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Edilizia di qualità e opere medio-piccole per rilanciare le PMI edili

Edilizia di qualità e opere medio-piccole per rilanciare le PMI edili

I deputati Realacci e Mariani chiedono ai Ministri dell’Economia e delle Infrastrutture interventi immediati

Vedi Aggiornamento del 10/11/2010
di Rossella Calabrese
Vedi Aggiornamento del 10/11/2010
18/03/2010 - Rilanciare le PMI del settore edile, realizzare le piccole opere pubbliche finanziando completamente il piano licenziato dal Cipe nel giugno 2009, consentire ai Comuni di investire in piccole opere subito cantierabili, stabilizzare la detrazione del 55% estendendola agli interventi di protezione sismica.
 
Sono le richieste che i deputati del PD Ermete Realacci e Raffaella Mariani rivolgono ai Ministri dell’Economia e delle Infrastrutture, con un’interrogazione parlamentare.
 
“Gli ultimi dati - spiega Realacci sul suo blog - evidenziano una contrazione del 30% dei fondi nazionali a sostegno del mercato dei lavori pubblici inferiori al milione di euro, e questo si ripercuote soprattutto sulle imprese edili più piccole”. Questa riduzione si aggiunge a quella del 2009 in cui si era segnato un calo del 30% rispetto al 2008.
 
Tra le cause - si legge nell’interrogazione - vi è l’azzeramento nel 2010 da parte dell’ANAS, il principale committente di piccole opere pubbliche, dei fondi per i nuovi investimenti stradali, per effetto della Finanziaria 2010 (leggi tutto). Inoltre, il piano per l’edilizia scolastica è fermo in attesa del completamento dell’anagrafe delle scuole, mentre i Comuni e gli enti locali, non investono fondi a disposizione dei loro bilanci, per non sforare il patto di stabilità.
 
D’altro canto, sottolinea Realacci, il Governo ha scelto di privilegiare le opere di fascia alta e altissima: gli appalti per opere di importo superiore ai 50 milioni sono cresciuti nel primo bimestre del 2010 del 61% rispetto al 2009. Nel ‘Piano delle Infrastrutture prioritarie’ approvato dal Cipe il 26 giugno 2009 (leggi tutto) il Governo ha previsto 4 programmi di intervento di media e piccola dimensione finanziaria, per un importo complessivo pari a 2.433,5 milioni di euro, ma secondo l’ANCE, soltanto il 44% risulta confermato dal Cipe (leggi tutto).
 
Secondo dati Cresme-UIL, dalla metà del 2008 a oggi l’edilizia ha perso 157mila posti di lavoro, a cui potrebbero aggiungersi altre migliaia fra il 2010 e il 2011; sempre il Cresme prevede che entro il prossimo anno chiuderà il 15% delle piccole imprese del settore delle costruzioni.
 
Per rilanciare l’economia nel segno della qualità, Realacci propone di puntare sulla riqualificazione del patrimonio edilizio pubblico e privato attraverso provvedimenti immediati e subito cantierabili. E sottolinea come i principali Paesi Europei stiano legando la riqualificazione del patrimonio immobiliare ad obiettivi di efficienza energetica e di diffusione delle fonti rinnovabili. In Italia - ricorda Realacci - lo sgravio fiscale del 55% ha messo in moto più di 3 miliardi di euro e ha coinvolto migliaia di imprese e decine di migliaia di occupati.
 
Da mesi le associazioni dei costruttori chiedono al Governo un’accelerazione delle politiche di rilancio del settore edile (leggi tutto) e segnalano il calo degli investimenti in costruzioni (leggi tutto). Nel Mezzogiorno poi l’Ance ha definito preoccupante lo stato di avanzamento dei programmi, denunciando il dirottamento su altre aree delle risorse destinate al Sud (leggi tutto).
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