
Studi di settore, piccole imprese meno esposte
NORMATIVA
Studi di settore, piccole imprese meno esposte
Le Pmi sfuggono agli accertamenti sul ricarico in caso si contabilità regolare
Vedi Aggiornamento
del 02/04/2010
17/09/2009 - Più chance per le piccole aziende di sfuggire agli studi di settore. Infatti non è legittimo l’accertamento induttivo basato esclusivamente sulla percentuale di ricarico applicata se questa è diversa rispetto a quella “risultante dallo studio di settore”.
È quanto affermato dalla Corte di Cassazione che, con la sentenza 19632/2009 dell’11 settembre scorso, ha bocciato il ricorso del fisco, scagionando una piccola impresa che aveva una contabilità formalmente regolare.
In particolare la sezione tributaria ha bocciato tutti i motivi del ricorso presentato dall’amministrazione finanziaria spiegando che “in tema di imposte sui redditi di impresa minore, perché sia legittima l’adozione, da parte dell’ufficio tributario, ai fini dell’accertamento di maggior redditi di impresa, del criterio induttivo di cui al Dpr 600/1973 , non basta il solo rilievo dell’applicazione da parte del contribuente di una percentuale di ricarico diversa da quella risultante da uno studio di settore, ma occorre che risulti qualche elemento ulteriore incidente sull’attendibilità complessiva della dichiarazione”.
È quanto affermato dalla Corte di Cassazione che, con la sentenza 19632/2009 dell’11 settembre scorso, ha bocciato il ricorso del fisco, scagionando una piccola impresa che aveva una contabilità formalmente regolare.
In particolare la sezione tributaria ha bocciato tutti i motivi del ricorso presentato dall’amministrazione finanziaria spiegando che “in tema di imposte sui redditi di impresa minore, perché sia legittima l’adozione, da parte dell’ufficio tributario, ai fini dell’accertamento di maggior redditi di impresa, del criterio induttivo di cui al Dpr 600/1973 , non basta il solo rilievo dell’applicazione da parte del contribuente di una percentuale di ricarico diversa da quella risultante da uno studio di settore, ma occorre che risulti qualche elemento ulteriore incidente sull’attendibilità complessiva della dichiarazione”.
Il Ministero dell’Economia e delle Finanze, insieme all’Agenzia delle Entrate, aveva proposto un ricorso in Cassazione su una pronuncia precedente, che aveva accolto l’appello di una piccola impresa annullando l’avviso di rettifica, effettuato in via induttiva sui ricavi dichiarati nel 1996, che nel periodo in esame avevano però registrato un’elevazione dell’utile netto.
La Corte di Cassazione ha quindi considerato la legittimità o meno per l’Amministrazione Finanziaria di rettificare induttivamente il reddito dichiarato dalle imprese minori se, anche in presenza di una contabilità regolare, ci si trova di fronte alla difformità della percentuale sul ricarico applicata rispetto a quella praticata da altri esercenti nel medesimo settore.
Ne è derivato il respingimento del ricorso promosso dall’Amministrazione finanziaria.