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Legge sugli stadi, il dissenso dell’INU

Legge sugli stadi, il dissenso dell’INU

La norma faciliterebbe operazioni speculative di modifica delle destinazioni urbanistiche dei suoli

Vedi Aggiornamento del 22/11/2013
Vedi Aggiornamento del 22/11/2013
10/12/2009 - L’Istituto Nazionale di Urbanistica esprime massima preoccupazione e il proprio dissenso per i contenuti dei due Disegni di Legge relativi a “Disposizioni per favorire la costruzione e alla ristrutturazione di impianti sportivi e stadi” e il secondo Ddl per “Favorire le società e le associazioni sportive anche al fine della costruzione e della ristrutturazione dell’impiantistica sportiva”, il primo già approvato in sede deliberante dalla Commissione “Istruzione 
pubblica, beni culturali, spettacolo e sport” del Senato e il secondo in sede referente dalla stessa Commissione ( leggi tutto ).
 
Pur essendo gli obiettivi fissati dai due ddl giusti - in particolare la necessità di realizzare stadi più efficienti e sicuri a sostegno della candidatura dell’Italia a manifestazioni sportive di rilievo internazionale e la promozione dello sviluppo della pratica sportiva attraverso la realizzazione capillare di nuovi impianti - suscita preoccupazione l’introduzione delle procedure stabilite dai provvedimenti. Si parla del via libera deciso ai complessi “multifunzionali” che potrebbero essere realizzati insieme allo stadio dalle società sportive, del permesso dell’individuazione delle aree consentito alle stesse società, del ricorso agli accordi di programma per approvare le necessarie varianti urbanistiche e commerciali e dell’utilizzo della dichiarazione di inizio attività per la realizzazione delle opere.
 
L’INU rileva che l’eventuale introduzione di tali norme nell’ordinamento urbanistico faciliterebbe anche operazioni speculative di modifica delle destinazioni urbanistiche dei suoli mascherate dalla previsione dello stadio, o comunque progetti localizzati in luoghi non provvisti delle infrastrutture indispensabili per garantire l’accessibilità ai complessi multifunzionali, che comprenderebbero, oltre allo stadio e agli impianti sportivi collegati, strutture commerciali e di svago oltre che insediamenti residenziali.
 
L’INU sostiene con convinzione la necessità del concorso dei privati nella realizzazione degli interventi urbanistici purché ciò avvenga, però, nell’ambito di un progetto complessivo, di una pianificazione dove l’interesse pubblico rappresenti un riferimento costante e non eludibile. In questo caso, invece, sembrano prevalere interessi particolari e privatistici che potrebbero sconfinare in veri e propri episodici interventi speculativi, oltre che in interventi urbanistici incompatibili con ogni ragionevole criterio di corretto governo del territorio, estranei ad una necessaria dimensione di sostenibilità.
 
L’INU ritiene inoltre che si debba perseguire la realizzazione di attrezzature sportive multisettoriali in cui gli stadi di calcio possano svolgere un effetto volano nei confronti di altri impianti dedicati ad altre discipline, in particolare nelle città di media e più piccola dimensione, ottenendo così utili sinergie infrastrutturali.
 
Ancora una volta, invece, il legislatore preferisce rivolgersi a modelli di deregulation e straordinarietà che, quando utilizzati nel recente passato, non hanno certo dato esiti positivi, invece di garantire un ordinato, razionale e sostenibile processo di pianificazione e programmazione, completando innanzitutto il processo di riforma in atto con la nuova pianificazione regionale, approvando finalmente una legge sui “Principi fondamentali del governo del territorio” ai sensi del titolo della Costituzione, che garantirebbe l’indispensabile sistema di regole, di comportamenti e procedure, pur nell’ambito del necessario approccio di flessibilità ( leggi tutto ).
 
Nell’esprimere quindi il proprio forte dissenso sui progetti di legge in questione, l’INU dichiara, come sempre, la propria disponibilità a collaborare con le Istituzioni e le forze politiche, per migliorare radicalmente i testi in discussione, depurandoli dagli evidenti riferimenti a situazioni e interessi particolari, per risolvere i problemi realmente esistenti quali il finanziamento delle opere, senza però pregiudicare il superiore interesse pubblico.


Fonte: Ufficio stampa Inu
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