’ulteriore rafforzamento della collaborazione tra ENEA, CTI, Regioni e Province Autonome - sottolinea il Presidente ENEA, Gilberto Dialuce -. Questo al fine di favorire l’aumento dell’efficacia e delle potenzialità degli APE, anche in relazione alla necessità di ottenere un’immagine più completa del panorama nazionale offerto dal SIAPE, i cui dati saranno integrati nel nuovo Portale Nazionale delle Prestazioni Energetiche degli Edifici (PNPE2) lanciato recentemente da MiTE ed ENEA e destinato a svolgere una funzione informativa e di assistenza per cittadini, imprese e pubblica amministrazione”.
 
“È positivo vedere come gli sforzi compiuti per preparare ed aggiornare la metodologia di calcolo delle prestazioni energetiche degli edifici, definita in buona parte dalle norme elaborate dal CTI, stia dando i suoi frutti - sottolinea il Presidente del CTI, Cesare Boffa -. Si tratta di un lavoro corale, compiuto assieme ad ENEA, alla Pubblica Amministrazione e agli operatori, i cui risultati positivi sono evidenziati dal Rapporto 2022”.
 
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